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Occhiuto: «A inizio settimana formalizzo le dimissioni». Il sostegno di Tajani: «La Regione rischiava la paralisi»

Il governatore: «Con questa scelta saremo compatti». Il ministro: «Ci aveva informati, i calabresi gli rinnoveranno la fiducia»

Pubblicato il: 01/08/2025 – 18:46
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Occhiuto: «A inizio settimana formalizzo le dimissioni». Il sostegno di Tajani: «La Regione rischiava la paralisi»

REGGIO CALABRIA «Sulle dimissioni nessun ripensamento». Lo assicura Roberto Occhiuto, parlando con i giornalisti a margine degli Stati Generali del Sud che si stanno svolgendo a Reggio Calabria. Il presidente ancora non ha presentato formalmente le dimissioni, in quanto – spiega – «prima bisogna decidere la data delle elezioni. E siccome la data di presentazione delle dimissioni incide mi sono preso qualche giorno, ma all’inizio della prossima settimana credo di depositarle formalmente». Il presidente della Regione ribadisce di aver scelto in seguito a «riscontri molto positivi» con i partiti e che tra gli alleati «non ci sono problemi», «Certo – aggiunge – l’interruzione della legislatura non è il miglior regalo che si potesse fare a un consigliere regionale, che sia di maggioranza o di opposizione, però sicuramente c’è il consenso da parte di tutta la squadra che mi ha sostenuto alle ultime elezioni».

«Riconoscente alla magistratura, nessuno ha l’immunità»

Riguardo l’inchiesta, il governatore ribadisce anche la fiducia nella magistratura a cui si dice «molto riconoscente nonostante una vicenda giudiziaria vissuta in maniera dolorosa». «Era un mio diritto chiedere di essere interrogato, ma non era loro dovere concedermi l’interrogatorio. Me l’hanno concesso e ho chiarito ogni cosa». «Ho un grande rispetto degli uffici procura che conosco per averci lavorato insieme. La Calabria è una regione complicata da governare, e io credo che ci debba essere una fortissima sinergia istituzionale. Se c’è una regione dove è ancor più sbagliato delegittimare la magistratura, questa regione è proprio la Calabria, perché svolge una funzione insostituibile. Nessuno ha l’immunità, nemmeno io, quindi la magistratura fa bene ad accertare tutto quello che ritiene dover accertare. Io – continua – non mi dimetto per un avviso di garanzia. In un paese civile nessuno dovrebbe farlo. Io mi dimetto perché purtroppo il riverbero di questo avviso di garanzia sull’amministrazione regionale è stato molto negativo. Ho visto che nessuno si assumeva più responsabilità».

«Valuterò quelli che lavoreranno insieme a me»

Tra questi anche molti direttori generali che Occhiuto riunirà lunedì: «Dirò loro che, siccome io sono convinto di rivincere le elezioni, giudicherò quelli che dovranno lavorare insieme a me nella nuova legislatura dalla quantità e dalla qualità del lavoro che faranno in queste settimane. Fino a qualche giorno fa, era come se io fossi un presidente indebolito per colpa di un tessuto a volte politicamente scadente e di qualche odiatore arrabbiato con la vita e frustrato che vorrebbe che la Calabria fosse sempre l’ultima in tutte le cose. Pensavano che fosse lo stesso film di sempre: quando l’ultima nella legislatura c’è una vicenda giudiziaria, viene decapitato il presidente. Poi magari viene assolto, però cambia la storia. No, questa volta la storia della Calabria la scrivono i calabresi con le elezioni. Anche io poi ho bisogno di capire che rapporto di fiducia c’è fra me e i calabresi».

«L’opposizione prima chiede le dimissioni, poi le contesta»

Occhiuto dice di aver chiesto l’archiviazione dopo l’interrogatorio, ma «il rischio è che io rimanga “appeso” per 5-6 mesi. La regione rimane bloccata e passiamo un anno a a perdere occasioni che la Calabria non può perdere. Succede anche a Milano, con la differenza che c’è un tessuto imprenditoriale e forze sociali che non fanno cadere a picco la comunità che vive una condizione di difficoltà. Quando succede in Calabria significa che per un anno si blocca tutto. Io non starò fermo, credo in questi anni di aver dimostrato coraggio, determinazione e ho dovuto dimostrarlo ai calabresi anche in questa occasione». A chi lo contesta dall’opposizione Occhiuto risponde: «Generalmente l’opposizione chiede le dimissioni, ma quando un presidente si dimette, poi lo contestano perché si dimette e perché vuol dare la parola ai calabresi». Di fronte al rischio di “fuoco amico” Occhiuto non si preoccupa: «Anzi credo che se non avessi fatto questa scelta, la storia sarebbe stata quelle delle altre legislature: dopo qualche mese sarebbero iniziati gli “sfilacciamenti” e i distinguo. Con questa scelta siamo tutti compatti».

Tajani: «La Regione rischiava di essere paralizzata»

«Occhiuto ha deciso di rimettere nelle mani dei calabresi la possibilità di rilanciare il lavoro della regione, che a causa delle inchieste giudiziarie, oggi rischia di essere paralizzata. Già ci sono tanti dirigenti che non firmano più, quindi per rimettere in movimento la macchina bisogna assolutamente chiedere ai cittadini di esprimersi e giudicare il lavoro svolto dalla giunta in carica». Ha aggiunto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, che ha ribadito il sostegno alla scelta del governatore. «Ha lavorato benissimo e credo sia giusto che i calabresi rinnovino a lui la loro fiducia. Con un nuovo governo permetterà alla Calabria di continuare le riforme necessarie a rilanciare questo magnifico territorio del nostro paese. Un lavoro che è già stato iniziato». Sulle dimissioni improvvise del governatore, Tajani sottolinea che «aveva informato tutti i partiti del centrodestra, sia a livello nazionale che regionale».

Per l’inchiesta «vale la presunzione di innocenza»

Sull’inchiesta giudiziaria che si è abbattuta in Calabria Tajani spiega che «come per le Marche e per Milano per noi vale la presunzione di innocenza. Le dimissioni non sono legate alla vicenda giudiziaria, ma sono legate al fatto che, a seguito dell’inchiesta, molti dirigenti non hanno assunto più la responsabilità di firmare alcune decisioni e quindi si è creata per paura una sorta di paralisi dell’attività regionale. Purtroppo, quando ci sono delle inchieste giudiziarie, visto che i tempi della giustizia non corrispondono con quelli dell’amministrazione e della politica, bisogna trovare un modo per permettere alla macchina amministrativa di funzionare perché i cittadini non possono aspettare i tre gradi di giudizio. Questo è il nodo politico vero, non c’entra l’avviso di garanzia o, meglio, sono le conseguenze dell’avviso di garanzia che bloccano l’attività amministrativa». Sulle parole di Calenda, che a Lamezia ha definito Occhiuto un “bullo” Tajani risponde: «Ognuno è libero di dire ciò che vuole, ma tutto si può dire, tutto tranne che sia un bullo».

Crescita del Sud e futuro di Forza Italia

Tajani si dice ottimista per la crescita del Sud: «I dati che vengono dal sud non sono dati negativi e il continente africano è un continente dove anche attraverso il ruolo che potrà svolgere il Piano Mattei, le imprese meridionali potranno investire di più e esportare di più». L’obiettivo è diventare un hub energetico: «Penso al porto di Gioia Tauro. Arriveranno le fonti energetiche, non soltanto per il nostro paese, ma anche per il resto d’Europa». Sul futuro di Forza Italia Tajani parla del «patto storico che c’è tra la famiglia Berlusconi e Forza Italia. Il rinnovamento è già iniziato con il fatto che la classe dirigente venga eletta dalla base. Abbiamo deciso di far svolgere i congressi per eleggere i segretari regionali, cosa che non era mai accaduta. Abbiamo avuto l’anno scorso 150.000 tesserati. Significa che c’è un movimento di popolo che fa crescere Forza Italia». (redazione@corrierecal.it)

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