Una casa per tornare a sperare. Il dono più grande a San Giovanni in Fiore
Oltre 55 famiglie hanno ricevuto un dono che segna un prima e un dopo

SAN GIOVANNI IN FIORE Ci sono notizie che non fanno rumore, ma cambiano tutto. Notizie che scaldano il cuore come un raggio di sole dopo una lunga stagione di pioggia. A San Giovanni in Fiore, negli ultimi cinque anni, oltre 55 famiglie hanno ricevuto un dono che segna un prima e un dopo: una casa. Una vera casa. Non un sogno in lontananza, ma un luogo concreto dove vivere, ricominciare, respirare davvero. E oggi, mentre altre abitazioni sono pronte per essere consegnate, la gioia si rinnova.
Cresce il senso di comunità, si rafforza il legame con le proprie radici, e prende forma una speranza che si può toccare con mano. Perché una casa popolare non è mai “solo” una casa: è una seconda possibilità, un inizio nuovo, un abbraccio che accoglie e protegge.
Una casa è molto più di quattro mura
Le case di edilizia residenziale pubblica, spesso chiamate ERP o ex IACP, non sono semplici edifici.
Sono finestre che si aprono su una vita diversa. Sono cucine dove tornano i profumi della tradizione, camere da letto dove si custodiscono i sogni, soggiorni dove si intrecciano storie di famiglia. Riceverle vuol dire riacquistare stabilità, ricomporre la propria dignità, poter dire: “Ora posso davvero iniziare”.
Sono luoghi in cui i bambini possono crescere sereni, le persone anziane possono invecchiare con dignità, e le giovani coppie possono progettare il futuro.
Quando si consegna una chiave, si accende una luce
Ogni consegna è un momento unico. Dietro a quella porta che si apre, c’è un cuore che si scioglie, un sorriso che rinasce. E chi ha l’onore di donare quella chiave, spesso si commuove quanto chi la riceve. La sindaca Rosaria Succurro ha vissuto questi momenti decine di volte, ma l’emozione è sempre la stessa.
Consegnare una casa è un gesto profondamente umano. È come dire a qualcuno: “Sei visto, sei importante, hai un posto nel mondo. Ogni chiave è un simbolo. Ogni famiglia che entra è un pezzo di comunità che si ricompone.
Un futuro che cresce, mattone dopo mattone
Oltre i numeri, ci sono storie vere. C’è una madre che finalmente smette di cercare rifugio.
Un anziano che non è più costretto a vivere in condizioni precarie. Una giovane coppia che guarda avanti con fiducia. San Giovanni in Fiore non è solo una città che conserva la memoria: è una città che costruisce futuro, con fatti concreti e gesti di cura. Qui si dimostra che il diritto alla casa è un diritto alla vita, al rispetto, alla serenità.
Il bello che c’è, dietro una porta che si apre
In un mondo che spesso dimentica i più fragili, queste storie vanno raccontate. Perché la bellezza vera è nei dettagli: nel tappeto steso davanti all’ingresso, nella tenda nuova scelta con entusiasmo, nella voce emozionata di un bambino che dice: “È casa mia!”. A San Giovanni in Fiore, il bello che c’è si costruisce con mani gentili, con visioni chiare, con cuore. Una casa consegnata è una carezza, una promessa mantenuta, un pezzo di futuro che si realizza. E molte altre chiavi sono pronte. Perché qui, tra i monti della Sila, nessuno è lasciato indietro. E ogni porta che si apre è un sì alla vita.
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