Il Ponte sullo Stretto, tra battaglie ideologiche e promesse di «rilancio» per Calabria e Sicilia. Oggi il passaggio decisivo
Il progetto definitivo al vaglio del Cipess. Per Salvini la firma segnerà una «pagina di storia», mentre le associazioni ambientaliste chiamano in causa l’Ue

ROMA L’approvazione del progetto definitivo al vaglio del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Un passaggio decisivo. Oggi è, dunque, una «giornata storica» secondo il vicepremier, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini. Negli ultimi anni è stato lui a portare avanti la “battaglia” per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Un lunghissimo iter, fatto di stop e accelerazioni, dalle promesse del fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, che per anni ne ha auspicato la realizzazione, a quelle del leader del Carroccio Salvini che – tra mille contestazioni – ha portato avanti quello che viene definito «un capolavoro ingegneristico da record mondiale», facendone un vero e proprio cavallo di battaglia per la sua Lega.
Tra opportunità e rischi
Dalla campata unica della lunghezza di oltre 3 chilometri e larghezza di oltre 60 metri, il Ponte, da progetto, ospiterà 6 corsie stradali e due binari ferroviari, all’altezza delle torri di quasi 400 metri. E «mai nella lunga storia dell’opera si era arrivati ad una fase approvativa così avanzata». Lo ha sottolineato il Mit in una nota diffusa ieri, in cui ha spiegato come l’opera si inserisca «in un più ampio programma di rilancio infrastrutturale promosso dal Ministero, con investimenti in strade e ferrovie tra Sicilia e Calabria del valore di 70 miliardi fino al 2032». Un rilancio economico per i territori coinvolti, più volte promesso dal vicepremier e ministro dei Trasporti nelle sue visite in Calabria negli ultimi anni.
Ma per comitati e associazioni ambientaliste le priorità sarebbero altre: dai trasporti alla tutela ambientale, passando per sanità, istruzione e servizi. Dagli oppositori il progetto viene etichettato «inutile e dannoso». Diversi gli esperti che si sono espressi sull’opera. Nel corso di un’intervista ai nostri microfoni il geologo, primo ricercatore del Cnr, divulgatore scientifico e conduttore tv Mario Tozzi definì il Ponte sullo Stretto «una sciagura che va evitata in ogni modo». «Non c’è un’area a rischio naturale così alta in tutto il Mediterraneo come lo Stretto di Messina», disse per poi aggiungere: «I soldi che dovrebbero essere spesi sono quelli per il rischio naturale».
Nuovo reclamo delle associazioni ambientaliste
Dubbi sul progetto e sulla sua utilità e sostenibilità economica e ambientale che Salvini ha sempre rispedito ai mittenti, evidenziando il «ruolo strategico dell’opera per l’Europa e per il Paese». Ma negli anni la lunga battaglia delle associazioni ambientaliste non si è mai fermata: nel giorno in cui Matteo Salvini ha annunciato l’ok definitivo, hanno presentato un nuovo reclamo all’Unione Europa. Dopo il doppio reclamo alla Commissione Europea illustrato in conferenza stampa alla Camera, Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF, questa volta si concentrano sul secondo parere della Commissione VIA VAS (n. 72/2025) con cui si è chiusa la cosiddetta procedura di “livello III della VINCA” (Valutazione d’Incidenza): «Se non ci fossero impatti ambientali – spiegano gli ambientalisti – questa procedura non sarebbe mai stata avviata. Questa, infatti, si attiva solo in presenza di impatti ambientali acclarati». «L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera. Per superare questa impasse è stata avviata una procedura speciale che consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni che però non sono state rispettate», affermano le associazioni.
Contestazioni che non hanno fatto vacillare le convinzioni del ministro dei Trasporti: «Se ne parla dagli antichi romani, sono le ultime norme e ultime firme per queste quarantotto ore che segneranno una pagina di storia».
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