«Il cachet di Fedez? Tante bugie, ecco quanto gli ho dato»
Francesco D’Agostino, patron della festa dello stocco a Cittanova: i cantanti di un certo livello non scendono sotto certe cifre

CITTANOVA «Mi stanno criticando per il cachet milionario che ha preteso. Voglio precisare, però, che la cifra è stata di 70 mila euro e non di 100 mila come è stato scritto. D’altronde i cantanti di un certo livello per esibirsi non scendono sotto queste cifre, e forse anche molto di più. Tanti anni fa i Ricchi e Poveri chiesero 15 mila euro per cantare a Cittanova, oggi ne vogliono quattro volte tanto». Lo ha detto Francesco D’Agostino, l’imprenditore patron della festa dello Stocco di Cittanova, in un’intervista al giornalista Carlo Macrì del “Corriere della Sera”, con riferimento alle polemiche per il costo del concerto di Fedez, clou dell’evento. «Non c’era un buco dove passare» dice l’imprenditore, «anche l’assaggio dello stoccafisso è stato un successone». Fedez, da parte sua, ha ringraziato dal palco: «Prima di venire qui i giornalisti mi hanno preso in giro» ha detto rivolto al pubblico, «come se il fatto che io venissi qui, alla Festa dello Stocco, fosse un disvalore, una cosa brutta. Ma sapete una cosa? Andate fieri, siate orgogliosi di questa manifestazione e mantenete lo spirito di appartenenza». E prima di congedarsi l’affondo: «Tutto il resto mandatelo a fare in c…». Ovazioni e urla per il rapper ma anche per gli organizzatori che l’hanno portato a Cittanova, avvicinando i giovani allo stocco. «Al festival ho scoperto che anche i giovani sono ghiotti di questo pesce» conferma D’Agostino.
Il racconto della sua attività
Nell’intervista D’Agostino ha parlato anche degli inizi della sua attività. «Ero a Taormina in coincidenza delle riprese di una nota pubblicità di un prodotto nazionale. Da lì mi è venuta l’idea di pubblicizzare lo stocco. Prima di tutto sono andato da un notaio di Palmi per capire come fare. Quando gli ho raccontato il mio progetto, lui è caduto dalle nuvole. “Vuoi registrare lo stoccafisso?” chiese. Non me ne andai dal suo studio fino a quando non mi disse cosa fare. Acquistai un locale nel centro di Cittanova e dissi all’impresa che doveva ristrutturarlo: “Deve essere una gioielleria!”. “Una gioielleria, ma tu non vendevi gelati?” fu la risposta. “Una gioielleria per vendere lo stoccafisso” confermai. Quando me ne uscii con Stocco & Stocco davanti a mia moglie si mise a ridere» racconta D’Agostino. «Io però ero convinto che fosse il nome giusto e l’ho registrato. Era prima di Natale, anno 1999. In pochi mesi, in quei 60 metri quadrati, guadagnai un miliardo e 800 milioni delle vecchie lire». Quindi la decisione di pubblicizzare a livello nazionale il suo prodotto. «Con la Reggina in Serie A decisi di far girare il mio marchio sui pannelli dello stadio Granillo. L’allora presidente Foti mi propose di sponsorizzare le maglie della squadra e così Stocco & Stocco raggiunse gli stadi più importanti d’Italia». Oggi l’azienda è un leader a livello nazionale ed è possibile acquistare i suoi prodotti nei supermercati di Lombardia, Veneto, Piemonte e Sicilia. Nel percorso non sono mancati gli ostacoli e D’Agostino ha dovuto fare i conti anche con la giustizia. Nel 2016 la Procura di Reggio Calabria l’ha indagato per intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver agevolato la ‘ndragheta, nell’ambito operazione antimafia Alchemia. Il processo si è concluso tre anni dopo con un’assoluzione con formula piena e la Procura non ha fatto appello. Nel frattempo l’imprenditore era entrato anche in politica, è stato anche consigliere regionale, in quota Pd ma oggi non ha più la tessera di partito: «Non condividevo la linea del Pd, che voleva condizionare le scelte in Calabria pilotandole dall’alto» spiega D’Agostino. E chi voterà alle prossime Regionali, in programma il 5-6 ottobre? «Non lo so ancora per chi votare». (redazione@corrierecal.it)
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