Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 18:40
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’incontro

A Papasidero la proiezione del film Figli del Minotauro

Il film di Attanasio, prodotto dalla Cineteca della Calabria, nel Comune cosentino, dove è sita la Grotta del Romito che ospita il Bos Primigenius

Pubblicato il: 15/08/2025 – 13:39
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
A Papasidero la proiezione del film Figli del Minotauro

PAPASIDERO Proiezione densa di significati quella della piazza di Papasidero per Figli del Minotauro/storie di Uomini e Animali, il film di Eugenio Attanasio, prodotto dalla Cineteca della Calabria proiettato nei festival di tutto il mondo  e ora nel Comune cosentino, dove è sita la Grotta del Romito, uno dei luoghi simbolo della Calabria, per ospitare il Graffito del Bos Primigenius. Il documentario infatti ricostruisce le fasi di ideazione e realizzazione di questa straordinaria opera , da parte di un artista protostorico, interpretato da Mattia Renda. Un ritorno dopo cinque anni dalle riprese, in questo posto recondito, che domina la valle del fiume Lao, meta di vacanzieri appassionati di rafting e torrentismo, ma anche scrigno di tesori basiliani. La popolazione locale ha potuto coì assistere e partecipare all’evento, organizzato dal Sindaco Fiorenzo Conte e dall’Assessore Mario Marsiglia, che hanno dialogato con l’autore insieme al prof. Andrea di Franco che ha stimolato la conversazione. il film documentario girato da Eugenio Attanasio, con la partecipazione dell’etnomusicologo Antonello Ricci, sulla transumanza della famiglia Mancuso di Marcedusa che diventa metafora del rapporto tra uomo e bovino. iniziato diecimila anni fa con la domesticazione. Ancora prima però il toro veniva rappresentato dai primi artisti della storia  con significati ancora a noi sconosciuti. Il documentario segue una famiglia di allevatori nelle stagioni che pratica l’allevamento semibrado delle podoliche, la razza tipica calabrese, ricostruendo di ipotesi di caccia primordiale e raffigurazioni parietali. La civiltà cosiddetta pastorale custodisce un ricco novero millenario di conoscenze; i campanacci diventano emblemi sonori di questo mondo arcaico ma calato perfettamente nella contemporaneità. Un lavoro che parte dalla preistoria per compiere una riflessione sul mito, sull’arte, sull’allevamento non industriale, sul rapporto dell’uomo con la

natura e con il territorio. la transumanza è stata dichiarata dal comitato patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi a Bogotà, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. I riconoscimenti dell’opera dimostrano come la narrazione della Calabria può finalmente emendarsi dall’immagine  di terra di ’ndrangheta, dal peccato originale di essere regione povera e terra di emigrazione, dagli stereotipi piu’ comuni E’ dunque possibile una nuova via del racconto in Calabria, letterario e cinematografico, cogliendo nel contemporaneo i segni di una civiltà contadina ancora assai vitale .Ultimi eredi di un mondo ancestrale, gli allevatori calabresi di podoliche, si muovono ancora andando dietro agli animali che si spostano in cerca di pascoli freschi, utilizzando ora il cavallo, ora il pick up, ora il quad, interpretando una modernità ancora sostenibile, dove uomini, animali, e specie vegetali creano un ecosistema.

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x