Il Rinascimento del vino calabrese: «La regione più in fermento d’Italia»
La nota testata specializzata in enogastronomia Gambero Rosso racconta la rivoluzione tra tradizione greca e visione sostenibile

In meno di un decennio, la Calabria ha riscritto la sua narrazione enologica, trasformandosi da “fanalino di coda” a regione tra le più dinamiche del panorama vitivinicolo italiano. Un cambiamento che non riguarda soltanto numeri e superfici coltivate, ma un’autentica rivoluzione culturale, identitaria e qualitativa. Come racconta il Gambero Rosso (nota testata specializzata in enogastronomia, «la Calabria del vino ha recuperato parte del divario che la staccava da tutte le altre regioni italiane», puntando su terroir, biodiversità e una nuova generazione di produttori consapevoli.
Un nuovo volto per il vino calabrese
Fino a pochi anni fa, parlare di vino calabrese significava quasi esclusivamente parlare di Cirò. Oggi, invece, si può dire che tutta la regione stia vivendo «la rinascita della viticoltura». Un processo che parte da lontano, sin dai tempi della Magna Grecia, quando – come ricordano gli esperti – furono proprio i greci a introdurre in Italia le tecniche di coltivazione della vite ad alberello e i primi vasi vinari. Ma è nel presente che questa eredità sta dando i suoi frutti migliori.
Secondo il Gambero Rosso, non solo «è cresciuto di molto sia il numero dei vini che arrivano alle nostre selezioni», ma anche «il punteggio medio, ovvero la qualità» che gli viene riconosciuta. La Calabria, dunque, è in pieno “rinascimento enologico”.
Il primato nascosto: 200 vitigni autoctoni
Uno degli aspetti più sorprendenti riguarda la biodiversità viticola. La Calabria vanta infatti il più ampio patrimonio ampelografico d’Italia: «circa 200 vitigni autoctoni», mappati grazie a un lungo lavoro sul campo firmato dai professori Scienza, Lanati, Fregoni e Schneider. Un tesoro custodito fisicamente in un vigneto a spirale presso la tenuta Rosaneti dei fratelli Librandi, che hanno sostenuto economicamente la ricerca.
Un patrimonio genetico e culturale di inestimabile valore, che si sta finalmente traducendo in bottiglie capaci di emozionare non solo i tecnici del settore ma anche un pubblico sempre più attento.
Nuove cantine, nuove storie
Le aziende recensite nella guida del Gambero Rosso sono più che triplicate rispetto a dieci anni fa. In gran parte si tratta di realtà giovani, spesso nate da storie di ritorno — alla terra, alle radici, alla famiglia. «Storie tutte al femminile, storie di riscatto», sottolinea il Gambero Rosso, progetti spesso nati sull’onda dell’emozione e dell’orgoglio, ma tutt’altro che improvvisati.
C’è una consapevolezza diffusa, che si manifesta nella scelta di pratiche sostenibili, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, nella volontà di custodire e valorizzare ciò che la terra offre senza forzarla.
Una vendemmia in crescita
Anche sul fronte produttivo si registrano segnali incoraggianti. Per la vendemmia 2025, le stime parlano di una crescita tra il 10 e il 15%. Non solo quantità, ma anche e soprattutto qualità, come dimostrano le tante etichette che iniziano a farsi strada nelle carte dei vini italiane e internazionali.
La Calabria, insomma, è «probabilmente la regione più in fermento d’Italia» – e non è solo una battuta sul vino. È una constatazione di fatto: il riscatto del Sud, quando parte dalla terra e dalle mani di chi la ama davvero, sa produrre bellezza, identità e futuro. (redazione@corrierecal.it)
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