Oltre il Ponte sullo Stretto, immaginando un hub del Mediterraneo
La proficua integrazione con il sistema portuale e il rafforzamento dei collegamenti per «aprire una vera e propria rivoluzione al Sud»

REGGIO CALABRIA Il dibattito sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina prosegue, tra le polemiche di chi come Angelo Bonelli sottolinea «i rischi sismici» e le risposte di Ingv e Stretto di Messina Spa. Che smonta le dichiarazioni rese dal parlamentare di Avs in merito alla «firma della società su una convenzione da 250 mila euro con l’Ingv». Il progetto del Ponte, dunque, non è a rischio.
Ponte sullo Stretto, costi e benefici
Antonio Troise sul Quotidiano Nazionale analizza i costi benefici dell’infrastruttura che collegherà Calabria e Sicilia. «In trent’anni di operatività farà rientrare nelle casse dello Stato i 13 miliardi necessari — secondo le stime attuali — per realizzarlo». Un calcolo frutto di un report di Unimpresa. Il flusso di traffico previsto è pari a 25 milioni di veicoli e 36mila treni ogni anno. Se si calcola una tariffa media per veicolo pari a 15 euro per le auto, 20 euro per i camion, ipotizzando una distribuzione media del 50% tra mezzi leggeri e pesanti, i ricavi stimati dai pedaggi ammonterebbero a circa 375 milioni di euro. «A questi bisognerebbe poi aggiungere circa 160 milioni dal traffico ferroviario, per un totale minimo di 535 milioni».
I dati economici e l’integrazione con i porti
Ma oltre ai dati economici, il Ponte potrebbe garantire benefici anche in relazione alla capacità di creare una proficua integrazione con il sistema portuale favorendo la nascita di un vero e proprio hub del Sud. Ne è convinto il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. «Se prendiamo ad esempio il ponte di Istanbul, con 15 milioni di abitanti, crocevia per i Balcani e il Medio Oriente, appare chiaro che quello sullo Stretto è poca cosa. Sicilia e Calabria unite sommano meno della metà degli abitanti della sola Istanbul». Il collegamento con i porti di Gioia Tauro, Palermo e Catania, potrebbe garantire – sottolinea Qn – «tempi di trasbordo competitivi rispetto ad altri corridoi logistici del Mediterraneo; sistemi di gestione digitale del traffico in grado di monitorare e ottimizzare i flussi in tempo reale, minimizzando i tempi di attraversamento e massimizzando la capacità della struttura; piani commerciali di lungo periodo mirati ad attrarre operatori logistici globali; consolidamento di partnership con compagnie di navigazione e sviluppo di poli di trasformazione e stoccaggio merci nelle immediate retrovie del ponte».
Verso l’hub del Mediterraneo
La realizzazione di un hub del Mediterraneo passa, evidentemente, dal potenziamento delle infrastrutture e dei collegamenti. Tullio Ferrante, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una intervista a L’Ora della Sera si è soffermato sull’accelerazione dei lavori per la realizzazione della metropolitana di Salerno, «un’infrastruttura essenziale per assicurare la piena integrazione dell’aeroporto nella rete trasportistica locale anche nell’ottica dell’intermodalità». In prospettiva, Ferrante intravede «la possibilità di prolungare la metro fino alla connessione con la nuova linea ad Alta velocità Salerno – Reggio Calabria» per «aprire una vera e propria rivoluzione nei collegamenti di tutto il Mezzogiorno». (f.b.)
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