Sanità calabrese: il bilancio di Occhiuto tra riforme, criticità e sfide ancora aperte
Una panoramica sull’azione di Occhiuto come commissario dalla sua nomina da parte del Cdm alle dimissioni. Le positività e le criticità del settore

CATANZARO Un migliaio circa di Dca, spalmati in quasi quattro anni, dal 4 novembre 2021, il giorno in cui il Cdm lo nominò commissario della sanità calabrese, per la precisione “commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Ssr calabrese”. Tra riforme, criticità e sfide ancora aperte è tempo di bilanci nella sanità calabrese dopo che il presidente dimissionario della Regione Calabria Roberto Occhiuto, per evitare il rischio di ineleggibilità alle future Regionali, ha deciso di lasciare anche l’incarico di commissario della sanità calabrese (e di commissario per l’edilizia sanitaria, nomina quest’ultima disposta lo scorso mese di marzo con riferimento soprattutto alla costruzione dei nuovi ospedali). Ad affiancare Occhiuto i subcommissari Iole Fantozzi ed Ernesto Esposito.
Le “luci”
Le luci soprattutto negli ultimi tempi, quando una rettifica da parte del ministero della Salute del dato delle vaccinazioni ha consentito alla sanità calabrese di risultare “adempiente” su due dei tre parametri sui quali si misurano i Lea, i livelli essenziali di assistenza, quella griglia che finora allo scorso anno fa relegava la Calabria tra le regioni peggiori d’Italia ma che ora consegna un quadro più rincuorante: al momento la Calabria è “adempiente” nell’area Ospedaliera e nell’area della Prevenzione, inadempiente in quella Distrettuale. Tra i punti che si possono annoverare come positivi alcune scelte nel segno della discontinuità e del merito – Occhiuto ha nominato manager di spicco con esperienze gestionali con il centrosinistra in altre regioni – e nel segno della qualità – i “luminari” rientrati in Calabria, tra cui Franca Melfi. La sanità calabrese poi registra un sostanziale passo in avanti sul piano della contabilità, oggi francamente non più “orale” e “omerica” com’è stata negli ultimi anni nella narrazione collettiva: grazie anche a qualche “pressione” – per non dire “forzatura” – normativa, Occhiuto ha praticamente chiuso – “normalizzandola” – questa partita con l’approvazione anche dei bilanci “fantasma” delle Asp di Reggio Calabria e di Cosenza oltre che della Gsa e i “consolidati” dell’intero perimetro sanitario (autentici “buchi neri” fino a poco fa), oltre all’azione permanente messa in campo, anche con il supporto della Guardia di Finanza, per l’accertamento dei debito sanitario. Miglioramenti si riscontrano anche sulla “cultura del dato”, nel senso che sul piano dei flussi di comunicazione e informazione la Calabria ha fatto passi avanti, grazie anche al lavoro di Gandolfo Miserendino, dg di Azienda Zero, ingaggiato soprattutto per la sua competenza su questo segmento della governance sanitaria. Da segnalare poi la nascita dell’azienda ospedaliera universitaria “Dulbecco” di Catanzaro, uno degli hub più imponenti del Mezzogiorno (oltre 800 posti letto), frutto della fusione tra il Policlinico universitario Mater Domini e l’ospedale “Pugliese Ciaccio” e l’istituzione della Facoltà di Medicina a Cosenza, sia pure corredata da forti polemiche da Catanzaro.
Le criticità
Tante, però, ancora le criticità, peraltro mai nascoste dallo stesso Occhiuto. Alcune tragedie come la morte di Serafino Congi a San Giovanni in Fiore ha riproposto il tema delle annose problematiche dei pronto soccorso e dell’emergenza urgenza, sulle quali la struttura commissariale guidata da Occhiuto è intervenuta soprattutto in termini di dotazione di mezzi e di personale e con altri interventi la cui efficacia si potrà misurare più in là nel tempo. Per non parlare dell’endemica carenza di personale nelle corsie degli ospedali calabresi, con i continui appelli di Occhiuto al governo nel senso di una attenzione diversa a realtà di frontiere come la Calabria e la costante pubblicazione di bandi per nuove assunzioni lanciati dalla Regione Calabria i cui effetti però sono destinati a dispiegarsi solo nei prossimi anni mentre per ovviare all’emergenza, che è strutturale, Occhiuto ha fatto ricorso al reclutamento dei medici cubani in base a un accordo con la “Comercializadora”, che ha messo a disposizione complessivamente circa 500 operatori caraibici da qui al 2027. E poi, le continue denunce da parte dell’opposizione sulla lunghezza dei tempi d’attesa e sulla conseguente mobilità passiva che, per come emerso anche da un decreto commissariale sul riparto del Fsn alle Asp, nel 2024 è ancora attestata a oltre 300 milioni. Ritardi si riscontrano poi nella realizzazione delle strutture che dovrebbero migliorare l’assistenza territoriale, come le Case della Salute e gli ospedali di Comunità, con un avanzamento della spesa dei fondi Pnrr ritenuta dall’opposizione molto bassa. E ancora da mettere a punto e a pieno regime c’è l’azione di Azienda Zero, che ha pagato anche la prematura scomparsa del primo commissario, il professore Giuseppe Profiti.
I nuovi ospedali
Un capitolo a parte merita il tema della costruzione dei grandi ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro, concepiti addirittura nel 2007 ma per tanti anni rimasti sostanzialmente al palo. Anche per effetto dei poteri straordinari derivanti sdalla sua nomina a commissario per l’edilizia sanitaria, Occhiuto ha “riacceso” l’iter burocratico per queste strutture, e oggi l’ospedale della Sibaritide sembra stia procedendo ormai spedito, anche Vibo Valentia si è riattivato mentre ancora indietro appare l’ospedale della Piana di Gioia Tauro, anche se il cantiere ha iniziato a lavorare.
La fine del commissariamento
Ovviamente, sullo sfondo resta il tema dei temi, la fine del commissariamento della sanità calabrese, tema chiaramente rimasto “in stand by” per la fine anticipata della legislatura regionale e per le dimissioni di Occhiuto anche dalla gestione straordinaria della sanità. Nelle ultime uscite pubbliche Occhiuto aveva riferito di positive interlocuzioni con il governo sul piano politico, con l’assenso da parte dell’esecutivo, ma aveva riferito anche di perdurati resistente dei tecnici ministeriali: in corso comunque la trattativa per la rinegoziazione del piano di rientro, legata all’uscita della Calabria dal commissariamento. Saranno questi due tra i dossier più importanti che si ripresenteranno dopo le elezioni del 5 e 6 ottobre. (a. cant.)
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