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«Il reddito sociale regionale è un sussidio temporaneo erogabile con il Fse»

Lo Schiavo (Sinistra Italiana) replica alle critiche del centrodestra sulla proposta programmatica del centrosinistra

Pubblicato il: 23/08/2025 – 21:21
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«Il reddito sociale regionale è un sussidio temporaneo erogabile con il Fse»

LAMEZIA TERME «Chissà perché, ogni volta che si discute di proposte per aiutare i soggetti deboli o svantaggiati, la destra ha il classico riflesso condizionato: dice che non ci sono soldi. Il reddito sociale regionale (aggiuntivo rispetto all’assegno nazionale di inclusione) è un sussidio temporaneo e non strutturale che può essere erogato attraverso il FSE- fondo sociale europeo, come sta progettando la Regione Toscana». Lo afferma in un posto sui social il consigliere regionale uscente Antonio Lo Schiavo (Si), capogruppo del Misto. «Un mio collega consigliere regionale (spalleggiato da altri politici di destra) sostiene – dice Lo Schiavo – che manca la copertura finanziaria. Siccome ha approvato il Bilancio di previsione 2025, dovrebbe rammentare che esistono per 342 milioni di fondi- sotto la voce ‘fondi e accantonamenti’- che la Regione non ha speso a causa della fine anticipata della legislatura. Si tratta del programma cui stavano per attingere tutte o quasi le proposte di legge presentante dall’inizio dell’anno. Ciò a non voler considerare i fondi per le politiche attive del lavoro (di questo si tratta, poichè il percettore deve accettare di svolgere lavori di pubblica utilità per poter avere l’integrazione): il consuntivo 2024 registra 242 milioni di cassa (dei quali solo 126 impegnati) e 74 milioni di economie. Fondi che la Regione non riesce a spendere – non da ieri ma ogni anno di bilancio- e che rischia di dover restituire, se non li impegna, all’UE. Altro che ‘maggiori imposte a cittadini e imprese’, come dice la destra. Del resto, cosa aspettarsi da chi: – ha azzerato il fondo nazionale per le locazioni a favore dei non abbienti;  non ha indicizzato le pensioni minime al costo della vita; pensa di accreditare strutture sanitarie private attribuendo loro posti letto sottratti agli ospedali pubblici».

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