La mamma di Filippo: «Chi lo ha ucciso ci disse che non dovevamo aprire lì il nostro lido»
Angela Giaquinta parla dopo la rissa in cui è stato ucciso il figlio 22enne: «L’ho trovato nelle braccia di mio marito che cercava di salvarlo»

CROTONE «Le persone che hanno ucciso Filippo sono venute fino a casa mia per dirmi che lì non avremmo dovuto aprire il lido». A parlare, con la voce rotta dalle lacrime, è Angela Giaquinta, la mamma di Filippo Verterame, il 22enne ucciso nel corso di una violenta rissa a Le Cannella, nel territorio comunale di Isola Capo Rizzuto. Per il suo omicidio è indagato Giuseppe Paparo, arrestato insieme ad altre quattro persone indagate per rissa aggravata. Si tratta di Francesco e Antonio Paparo e di Giuseppe Verterame e Alessandro Bianco. Indagato a piede libero anche Carmine, padre di Filippo.
«Non potevamo aprire il lido perché il piazzale era il loro»
In un’intervista rilasciata a Tgr Rai la mamma Angela ripercorre gli attimi della tragedia: «Alle 12:10 mi hanno chiamato dal bar: “Angela corri che hanno ferito Filippo”. È successo tutto in dieci minuti: sono scesa giù e l’ho trovato nelle braccia di mio marito che cercava di salvarlo». All’origine della rissa, non soltanto i motivi immaginati all’inizio, ma – spiega – ce ne sarebbero di più profondi: «Filippo è morto per colpa mia, è morto per la mia ambizione e per colpa della mia volontà di fare le cose giuste. Le persone che hanno ucciso filippo sono venute fino a casa mia per dirmi che noi lì non avremmo dovuto attivare il lido perché quel piazzale dove c’è il chiosco è stato fatto dal nonno del ragazzo che ha ammazzato Filippo. Noi non potevamo fare lì il lido perché il piazzale era il loro» racconta. Nonostante questo, la famiglia non ha ceduto alle pressioni: «Filippo non avrebbe mollato, mio marito cercava di convincerlo di spostarsi e lui ha detto: “Se io me ne devo andare da qui, me ne devo andare da Isola”. Noi – continua -abbiamo bisogno di legalità e io avrò pace solo quando le istituzioni e la giustizia ridaranno ai ragazzi di Cannella quei pezzi di spiaggia e si potranno sentire liberi di poterla migliorare e aggiungere servizi senza chiedere il permesso a nessuno. Filippo voleva questo, io mi auguro che altri potranno farlo». (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato