Cipolla rossa, Nocera e Amantea “blindano” la costa: ordinanze contro i pesticidi per difendere il mare
La Procura di Paola prepara il monitoraggio di fiumi, insediamenti industriali e processi di lavaggio. Russo e Pellegrino: «Obiettivo prevenzione»

LAMEZIA TERME È l’attività imprenditoriale simbolo di un territorio e per questo da tutelare sotto tutti gli aspetti. Per queste ragioni la coltivazione della rinomata “Cipolla rossa” da Campora San Giovanni a Nocera – siamo sul litorale tirrenico – potrebbe portare a sviluppi investigativi con possibili ripercussioni anche sull’attività e sul piano occupazionale. Al primo posto, infatti, c’è la tutela ambientale, materia che sarebbe oggetto di approfondimento della Procura di Paola. Domenico Fiordalisi, infatti, nei giorni scorsi parlando al Tg3 aveva annunciato (da settembre) il monitoraggio «di fiumi e insediamenti industriali tra Tortora e Campora San Giovanni, in particolare quelli legati alla produzione della cipolla, che crea grossi problemi di inquinamento».
Le indagini e le ordinanze a Nocera e Amantea
Lente d’ingrandimento puntata sul processo di lavorazione del prodotto simbolo del territorio e della Calabria, con un occhio di riguardo sul metodo di lavaggio le cui acque non possono finire nei corsi d’acqua piovana e nella rete delle “acque bianche”. Un monito recepito prontamente dai sindaci di Amantea e Nocera Terinese. In particolare, il sindaco di Nocera, Saverio Russo, attraverso l’ordinanza del 23 agosto, ha disposto il divieto «all’uso, il deposito e lo spargimento di fertilizzanti chimici, diserbanti, pesticidi, liquami o altri materiali potenzialmente inquinanti, entro 200 metri di distanza da pozzi idrici, corsi d’acqua naturali e sorgenti naturali e fonti d’acqua potabile», nei fondi agricoli confinanti con il mare, lungo tutta la fascia costiera.
L’obiettivo della Procura di Paola è quello di monitorare il sistema degli scarichi fognari lungo il litorale. L’inquinamento delle acque, inoltre, potrebbe dipendere anche dalla gestione delle attività agricole e industriali che insistono sul territorio.
Russo: «Obiettivo prevenzione»
Raggiunto telefonicamente, il sindaco di Nocera, Saverio Russo, ha spiegato al Corriere della Calabria: «È una decisione presa sulla scorta delle indagini che stanno avendo luogo sulla costa tirrenica cosentina, ma il motivo principale è la tutela dei consumatori e la difesa dell’ambiente e la tutela anche dei prodotti locali». Per il sindaco le ordinanze rafforzano quelle che sono già le leggi, «il Testo Unico dell’Ambiente prevede il non utilizzo in determinate zone di questi fertilizzanti, erbicidi ed elementi chimici che possono alterare e danneggiare l’ambiente». A proposito dei possibili effetti sulla qualità del mare, il sindaco ha spiegato: «Non abbiamo avuto fenomeni come nei comuni vicini, nessun episodio particolarmente rilevante. E quindi il mare l’abbiamo trovato pulito, così come i corsi d’acqua ma è importante chiarire che è un dispositivo per prevenire. Quindi noi facciamo prevenzione con questa ordinanza».
Amantea
Stessa misura, dunque, adottata dal primo cittadino di Amantea, Enzo Pellegrino, il cui messaggio al Corriere della Calabria è ancora più incisivo: «È chiaro che le attività messe in atto dai produttori delle cipolle sono di tipo intensivo, quindi l’ipotesi è che possano utilizzare delle sostanze che a ridosso della fascia costiera, teoricamente, potrebbero determinare inquinamento del mare, e comparsa dei fenomeni dell’acqua verde», ci spiega. «Il secondo aspetto è legato alla lavorazione, quindi l’ordinanza serve a ribadire i crismi di legge nell’uso di questi fertilizzanti. Il produttore può fare tutto quello che vuole ma, come prescrive la legge, a ridosso di alcune strutture, come pozzi, acque sorgive oppure linea di costa, queste sostanze non possono essere utilizzate».
C’è un altro aspetto che il sindaco Pellegrino spiega: «L’ordinanza è “erga omnes”, a 200 metri dalla linea di costa e un certo numero di metri dalle acque sorgive e dai pozzi, dai pozzi. Magari ci saranno pure i produttori di cipolle, ma non è finalizzato a impedire le loro attività ma a ridurre il rischio di inquinamento del mare da sostanze certamente consentite in agricoltura, ma non idonee allo sversamento in mare».
Il plauso di WWF
Un’ordinanza accolta con favore anche dal WWF Catanzaro. «La presa di posizione netta a favore del rispetto dell’ecosistema marino e costiero del Sindaco viene accolta con favore e si spera che altri Sindaci dei comuni affacciati sul litorale tirrenico intraprendano azioni analoghe e, con determinazione, richiedano il controllo alle istituzioni preposte. La salute del mare richiede azioni di controllo integrate, che partano a monte dei corsi d’acqua e delle falde acquifere sotterranee e, altresì, considerino i fenomeni di percolazione delle sostanze usate sul suolo». (redazione@corrierecal.it)