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SETTE GIORNI DI CALABRESI PENSIERI

Cartografia dell’elettore indeciso sul voto da esprimere alle prossime regionali

Storia e geografia dell’isola del tesoro della politica

Pubblicato il: 30/08/2025 – 6:55
di Paride Leporace
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Cartografia dell’elettore indeciso sul voto da esprimere alle prossime regionali

Le mappe sono importanti. Definiscono, indicano, guidano, rappresentano. Pensate alla mappa del romanzo dell’Isola del tesoro di Stevenson che dà origine alla narrazione di quel libro. Dall’idea di quella mappa nascono vicenda, personaggi, luoghi.
E in queste ore di fine agosto la platea di chi vuol sapere e decidere il destino della Calabria a questo bivio di tempo del primo quarto di nuovo secolo ognuno scruta la propria mappa.
La mappa in questione è stata creata da Roberto Occhiuto che interpreta il ruolo  del ragazzo Jim Hawkins nel romanzo di Stevenson e che in larga parte è il narratore, infatti è il presidente uscente che ha deciso con le sue dimissioni di aprire un’inattesa narrazione elettorale calabrese.
Occhiuto che in uno dei suoi ultimissimi video proferisce il suo “Sono stato giovane anch’io” presentandosi come ragazzo fortunato alla Jovanotti e che questa fortuna vuole da politico navigato allargarla a giovani calabresi che devono saper sfruttare nella loro terra le migliori occasioni. E che per Occhiuto  le elezioni non siano né un pranzo di gala (nonostante le innumerevoli cene elettorali) né una passeggiata ne abbiamo indicazione cartografica dalla prima pagina del Foglio di venerdì che titolava sulla colonna “Incubo Calabria. Fdi teme il 5 a 1 alle regionali. Via della Scrofa (sede nazionale di Fdi ndr) mobilita i parlamentari per le liste calabresi” – saranno candidati Fausto Orsomarso, Ernesto Rapani, Alfredo Antoniozzi, Denis Nesci e Wanda Ferro – concetto ribadito nel titolo di  quarta pagina “Attenti a Tridico”.
Aspettando il primo sondaggio ufficiale possiamo affermare che la Calabria è certamente contendibile a seguire le diverse cartografie di orientamento. E quindi attenti a Tridico, che al momento evita per stile e gnosi politica il giustizialismo contro Occhiuto, mentre invece in un suo recente post ha puntato sulla biografia sentimentale raccontando della morte della mamma avvenuta lo scorso 2 luglio con confessione ammonitoria “da Scala Coeli non abbiamo potuto portarla all’ospedale di Cariati” ma neanche a Corigliano o a Rossano. La mamma dell’aspirante presidente di Calabria è dovuta arrivare a 70 chilometri della sua residenza, ovvero ad Acri. E quindi il candidato afferma: «Ho provato sulla mia pelle cosa significa l’abbandono della sanità calabrese. Non è accettabile». Altro discorso è come cambiarla la sanità calabrese ma per il momento si mette avanti la protesta per riceverne voti.

tridico presidente simbolo

Tridico chiede consensi alla sinistra che non vota. I moderati della coalizione rumoreggiano per la seconda iniziativa pubblica con Mimmo Lucano da Riace, collega europarlamentare di Tridico sotto le insegne di Avs. Lucano poco elettorale e in odor di Severino a detta dei critici ma Tridico non se ne cruccia e si è pure assicurato in lista la filosofa Donatella Di Cesare, che di calabrese ha solo le origini sidernesi, ma che è campionessa di diritti nei suo scontri con la destra a “Di martedì”. Una condizione che fa inalberare i pochi intellettuali di destra perché ignorati e mai considerati. Ha scritto in queste ore il professore Spartaco Pupo, nome tanto di sinistra ma mondo delle idee molto a destra: «Mentre altrove si continuano a premiare quasi unicamente i campioni delle preferenze costruite sullo scambio elettorale, c’è ancora chi scommette su chi ha qualcosa da dire, più che promettere». Così è se vi pare scrisse Luigi Pirandello che a destra fu sempre molto considerato per quello che aveva da dire. E che qualcosa sia cambiato in Calabria, dove gli intellettuali erano soliti sparare sul loro quartiere generale adagiandosi su posizioni di rottura, ne abbiamo prova dal fatto che giri un appello di questa categoria novecentesca gramsciana che in poche righe urlano al mondo. “La Calabria non potrebbe avere oggi un candidato presidente più giusto e capace, per esperienza e relazioni internazionali, di Pasquale Tridico” e giù una cinquantina di autografi, dello storico Piero Bevilacqua, di Mimmo Cersosimo e di Rosanna Nisticò, e poi ha firmato anche il rivoluzionario Francesco Cirillo, l’antropologo Minervino e l’archeologo Battista Sangineto che in verità quando sente pronunciare Occhiuto gli viene l’orticaria, e sottoscrive anche lo storico Vittorio Cappelli. E all’appello hanno aderito anche gli stranieri come il celebre professor Canfora che diede alla Meloni della nazista o giù di li, Carmen Lasorella e Michele Santoro, e Viesti, Montanari, e anche il filosofo Marramao e l’archeologo Settis che in Calabria hanno le loro origini. Gli appelli di questa natura negli anni Settanta erano soliti arrivare a formazioni di estrema sinistra che raramente raccoglievano quorum per un seggio. Nel nuovo secolo vedremo cosa muove questa mobilitazione che annovera anche la firma del paesologo di successo Franco Arminio che, oltre a guidare piccole moltitudine nei calanchi, leggendo Leopardi fu capace di dialogare con il ministro Barca sulla vitale questione delle aree interne. Ma anche per Tridico non sarà un pranzo di gala o una barricata illuminata dal Sol dell’avvenire. Te ne avvedi quando Tommaso Greco, calabrese espatriato alla docenza di Diritto a Pisa ammonisce: «Quasi mai i professionisti della nostalgia, peraltro seguitissimi sui social, riescono a dire una parola che apra qualche conflitto rispetto a ciò che avviene e continuerà ad avvenire». E quindi professor Tridico stia attento, anche lei con la sua storia di emigrante calabrese perché rischia di essere un professionista della nostalgia, categoria ben diversa da quelli dell’antimafia che avevano provato ad avere Nicola Gratteri candidato presidente della sinistra non garantista.
Ma attento Tridico, ha visto quella lettera al Fatto Quotidiano del calabrese Angelo Bianco emigrato in Liguria che le dà positivamente del “pazzo” ma la invita a non far la fine del candidato Orlando che sbagliò il rigore a porta vuota dopo l’indagine sul presidente Toti. E per questo motivo il dottor Bianco la invita a far davvero il pazzo alla Pino Daniele “rinnegando le logiche delle segreterie di partito. Sia lei a scegliere con sé solo tutti altri pazzi, in ordine a curriculum, merito, moralità, onestà e non i soliti noti a caccia di una poltrona di prestigio”. Questa egregio dottor Bianco è solo utopia, materia quindi che si guarda ma non si raggiunge. La cartografia elettorale di Calabria passa per candidati che muovano preferenze. Partita a scacchi con pedoni, alfieri e qualche regina.


Nei principali schieramenti avversi si muovono campioni come Filippo Mancuso che prenderebbe voti anche dietro una bandiera bianca, ed è tornato nell’agone anche Scopelliti che per evitare chiacchiere farà riversare i suoi voti al suo delegato Sarica. Sono spesso candidati di famiglia, perché in politica l’eredità conta come insegnano i Kennedy e i Bush. E quindi non potrà mancare una Gentile come Katia, a questo palio sotto le insegne della Lega non sappiamo quanto gradita allo zio Tonino e al cugino diventato deputato. Ci sarà Giuseppino Falcomatà, figlio di Italo e Rosetta e cognato di Naccari Carlizzi, e si cimenta anche Elisabetta Aiello figlia di Pietro sostenuta da Mimmo Tallini che ha deposto le sue ugge per come fu trattato da Occhiuto. E correrà ancora per il risultato Maria Pia Funaro, figlia di Ernesto, democristiano, misasiano illustre che continuerà a dar suggerimenti alla discendente approdata alle idee di Niki Vendola. Dicono ci sarà anche Antonello Giudiceandrea, sindaco di Calopezzati, fratello dell’ex consigliere regionale Giuseppe, ma soprattutto figlio di Giovambattista segretario provinciale del Pci negli anni Cinquanta e della mitica Rita Pisano sindaca per un trentennio nella rossa Pedace. Ma c’è anche chi una tradizione la inizia, come l’assessore regionale uscente Gianluca Gallo che alle precedenti elezioni contò ben 22 000 preferenze. Dicono che questa volta andrà oltre. La cartografia delle regionali del 2025 dovrà disegnare la nuova storia e geografia dell’Isola del tesoro della politica calabrese. (redazione@corrierecal.it)

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