In Calabria è “guerra” alla droga dei clan: ad agosto raffica di sequestri di piantagioni
Dalla Sila all’Aspromonte, un mese di blitz tra parchi naturali e zone impervie per un controvalore da milioni di euro

LAMEZIA TERME Un agosto rovente, e non solo per le temperature o per il clima politico calabrese in vista del voto. C’è una lotta, infatti, che non finisce mai, combattuta quasi nel silenzio e fra le righe di comunicati sterili, ma solo in apparenza.
Già perché nelle ultime quattro settimane – in tutta la Calabria – si è fatta più serrata la guerra contro la coltivazione di piantagioni di marijuana. Si tratta di un business “secondario” rispetto al narcotraffico di cocaina, certo, ma per questo non meno importante. Anzi, la coltivazione della canapa e la trasformazioni in dosi è un procedimento lungo, ma ben ripagato su un mercato che non conosce confini e – peggio – non conosce crisi.

L’ultimo ingente sequestro in ordine di tempo è notizia di questa mattina. All’interno del Parco Nazionale – Riserva Naturale del Fiume Lao – i poliziotti della Questura di Cosenza hanno scovato due piantagioni di canapa indiana, arricchite da almeno 500 piante. Dai rilievi sarebbe emersa la varietà dell’altezza delle piante stesse, alcune di due metri di altezza, altre con un’altezza media di circa 170 cm, per un peso complessivo di oltre 100 kg. Valore di mercato? Circa un milione di euro ricavato dall’essicazione del prodotto, sottratto invece alle organizzazioni criminali.
Solo ieri, invece, poco più di 50 piante sono state scovate a Careri, nel Reggino, dai Carabinieri della Compagnia di Locri, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e dall’8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia. Nel blitz è stato beccato un uomo intento ad annaffiare la piantagione.

Altre 150 piante erano state trovate il 21 agosto nel Vibonese dai Carabinieri di Fabrizia mentre a Ferragosto era stata individuata a Sant’Eufemia d’Aspromonte una piantagione di cannabis in un’area di 250 metri quadri – irrigata da un articolato sistema di irrigazione automatizzato – dagli uomini della Guardia di Finanza di Vibo Valentia. Esempi, certo, ma in tutto il mese di agosto le scoperte sono state davvero numerose, come la fabbrica della droga scoperta nella Locride il 19 agosto. Secondo i militari, infatti, La coltivazione, per dimensioni e organizzazione, aveva assunto i connotati di un’impresa agricola illegale, pronta a immettere sul mercato enormi quantitativi di droga per diversi milioni di euro di fatturato. Episodi significativi, ma sono solo una parte del lavoro di repressione compiuto per tutto il mese di agosto.

Insomma, un mercato florido e un business che per tempi e modalità di coltivazione riesce a mantenere ancora gli stessi contorni, sfruttando un mercato florido e l’ingegno di chi, in zone sperdute della Calabria, riesce a mettere in piedi allacci abusivi o sistemi di condotte idriche che sfruttano qualunque tipo di corso d’acqua. E non cambia neanche l’impegno sul campo da parte delle forze dell’ordine con il coordinamento delle diverse Procure. Una lotta alle coltivazioni illecita che supera anche i limiti dettati da zone impervie e molto ben nascoste e che rappresenta un ostacolo fondamentale al proliferare della criminalità organizzata calabrese. (g.curcio@corrierecal.it)
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