“Nick Dinamite” Amoruso: la Reggina dei miracoli e una seconda giovinezza
Da un’annata anonima al Messina all’arrivo in amaranto nel 2005: la rinascita del bomber di Cerignola nella stagione della salvezza impossibile

È l’estate del 2005. Un trentunenne è chiamato a Reggio Calabria con il peso di una carriera da “tuttocampista” del gol. Nicola Amoruso di Cerignola, soprannominato affettuosamente “Nick Dinamite” per la sua esplosività sotto porta e la capacità di accendersi nei momenti decisivi, arriva alla Reggina da svincolato dopo una stagione anonima al Messina, e con molti che lo considerano ormai sulla via del tramonto. Invece, è l’inizio di una seconda giovinezza.
L’ingaggio silenzioso e la prima stagione amaranto
La trattativa è discreta, senza clamori, ma con un significato evidente: serviva un leader. Walter Mazzarri, tecnico ambizioso e viscerale, vede in Amoruso quel mix di esperienza e fame da ragazzino che può far la differenza. Nicola risponde con i fatti: nel 2005-06 diventa il capocannoniere della squadra con 11 gol e la Reggina conquista una tranquilla salvezza piazzandosi al tredicesimo posto.
Quell’anno, Amoruso si fa apprezzare non solo per i gol, ma per la sua capacità di far salire la squadra, di prendersi la responsabilità nei momenti decisivi, e per l’intesa con i compagni, in particolare con il giovane Rolando Bianchi, che presto diventerà il suo “gemello del gol”.
La stagione eroica: la Reggina e la rincorsa contro la penalizzazione

Il 2006-2007 è un anno leggendario, la stagione del miracolo amaranto. Dopo lo scandalo Calciopoli, la Reggina parte con una penalizzazione di -15 punti, poi ridotta a -11, un handicap che sembra impossibile da colmare. La società è sotto assedio, il presidente Foti è squalificato, la squadra è data per spacciata.
Ma qui scende in campo “Nick Dinamite” nella sua versione più esplosiva. Amoruso segna 17 gol, diventando il faro di una squadra che combatte come una famiglia. Tra i gol più iconici c’è quello segnato contro la Roma al “Granillo”: un sinistro potente da fuori area che fa esplodere il pubblico e infonde nuova linfa ai compagni. Altra gemma è la doppietta nella vittoria fondamentale per 3-2 contro il Parma, dove la sua freddezza sotto porta regala tre punti pesantissimi.
Senza dimenticare il gol decisivo nell’ultima partita di campionato contro il Milan, un inserimento perfetto e un tiro preciso che apre le marcature in quella che sarà la festa più bella della stagione. Quel giorno, l’intero stadio esplode e la Reggina compie il miracolo.
L’intesa con Bianchi è devastante: insieme realizzano 35 gol, un totale che li porta a eguagliare, in Europa, la coppia più prolifica della stagione – niente meno che Messi e Ronaldinho del Barcellona. Un dato straordinario soprattutto per la Serie A di quegli anni, dominata da difese arcigne e tatticismi esasperati.
Il trionfo del 27 maggio e la salvezza epica
L’epilogo di quella stagione è un trionfo indimenticabile. Il 27 maggio 2007, davanti a uno stadio Granillo gremito e infuocato, Amoruso apre le marcature contro il Milan con un inserimento perfetto e un tiro calibrato che supera Dida. Quel gol non è solo il vantaggio in una partita difficile, ma la consacrazione di un’impresa che sembrava impossibile: la Reggina si salva nonostante gli infiniti punti di penalizzazione.
I tifosi cantano a lungo, abbracciano i loro eroi, e Nicola Amoruso diventa una leggenda. Per lui la maglia amaranto è una seconda pelle, un legame che durerà per sempre. Ha raccontato di recente: «A Reggio ho vissuto alcune delle esperienze più belle e intense della mia carriera. Quel gruppo era unito, ci divertivamo e ci sentivamo invincibili. Quella salvezza la consideriamo il nostro Scudetto».
Il proseguimento della carriera e il lascito amaranto

Nella stagione successiva, Amoruso perde Bianchi, passato al Manchester City, ma trova un nuovo compagno d’attacco di qualità, Francesco Brienza. Continua a segnare e a incidere, raggiungendo la doppia cifra anche nell’ultima stagione in Calabria, portando il totale a 40 gol in 98 presenze con la Reggina, numeri da vero protagonista. Prima di arrivare a Reggio Calabria, Amoruso aveva vissuto esperienze importanti in squadre storiche come Juventus, Fiorentina e Perugia, dimostrando sempre la sua qualità. Alla Juve, ad esempio, si era affermato come attaccante affidabile, vincendo anche uno scudetto e una Champions League. Dopo la Reggina, invece, percorre la fase finale della carriera con vari club, mantenendo sempre un ruolo da leader e uomo spogliatoio. Nonostante i numeri e le stagioni importanti, però, Nicola rimane uno dei migliori marcatori italiani a non aver mai esordito in Nazionale maggiore, un curioso record che non scalfisce però la sua immensa carriera. (f.v.)
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