Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 20:07
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Storia di una lotta dal basso

La Madonna di Polsi a San Luca per dare una scossa all’autodeterminazione calabrese

«La Madonna è scesa ancora tra la sua gente a premiare chi ha preso il destino in mano su un tesoro immateriale che chi vuole guidare i calabresi non riesce a comprendere»

Pubblicato il: 02/09/2025 – 13:46
di Paride Leporace
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
La Madonna di Polsi a San Luca per dare una scossa all’autodeterminazione calabrese

Né Occhiuto, né Tridico e tantomeno il candidato outsider Francesco Toscano schierato dal rossobruno Marco Rizzo hanno speso una parola per commentare quanto accaduto a San Luca per le celebrazioni della Madonna della Montagna. Ma si sa che la politica è distante dalla Calabria reale. Lo ha fatto, invece, da par suo su queste colonne Francesco Bevilacqua, avvocato e scrittore sostenendo con un bellissimo racconto che “Polsi è il luogo per liberarci che il Sud, la Calabria sarebbero una patologia della modernità”. Piccolo riepilogo utile al lettore che non ha seguito gli avvenimenti.
La Festa della Madonna della Montagna è tradizione antica di Aspromonte che richiama popoli di Calabria e Sicilia per un’apparizione datata all’XI secolo. Nella tradizione s’inserì la vecchia ‘ndrangheta d’opposizione inserendo i suoi riti e riunione annuale in mezzo alla loro gente. Per nuova tradizione anche la ‘ndrangheta imprenditrice ha continuato a mescolarsi al popolo venendo presa anche in castagna da investigatori, sbirri e carabinieri. Questo fantasma fracassone dei malamente per volontà di Stato ha spesso inficiato il raduno popolare con emergenzialismi eccessivi che quest’anno hanno rischiato di far sospendere la festa.
A circa tre settimane dei giorni e delle notti più lunghe d’Aspromonte, il commissario prefettizio dal ghigno sabaudo (a San Luca non si vota quasi mai per il sindaco) in concerto con il vescovo di Locri, Francesco Oliva, annunciavano senza averne discusso con nessuno che quest’anno la festa si sarebbe svolta a Locri “perché le strade che conducono a Polsi sono pericolose e non transitabili”. Strade finanziate dal Pnrr ma senza molta resilienza e velocità europea perché San Luca è terra maledetta per chi ci abita.
Si tenga conto che per lunghi anni fedeli e paesani si sono sempre inerpicati per vie in terra battuta in devozione alla Madonna della Montagna. E per indorare la pillola hanno anche annunciato che la messa della Madonna allo stadio di Locri sarebbe stata celebrata dal cardinale Zuppi a voler dare un contentino mediatico al grande evento antropologico e religioso.
Questa volta a San Luca non sono stati in silenzio. In 150 si sono presentati in municipio ad esprimere il loro dissenso al commissario. Le donne del paese hanno annunciato che il 2 settembre loro avrebbero aperto le case a chi sarebbe salito comunque a San Luca, e comunque il paese non sarebbe andato a Locri per rinnovare i 4 secoli di pellegrinaggio.
Si provano le mediazioni. La messa si vuole celebrare allora allo Stadio di San Luca, ma il paese di Alvaro è sventurato perché la struttura risulta sequestrata dopo che in passato aveva ospitato riscatto sportivo e anche sociale con passerella di numerosi professionisti dell’antimafia.
E allora il cardinale Zuppi che è uomo di mondo si sfila e rimanda la sua venuta pastorale in Aspromonte e il presidente della Cei non ha neanche mancato di scrivere in un suo messaggio che ormai a Polsi si persegue il bene comune.
La forza della ragione della protesta dal basso del popolo di San Luca ha indotto il vescovo Francesco Oliva ieri a far esporre la statua della Madonna della Pietà nella sua parrocchia del paese. E la gente è scesa in strada con festoni e preghiere per accogliere i visitatori senza l’ingombrante presenza dello Stato tiranno e della ‘ndrangheta predatrice.
E il vescovo convertito ha potuto annunciare che la statua della Madonna “Resterà nella vostra Chiesa tutto il tempo necessario, perché possa essere invocata e venerata”. Ha saggiamente scritto Gioacchino Criaco, scrittore d’Aspromonte che “Polsi è l’argomento centrale, pure della regionali in arrivo. E’ il nodo vero se si vuol parlare di aree interne, si stare. Rompere il legame con la terra è l’abbandono definitivo. Ma c’è un terrore evidente nei più a parlarne”.
Se lo Stato continua a voler governare la Calabria difficile con l’occhiuto sguardo di chi in passato provò anche a proibire che si arrostisse la capra su quei declivi selvaggi. E invece la Madonna è scesa ancora tra la sua gente a premiare chi ha preso il destino in mano su un tesoro immateriale che chi vuole guidare i calabresi non riesce a comprendere.
La lontananza mi ha impedito di poter essere a San Luca con le sorelle e i fratelli calabresi. Per consolazione, allora, ho preso nella mia libreria “La signora di Ellis Island” di Mimmo Gangemi per rileggere il passo che recita: “Il culmine della festa sarebbe stato l’indomani, ma già c’era una gran folla. Convergevano a migliaia dalla provincia. Gli ‘ndranghetisti al completo. Lì decidevano, creavano alleanze, assoldavano prestigio e gerarchie. Uccidevano anche…Dall’avvento del fascismo non era più successo. Il regime li aveva ammansiti, spedendoli al carcere o al confino alla minima bravata”. Non so se la Repubblica del XXI secolo ha ammansito i loro discendenti, ma nella Polsi di oggi a mio parere non hanno più cittadinanza di comando e rappresentazione allegorica. (redazione@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x