Maxi sequestro di cellulari nel carcere di Cosenza
Rinvenuti oltre 50 grammi di hashish e cocaina. L’allarme del Sappe: «avvicendare i vertici del carcere cosentino»

COSENZA Questa mattina, nel carcere di Cosenza, dopo una perquisizione straordinaria che ha visto l’impiego del personale di polizia penitenziaria del reparto cosentino, oltre a numerose unità provenienti dal resto della regione, sono stati rinvenuti e sequestrati circa cinquanta telefoni cellulari, oltre a circa 50 grammi di hashish e cocaina.
«Da tempo lanciamo l’allarme sul carcere di Cosenza – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Ciccone, segretario regionale – per le condizioni di sicurezza inadeguate e per l’abbandono in cui versa il personale di polizia penitenziaria. La nostra recente visita ci aveva consentito di constatare de visu le situazioni lamentate dal personale che rappresentiamo.
Riteniamo che sia giunto il momento di avvicendare con immediatezza i vertici del carcere cosentino, considerata l’inadeguatezza dimostrata dagli stessi, sia nella gestione della sicurezza del carcere, sia nelle relazioni con una consistente parte del personale, non solo di polizia».
«Il maxi sequestro di 50 telefonini cellulari e di un consistente quantitativo di droga effettuato alle prime ore di sabato presso presso la Casa circondariale di Cosenza è frutto di un importante operazione della polizia penitenziaria, grazie anche al supporto operativo delle unità provenienti dalla regione»: è quanto dichiarano in una nota il segretario regionale dell’Uspp Federico Giorgio e il vicario Walter Campagna. «Conosciamo bene l’istituto cosentino e le criticità che purtroppo affliggono la struttura, ma non possiamo esimerci di elogiare l’ impegno profuso quotidianamente dal personale e di tutta la catena di comando, nonostante la grave carenza di agenti e le varie problematiche cui versa il penitenziario bruzio. Del resto – aggiungono i sindacalisti – anche nel corso di una recente visita da parte di una Camera penale si è inteso sottolineare come il personale della Polizia penitenziaria, rappresenti l’unica dimostrazione concreta dell’esistenza dello Stato di diritto, con un impegno quotidiano che sopperisce alle carenze strutturali e organizzative. Riflessione che condividiamo pienamente, unitamente alla fiducia gestionale che riponiamo nei confronti del Direttore e del Comandante, che necessitano soltanto di adeguate risorse». (redazione@corrierecal.it)
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