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L’ANNIVERSARIO

«Perché scrivere non costa niente». Alfabeto Camilleri a 100 anni dalla nascita

Il whisky e le sigarette, il comunismo, la cecità, il dialetto, la Sicilia. Il maestro della letteratura in 20 parole

Pubblicato il: 06/09/2025 – 15:50
di Eugenio Furia
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«Perché scrivere non costa niente». Alfabeto Camilleri a 100 anni dalla nascita

• Accademico 
Andrea Camilleri ha insegnato all’Accademia e al Centro sperimentale di cinematografia (Emma Dante e Marco Bellocchio tra gli allievi)

• Archivio
«Non lascio tracce delle pagine preparatorie di un libro né delle prime stesure. Distruggo tutto, sono un vero assassino. Deve restare solo il libro pubblicato». Domanda: sa che Philip Roth ha dato disposizione di distruggere il suo archivio personale? Risposta: «Non lo sapevo. Io lo faccio in vita, così sono più sicuro» (intervista a Raffaella De Santis su La Repubblica del 26/5/2018)

• Bacco & tabacco
Camilleri ha fumato ininterrottamente dall’età di 19 anni e per trent’anni ha bevuto ogni mattina una bottiglia di whisky: «Ho voluto bene al mio corpo ma l’ho trattato senza nessuna cautela. (…) Non mi ha mai tradito. (…) Ma quando tento, con sforzo, di girare la manovella del mio corpo e quando lui risponde a dovere, provo di nuovo un sentimento leggero di felicità» (Robinson di Repubblica, 11/3/2018)

• Comunismo
«Essere comunista al mio paese significava qualcosa. Ero traditore del mio ceto, un reietto. Lo capii perché una volta sentii mio padre dire a mia madre: “Ma che male ho fatto per avere un figlio comunista?” (…) Mi sono sempre rifiutato di scrivere di mafia, tranne il libro sui pizzini di Provenzano, di cui però ho donato i proventi alla mia Fondazione. Diamo borse di studio ai figli di poliziotti vittime dei criminali. Non volevo guadagnare una lira sulla mafia» (A. Camilleri a Silvia Fumarola, Repubblica 23/2/2018)

• Dialetto
Sciascia sconsigliò ad Andrea Camilleri di usare il dialetto, ma oggi il “vigatese” viene studiato da 12 università che pubblicano i Quaderni Camilleriani

• Grammofono
Al piano di sotto dell’appartamento in piazza Flaminio dove Andrea Camilleri viveva a fine anni 40 da studente dell’Accademia nazionale d’arte drammatica (condiviso con Mario Ferrero e Giuseppe Patroni Griffi e frequentato tra gli altri da Francesco Rosi, Raffaele La Capria e Vittorio Gassman) abitava Vincenzo Cardarelli: spesso il poeta saliva anche nel cuore della notte per lamentarsi del baccano dovuto al grammofono suonato ad altissimo volume

• Imbecillità 
«Il successo fa venire in primo piano l’imbecillità» (Andrea Camilleri)

• Libri
Durante un’intervista radiofonica, alla domanda «che libro porterebbe su un’isola deserta?», Camilleri ha risposto «un dizionario»

• Maigret/1
L’ultima stagione de “Le inchieste del commissario Maigret”, in onda in Rai dal 1964 al 1972, incollò davanti alla tv 18 milioni di telespettatori: «Visto il successo capitò che in molti cinema romani venissero disposti due apparecchi televisivi ai lati dello schermo, in modo che si interrompeva la proiezione del film così il pubblico poteva assistere alla puntata» (A. Camilleri, Repubblica 22/11/2017)

• Maigret/2
«Ho cercato di fare in modo che non ci fosse nulla di Maigret nel mio commissario» (A. Camilleri, idem)

• Nebbia
«In questa nebbia in cui sono immerso quello che vedo è estremamente chiaro. Forse la vista mi distraeva dal pensiero. (…) Una volta scrissi che i poeti greci si accecavano per diventare veri poeti… Ricordo che quando ero bambino in Sicilia si usava accecare i merli e i cardellini per farli cantare meglio. Era un’abitudine crudele che mi faceva piangere. (…) Un commentatore di Dante, un anonimo fiorentino del Trecento, sostiene che Tiresia era un ermafrodita e che per godere si autopossedeva. La cosa mi ha fatto sghignazzare. Nemmeno un contorsionista del circo equestre riuscirebbe in questo tipo di amplesso» (intervista a Raffaella De Santis su La Repubblica del 26/5/2018)

• Nobel 
«[Philip Roth] Mi piaceva da matti. Ho sempre maledetto i membri dell’Accademia svedese. Avrebbero dovuto dargli il premio Nobel da anni» (intervista a Raffaella De Santis su La Repubblica del 26/5/2018)

• Oceano
Camilleri rifiutò di fare da testimonial per Coca-Cola e Barilla. Grande fumatore e bevitore, «s’è bevuto un oceano di tutto (non però il vino)» (Pietrangelo Buttafuoco, il Foglio 12/09/2015)

• Pesce
Camilleri riceve in dono da una signora del mercato vicino casa la «caponatina siciliana» e il «ciambellone», ma gli manca il sapore delle triglie di scoglio che il padre pescava con la «traffinera» a sei punte (oggi l’amico Enzo gli imbocca quelle fritte dopo averle spinate)

• Pigiama
Camilleri non riesce a scrivere in pigiama e ciabatte. «Devo essere in ordine, come per andare in ufficio» (intervista ad Antonio d’Orrico su La Lettura #234 del 22/05/2016)

• Simenon
Camilleri scoprì Simenon da ragazzino, quando firmava i suoi romanzi con lo pseudonimo Georges Sim: il primo che lesse fu Il romanzo di una dattilografa, preso dalla biblioteca del padre; lo incontrerà negli anni ’60 a Milano per discutere, da delegato di produzione, della serie tv diretta da Mario Landi con protagonista Gino Cervi («Aveva forti dubbi su Andreina Pagnani come signora Maigret, la trovava troppo bella. Io, allora, timidamente, gli feci osservare che l’avremmo molto invecchiata con il trucco, ma lui ribatté, guardandomi fisso: “Crede che Maigret da giovane avrebbe sposato una ragazza così bella?”. Poi però si lasciò convincere», Repubblica 22/11/2017)

• Scrivere 
«Perché scrivere non costa niente» (risposta di Camilleri a Gaetano Savatteri che gli chiese il motivo dei tanti scrittori in Sicilia e in generale nelle terre povere)

• Sensi 
«Quando si è ciechi avviene una cosa strana: tutti gli altri sensi corrono in soccorso del senso mancante. Fumando da sempre come un turco avevo perso gli odori e i sapori, invece ora si sono rafforzati. (…)» (intervista a Raffaella De Santis su La Repubblica del 26/05/2018)

• Tiresia
Camilleri, divenuto cieco come Omero e Borges, nel 2018 ha presentato un suo testo-reading su Tiresia: la prima drammaturgia, dopo che nel 1947 aveva vinto il premio Faber con un altro testo, un atto unico poi gettato dal finestrino mentre tornava in Sicilia, «non mi piaceva, erano i tempi di A porte chiuse di Sartre. La mia mi sembrò una scopiazzatura e me ne liberai» (ibidem)

• Vigatese
Il suo 100esimo libro, Camilleri lo ha dettato all’agente letterario Valentina Alferj, sua spalla dal 2002: è «l’unica persona in grado di scrivere il vigatese» (intervista ad Antonio d’Orrico su La Lettura #234 del 22/5/2016)

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