I buoni maestri
Dai santi Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, a chi in Calabria si distinse nella gioventù cattolica

La Chiesa, domenica scorsa, ha proclamato santi, Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Acutis è stato definito il “primo santo millennial” e “l’influencer di Dio”. Per Frassati bisogna spostare l’orologio della storia molto indietro. Infatti egli, che morì il 4 luglio 1925 all’età di 24 anni, ebbe il privilegio di aver avuto intestata a suo nome l’organizzazione della Giac, Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Frassati, come hanno ricordato tutti commentatori, era un convinto antifascista. Al punto che il cardinale Marcello Semeraro, a suo tempo, ossia quando era Prefetto delle Cause dei Santi, scrisse: «Non era uno alla “state buoni se potete”, con i fascisti faceva proprio a botte». In Calabria, tra i dirigenti più in vista della gioventù cattolica c’erano due studenti che poi sarebbero diventati professori, Sarino Maida e Totò Ameduri. Il primo insegnava all’Istituto Agrario, il secondo era professore di lettere al liceo classico. Maida fece la carriera politica nel Partito comunista italiano e nel sindacato Cgil, mentre Ameduri, originario di Gioiosa Jonica, morto nel 2005, rimase sempre un educatore con idee progressiste. Wanda Ferro, oggi numero uno di “Fratelli d’Italia” in Calabria, così commentò la morte di Maida: «Ho appreso con profonda commozione della scomparsa del prof. Rosario Maida, già consigliere comunale e storico esponente della sinistra. Una personalità dal carattere forte, che ho iniziato a conoscere durante le mie prime esperienze in Consiglio comunale e che ho sempre ammirato per la sua coerenza, la sua passione, la sua onestà intellettuale che, pur nella radicalità delle sue posizioni, lo ha sempre portato a riconoscere le qualità degli avversari politici e a non sottrarsi mai al confronto, magari affrontandolo con lo spirito ironico che lo caratterizzava. Spesso ci siamo confrontati rispetto ad iniziative culturali, in molte delle quali era impegnato in prima persona. Con la sua scomparsa Catanzaro perde un politico d’altri tempi, onesto, fedele alle proprie idee, rispettoso delle istituzioni, un uomo di parte, ma che sapeva guardare al bene comune. Esprimo le mie sincere condoglianze ai suoi familiari».
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