Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

l’anno accademico

Unical, il saluto di Leone. Dalla crescita del 26% delle immatricolazioni al progetto realizzato per la sanità

Integrazione con l’ospedale di Cosenza. «Sono 451 gli interventi effettuati in chirurgia robotica, ci sono segnali di migrazione al contrario»

Pubblicato il: 12/09/2025 – 11:21
di Fabio Benincasa
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Unical, il saluto di Leone. Dalla crescita del 26% delle immatricolazioni al progetto realizzato per la sanità

RENDE L’Aula Magna ospita l’inaugurazione dell’anno accademico 2025-2026 dell’Università della Calabria e l’ultima lectio inaugurale sotto la guida del rettore Nicola Leone, che ha presentato un resoconto del suo mandato caratterizzato da innovazione, crescita e apertura al territorio.

Il bilancio

«Sono emozionato, dopo sei anni di lavoro così intenso, è il momento di tirare i bilanci, di trarre le somme. È stata una bella esperienza, i numeri sono straordinari», esordisce il Magnifico. «Dopo 12 anni di continua perdita di iscrizione, per sei anni l’Università è cresciuta, rispetto al 2019 le immatricolazioni segnano un + 26% se consideriamo solo i diplomati. E l’Ateneo si è aperto al mondo con queste call che hanno avuto uno straordinario successo». Sono 15 gli studiosi internazionali arrivati all’Unical attraverso una chiamata diretta. «La prima fece grande scalpore con l’arrivo del professor Gottlob, oggi accogliamo il professor Attanasio, uno dei guru dell’economia mondiale che attualmente lavora all’Università di Yale in America e che dal primo ottobre prenderà servizio qui».

L’Unical per la sanità

«Abbiamo lavorato molto anche sul trasferimento tecnologico unitamente alle aziende del territorio, cercando di promuovere l’innovazione. L’Università della Calabria segna un +12% nel tasso di occupazione dei laureati ed è la prima in Italia per crescita in questo sessennio». L’Ateneo di Arcavacata si è aperto e si radica sempre più nel territorio, «dalla medicina a Crotone, all’Innovation Palace che inaugureremo a breve a Rende, fino al polo delle professioni sanitarie nel centro storico di Cosenza. Ad ottobre saranno già più di 500 i ragazzi che frequenteranno il bellissimo complesso monumentale di San Domenico, credo che sia una grande opportunità per la città di Cosenza se saprà coglierla».
Ma il progetto più ambizioso è sicuramente quello che riguarda la sanità con la conseguente nascita del policlinico universitario. «Il corso di medicina, appena aperto, è tra i più richiesti d’Italia. Per 170 posti abbiamo 870 domande: segno evidente che l’Università – anche nell’area medica – ha guadagnato un’ottima reputazione, anche grazie al ritorno di tanti medici calabresi eccellenti che hanno risposto alle nostre call». Leone snocciola numeri e dati. «Sono 451 gli interventi effettuati in chirurgia robotica, quindi sono 451 pazienti con le loro famiglie hanno evitato i viaggi della speranza potendo curarsi al meglio all’ospedale di Cosenza. E ci sono persino segnali di migrazione al contrario, di una inversione della tendenza. E tutto ciò grazie a un’eccellente collaborazione con l’ospedale di Cosenza, dove lavorano tante eccellenze, tanti professionisti qualificati, questa integrazione sta dando degli ottimi risultati».

Cosa non è riuscito a fare il Rettore?

Tanti gli obiettivi raggiunti, ma c’è qualcosa che Nicola Leone si rimprovera? «Devo dirle di no, perché – ad esempio – il progetto per la sanità non era nel programma di mandato. Siamo riusciti a centrare gli obiettivi e in molti casi siamo andati oltre e per questo devo ringraziare la comunità accademica per avermi dato un’enorme fiducia che mi ha consentito di assumere decisioni coraggiose che erano necessarie per affrontare le sfide complesse che ci siamo trovati davanti».

La lectio magistralis del professor Orazio Attanasio

La giornata inaugurale si è chiusa con la lectio magistralis del professor Orazio Attanasio. Un’altra eccellenza di ritorno. «Ho deciso di tornare perché è giusto tornare a casa, sono contento di venire in Calabria, sono calabrese e ho lavorato sempre fuori, ho fatto l’Università a Bologna, poi sono andato a Londra e negli Stati Uniti. E penso sia importante tornare per cercare di costruire qualcosa qui». a convincere il professore Attanasio è anche l’ambizioso progetto avviato dall’Università della Calabria. «Un progetto di ricerca molto interessante con un gruppo di ricercatori calabresi che mi sembrano estremamente competenti e capaci, e poi c’è la l’idea di costruire qualcosa di nuovo in terra di Calabria». (f.benincasa@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x