A Casignana tra i mosaici, le voci del nostro tempo
Al Dialog Festival, spettacoli, intrattenimento ma anche e sopratutto tantissima riflessione grazie a presentazioni di libri e confronti

CASIGNANA È un evento che ha appena due anni di vita eppure, per visione e qualità dell’offerta culturale, può essere annoverato tra quelli contenutisticamente più validi nella stagione estiva calabrese. Siamo a Casignana, lungo l’azzurro mare della costa dei Gelsomini ed in quella Locride dove è possibile vedere, come in pochi altri posti, la magnificenza degli antichi coloni greci e lo straordinario valore, anche artistico, della dominazione romana. Se Locri è infatti una delle capitali della Magna Grecia, Casignana è a pieno titolo monumento dell’epopea romana con la monumentalità della sua villa e dei sui mosaici. Proprio a Casignana è nato lo scorso anno Dialog Festival, spettacoli, intrattenimento ma anche e sopratutto tantissima riflessione grazie a presentazioni di libri e confronti con personalità ed intellettuali di spessore.
L’evento
Se lo scorso anno il tema scelto era stato quello del «Mediterraneo senza confini», l’edizione 2025, chiusasi ieri, ha avuto come focus gli «Incontri di Comunità» con il vicesindaco di Casignana, l’ex senatore Franco Crinò che ci spiega il senso di questo percorso culturale: «Siamo partiti lo scorso anno ragionando di Mediterraneo senza confini in un contesto di guerre, che sono poi aumentate di intensità, e bisogna insistere nel ricercare la pacificazione, sugli interscambi culturali che potrebbero aiutarla, agevolarla. Il tema di quest’anno muta prospettiva ma dalla presentazione dei libri fino all’arrivo di personalità abbiamo un obiettivo chiaro, dare un’immagine di più arte, più cultura, più bellezza, non ignoriamo i problemi di ogni giorno che vanno risolti ma guardiamo anche al futuro». Crinò sottolinea poi il legame intenso e decisivo con la Villa Romana: «Tutte le iniziative e gli eventi sono svolti alla Villa Romana. Sono 15 ettari e ci sono mosaici a livello di Ravenna, qui noi possiamo osservare il modo di vivere dei romani che, come è stato notato, erano i primi ad arrivare sulle cose».
Dialog Festival ha potuto contare sul sostegno della Regione Calabria, per il consigliere regionale uscente Giacomo Crinò: «Il primo anno era andato straordinariamente bene, questa edizione ha confermato come questo evento sia uno dei veicoli per la crescita dell’intero territorio. Ho cercato di concentrarmi – ha aggiunto Crinò – sulla cultura in senso lato con tante iniziative portate a compimento grazie al consenso ed al sostegno del Presidente Occhiuto. Mi piace evidenziare – ha aggiunto Crinò – che le scelte artistiche fatte dal Comune di Casignana si siano rivelate di livello nazionale ed oltre».
Ospite d’eccezione della serata conclusiva il Presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco, intellettuale tra i più lucidi e con un eloquio la cui linearità e profondità è in grado di catturare sempre l’attenzione. Primo tema il Mediterraneo: «Un tempo era il centro, il volano di grandi civiltà ed è importante che l’attuale assetto geopolitico se ne renda conto, se ne rendono conto gli imperi remoti, la Cina, la Turchia, la Russia. Se ne rendono conto anche le grandi famiglie della tecnologia, tant’è che il Mediterraneo è proprio il momento fondamentale del diramarsi dei cavi che attraversano l’intero globo. Se ne rende conto, ovviamente, quella dinamo potente di energia qual ‘è l’Africa. L’unico soggetto politico totalmente assente dal Mediterraneo è la cosiddetta Unione Europea».
Poi l’argomento scelto per il Dialog Festival quest’anno, e cioè gli incontri di Comunità: «Significa – dice Buttafuoco – collocarsi nel futuro che non è certamente delle società che sono diventate pulviscolo, il futuro è delle comunità che diventano pensanti, che diventano elementi della cittadinanza attiva. È qualcosa che è nella nostra memoria, se vogliamo parlare di Calabria e di Sicilia, ed anche di quella idea estesa della grecità e del Maghreb. Le comunità sono il momento in cui la Polis incontra l’agorà e quindi il pensiero critico, la capacità di ideare e di costruire».
Sull’orgoglio di appartenenza al Sud, ed in particolare a Sicilia e Calabria, che dovrebbe trasformarsi in azione, Buttafuoco è categorico: «Temo che le greppie burocratiche ed istituzionali rinuncino all’orgoglio. Noi abbiamo un’urgenza, quella di evitare la desertificazione. Abbiamo l’urgenza di impedire che i nostri centri, i nostri paesi, i nostri luoghi non vengano orbati dalla giovinezza e abbiamo l’urgenza di ricominciare a dare un senso a questo nostro orizzonte affinché sia popolato di vita».
Come farlo? Anche in questo caso l’unanimemente apprezzato presidente della Biennale di Venezia non ha dubbi: «La volontà politica, solo ed esclusivamente la volontà politica è quella che determina l’orizzonte sociale entro cui dare vita alle comunità».
Presente al dibattito con Pietrangelo Buttafuoco anche il presidente uscente della Regione Roberto Occhiuto: «Sull’area ionica ho detto che in passato e per decenni c’è stata una narrazione che ha assorbito tutto il resto, la narrazione della ‘ndrangheta pervasiva. Ho detto e ripetuto anche che la ‘ndrangheta ci fa schifo, d’altro canto l’abbiamo dimostrato contrastandola negli atti quotidiani di governo utilizzando i beni confiscati alla ‘ndrangheta a fini sociali, facendo collassare sotto la dinamite gli ecomostri costruiti ossessivamente dalla ‘ndrangheta. Però – ha aggiunto occhiuto – basta. La ‘ndrangheta non può essere un alibi per dire che nulla si può fare in una realtà come questa, ricchissima di giacimenti culturali che pochissimi conoscono come la villa di Casignana. Qui c’è da fare una grande opera di riscoperta di quello che c’è nel sottosuolo. Ne ho parlato mesi fa col ministro della Cultura Giuli e ho detto di voler mettere a disposizione anche risorse del Fondo Sviluppo e Coesione». (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato