Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

impressioni di settembre

Tra le rovine c’è movimento (e non è un miraggio)

Forse in questo settembre, invece di compilare l’ennesima lista di cose che “mancano”, dovremmo prendere atto di quello che c’è

Pubblicato il: 14/09/2025 – 13:27
di Lucia Serino
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Tra le rovine c’è movimento (e non è un miraggio)

Settembre, si sa, è tempo di bilanci. Io faccio i miei, con l’abbronzatura, con il conto corrente, con il senso di colpa per aver esagerato coi gelati artigianali. A un certo punto mi imbatto in un bilancio positivo. In Calabria, sì. Mi imbatto innanzitutto nell’ironia tagliente di Filippo Demma, direttore dei Parchi Archeologici di Sibari e Crotone. Uno che, invece di farsi venire l’ulcera per le critiche gratuite, risponde con eleganza, sarcasmo e dati alla mano. Demma ha pubblicato un post su Facebook, una “sfuriata brillante”: se ve lo siete perso, recuperatelo. È rivolto ai “benaltristi” della porta accanto, quelli che hanno lasciato la Calabria vent’anni fa, che vivono in qualche sobborgo grigio del nord e da lì, sorseggiando cappuccini da 4 euro, dopo un paio di settimane d’agosto trascorse nella regione d’origine dei nonni, pontificano su come si gestisce un parco archeologico a Crotone. E offrono a gratis piani di sviluppo culturale in generale. La solita litania: “Eh, i musei vuoti… i parchi abbandonati… signora mia, se la Finlandia avesse i Bronzi di Riace…”. Eppure — sorpresa! — questa estate i musei non erano vuoti, i parchi non erano abbandonati, e la Calabria non era, come da copione, “la regione che potrebbe ma non vuole”. Tra giugno e agosto, i parchi di Crotone e Sibari hanno accolto 143.456 visitatori. Un +24,1% rispetto al 2024 e cinque volte tanto rispetto all’estate pre-pandemica del 2019. Il che significa che non solo i turisti ci sono, ma ci tornano. E magari portano pure i suoceri. A trainare l’ascesa, Crotone: 102.000 presenze tra il Museo, Capo Colonna e Le Castella. A Sibari, invece, si è superata quota 41.000, complice anche il ricco programma di eventi — concerti, festival, jazz, folk, vino, arte — che ha trasformato il sito archeologico in un vero e proprio laboratorio culturale a cielo aperto. Calma, però. Perché a questo punto, ovviamente, arriva l’altra categoria di opinionisti: quelli che, col cuore traboccante di entusiasmo, dichiarano che la Calabria può vivere solo di cultura. Se fosse così facile, l’Etruria sarebbe Manhattan. I beni culturali non sono il petrolio della Calabria (questo è il mio parere) e con la cultura si mangia sì ma ci fermiamo all’antipasto. Non è che domani mattina si può aprire una Silicon Valley della Magna Grecia. La cultura e il turismo sono segmenti dello sviluppo ma di certo non quelli trainanti. Qui possiamo aprire una discussione fino alla prossima estate. Ritorniamo ai nostri parchi archeologici. Il suggerimento di Demma è semplice e pratico: prendete una freccia, che ora arriva persino a Sibari (non è una leggenda metropolitana, è proprio Trenitalia!), o un aereo per Crotone (già c’è l’aeroporto a Crotone) e venite a vedere. Camminate tra le colonne doriche, entrate nei musei, assistete a un concerto sotto le stelle di Hera Lacinia. Poi, se proprio non vi piace, scrivete pure. Ma almeno lo avrete fatto con cognizione di causa. Forse in questo settembre, invece di compilare l’ennesima lista di cose che “mancano”, dovremmo prendere atto di quello che c’è. E poiché siamo in campagna elettorale “tra le cose che ci sono” ve ne segnalo una bipartisan: re Carlo beve un tè Imperial Earl grey con olio essenziale al bergamotto. Chissà chi è il fornitore. Non saprei dirvi, anzi se sapete aggiornatemi nei commenti quando questo pezzo sarà pubblicato su Facebook.

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x