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Il “peso” della ‘ndrangheta di San Luca negli affari con i narcos. «Fa presa sui fornitori colombiani»

La forza dei clan calabresi, i vincoli familiari: «è difficile che un parente tradisca un altro parente». Il narcotraffico il business più redditizio

Pubblicato il: 15/09/2025 – 7:00
di Mariateresa Ripolo
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Il “peso” della ‘ndrangheta di San Luca negli affari con i narcos. «Fa presa sui fornitori colombiani»

REGGIO CALABRIA «Dire al fornitore colombiano: “Vedi che questi sono soldi di San Luca”, intesa come ’ndrangheta, è un metodo che fa presa sui fornitori colombiani e che, grazie a questo metodo, può essere portato avanti con successo il narcotraffico internazionale». Un peso ben specifico nello scacchiere del narcotraffico internazionale che permette interazioni e cooperazione con organizzazioni criminali che hanno base dall’altra parte del mondo: è il “peso” dei clan di San Luca spiegato dall’ex broker della ‘ndrangheta e narcotrafficante, oggi collaboratore di giustizia, Vincenzo Pasquino. Una spiegazione riportata dal pubblico ministero Diego Capece Minutolo durante la requisitoria del processo “Eureka” con rito abbreviato, la cui sentenza è attesa per fine settembre. Alla sbarra in abbreviato 81 persone coinvolte nell’inchiesta – che ha toccato i livelli più alti dell’organizzazione criminale, permettendo anche di ricostruire la fuga e la latitanza del super boss Rocco Morabito, detto “Tamunga” dopo la fuga dal carcere di Montevideo, in Uruguay, nel 2019 – e che ha visto la cooperazione delle Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, degli investigatori di Germania, Belgio e Portogallo. Nel mirino esponenti delle cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo.

La forza della ‘ndrangheta: i vincoli familiari

Nella lunga requisitoria, al termine della quale il pm ha chiesto in totale per gli imputati oltre mille anni di carcere, vengono fuori «elementi di novità» rappresentati dai racconti di Pasquino, fatti ai pm della Dda di Reggio Calabria dopo la decisione di collaborare con la giustizia: «E’ questo, quello che ci dice Pasquino è la dimostrazione dell’esistenza di un metodo mafioso nell’attività di narcotraffico di cui ci stiamo occupando», afferma il pm. E la ‘ndrangheta, come sottolineato ancora dal pm, si differenzia da altre organizzazioni criminali poiché si caratterizza «prevalentemente per il vincolo familiare», «che è anche il motivo per cui fondamentalmente oggi viene considerata tra le organizzazioni criminali più forti al mondo, proprio perché è difficile che un parente tradisca un altro parente». 

Il narcotraffico il business più redditizio

Tra i business più fiorenti per la ‘ndrangheta c’è quello del narcotraffico internazionale che permettere di spostare tonnellate di droga, perlopiù cocaina, attraverso una rete associativa transnazionale capace di portare avanti un giro d’affari anche difficile da quantificare. Una ’ndrangheta, che – ha detto il pm durante la requisitoria – «sta cambiando lentamente il suo volto, concentrando la maggior parte dei suoi interessi sul narcotraffico, che sostanzialmente rende, in termini di come proventi, di gran lunga superiori e spropositati rispetto al pizzo tradizionale che si è soliti pagare». Una rete fatta di conoscenze e rapporti di fiducia, nella quale la ‘ndrangheta aspromontana sembra non avere rivali: «Fa presa sui fornitori colombiani».

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