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sette giorni di calabresi pensieri

Duecentomila voti d’opinione per poter vincere le regionali ad alta astensione di voto

Gratteri in televisione, don Mimmo Battaglia e il sangue di San Gennaro. Brunori accoglie le matricole dell’Unical

Pubblicato il: 20/09/2025 – 6:55
di Paride Leporace
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Duecentomila voti d’opinione per poter vincere le regionali ad alta astensione di voto

Mancano due settimane al voto calabrese di ottobre. La campagna elettorale mi sembra abbastanza fiacca nella partecipazione generale. Abbastanza comprensibile a leggere i dati Istat ignorati dalla politica che ci dicono che negli ultimi vent’anni è crollato l’interesse degli italiani per la politica. A informarsi almeno una volta a settimana è meno della metà della popolazione. Credo che in Calabria sia molto più alta come ha dimostrato il numero degli astenuti e indecisi rilevati dagli ultimi sondaggi consentiti fino a ieri. Gli appassionati di flussi elettorali, ancora ne esistono, indicano che soltanto duecentomila elettori calabresi esprimerebbero un voto d’opinione. Su circa 800.000 votanti (è il dato di partecipazione delle precedenti Regionali vinte da Occhiuto) sono un quarto di chi vota e potrebbero avere un peso sul dato finale che sarà molto determinato dal maggioritario partito dell’astensione e delle schede bianche.
La Calabria al momento non compare nelle cronache dei media nazionali di ogni tipo. Più spazio alle Marche per questioni di date e nobilitato ad Ohio italiano.
Il dato politico più rilevante (si fa per dire) arriva dal Pd che martedì prossimo dopo diversi mesi ha convocato la direzione nazionale al Nazareno per evitare alla segretaria di finire sotto processo in caso di doppia sconfitta tra Ancona e Catanzaro. Sentiremo Elly Schlein domani al comizio di piazza Kennedy a Cosenza se dirà qualcosa sul punto. Arriverà poi sul finire anche Giorgia Meloni e avremo 3 minuti di celebrità nazionale per sentir parlare di Gaza e odio diffuso inventato.
Intanto abbiamo Tridico che al momento sceglie di disertare i confronti con il suo competitor in vantaggio (di solito è il contrario). Del dissing con la nostra testata abbiamo abbondantemente riferito; si è aggiunto nelle ultime ore quello di Catanzaro di Sergio Gaglianese della Tazzina della legalità che si è visto arrivare un sostituto del suo amico (ipse dixit) Pasquale Tridico che per la seconda volta dà buca ad un confronto. Comunque dall’ufficio stampa e propaganda del campo largo sostengono che Tridico parteciperà a confronti prossimi venturi. Staremo a vedere.
Nel frattempo si va in piazza con alterne fortune. Tridico preferisce le passeggiate. Il successo dipende da date e organizzatori di territori. È possibile far confronti sui social per osservare le diverse partecipazioni. Comunque ricordarsi di Nenni che ammoniva “piazze piene urne vuote”.
Trionfano i reel (sono i filmati da social) che inondano le nostre bacheche. Osservo un’allergia dell’elettore che si trova invaso dalla moderna forma di pubblicità elettorale. I video saranno anche gradevoli ma il troppo forse storpia e può avere effetti al contrario.
A proposito, ho notato in un video di Occhiuto a Reggio Calabria la presenza di un commerciante di rinomati dolci che in gioventù stava in “Servire il Popolo” e da sempre ben connotato politicamente. Molto visibile il suo entusiasmo per il presidente uscente. Al netto del singolo frame che potrebbe essere anche casuale, a Reggio Calabria si percepisce un senso comune diffuso provocato dalla novità dei charter sovvenzionati dalla Regione che hanno finalmente aperto la città ad un turismo internazionale. Sono solo delle impressioni. Tra quindici giorni potremo capire se il compiacimento generale è diventato consenso.

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nicola gratteri - lezioni di mafie

Aveva visto giusto chi voleva candidare Nicola Gratteri a sinistra per battere Occhiuto. Ne è cartina di tornasole la prova superata per il procuratore Nicola Gratteri che con le sue “Lezioni di mafia” in tv ha ottenuto mercoledì scorso audience e share notevoli per un’emittente come La7, come hanno attestato tutti gli analisti terzi di settore. Dissenso solo dai polemisti storici del procuratore e da parte di Forza Italia che non ne gradiscono l’incursione mediatica da divulgatore che si inserisce nella tradizione nobile avviata da Rocco Chinnici e poi proseguita da Falcone e Borsellino per stare ai più noti.
Dobbiamo evidenziare, ci sia consentito, che in tutte le esternazioni di Gratteri non ci sia mai pensiero autocritico nei confronti delle sue vittime di Giustizia che hanno scontato carcere duro da innocenti a causa delle sue inchieste. E purtroppo ce ne sono.
Che il fronte critico, comunque, sia in ritirata lo ha certificato ieri sul Foglio Andrea Marcenaro che ha scritto: “Fate pure come vi pare. Io m’arrendo. Con i magistrati non c’è modo. Guardate Gratteri”. E perché? “Ti sbatti, polemizzi per gli sfondoni a ciuffi che ha preso durante una vita, sfiori di un niente la galera perché ne parli (esagerato ndr), riesci con sforzi sovraumani a separagli (quasi) le carriere e quello? Quello continua imperterrito in magistratura, poi si fa pure prendere dalla televisione rinunciando con megafoni allo stipendio, ma oplà, noi sempre due volte restiamo inculati”.
Gratteri ha seguito tra la gente, se ne faccia una ragione Il Foglio. La stessa che lo segue sui social e ne acquista i libri. Quindi il format di “Lezioni di mafia” non ha usato effetti speciali ma solo parole, volti e luoghi. Tutto curato e accompagnato dal professore Antonio Nicaso il suo ex compagno di scuola.
Ne è venuta fuori una Calabria realista. Bella e spigolosa, a volta piacevolmente golosa come le granite e briosce esposte sul tavolo del bar in piazza a Gerace dove Gratteri abbiamo appreso per motivi di sicurezza va solo una volta l’anno.
Una Calabria piena di ulivi e segreti, la Calabria della voce narrante di Gratteri, non sempre condivisibile in quello che dice. Però, alla fine il programma ha fatto centro. Non solo per i numeri, ma anche per il contenuto. In tv la ‘ndrangheta viene raccontata con il fascino oscuro della finzione, l’altra sera la criminalità organizzata, la Santa è stata invece mostrata nella sua realtà grigia, fatta di gerarchie, antiche guerre, rituali e soprattutto potere economico. Forse per questo è credibile Nicola Gratteri. Ma in campagna elettorale si parla di ‘ndrangheta? Forse mi sono distratto ma non mi sembra. Evidentemente non è argomento buono per far voti.

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Si è sciolto il sangue di San Gennaro ieri a Napoli. E don Mimmo Battaglia arcivescovo e cardinale calabrese dopo il “miracolo” ha proferito parole altissime all’omelia: “Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore. Il sangue è sacro: ogni goccia innocente è un sacramento rovesciato”. Un gran calabrese don Mimmo, uno straordinario uomo di Chiesa capace di allontanare il profano dal sacro per esaltare l’etica. Un religioso dalla giusta battaglia.

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Chiude in bellezza il suo mandato il rettore Leone all’Unical. Dopo tanti buoni risultati lunedì prossimo il Magnifico accoglie le nuove matricole ad Arcavacata in compagnia di Dario Brunori per un successo annunciato e molto instagrammato a beneficio dell’Unical.
Peccato che tra tanti successi, il rettore Leone non abbia inteso dedicare nessuna intitolazione al compianto professore Nuccio Ordine, tra l’altro diamantese proprio come lo stesso Leone. Ignorate anche le 1800 firme raccolte e protocollate per una richiesta che a nostro parere non aveva bisogno di petizione. Perché? Solo perché il professore Ordine non sostenne Leone da Rettore? Non può essere una spiegazione, Peccato. Come quando vai in un rinomato ristorante e nell’ottima zuppa ci trovi dentro una mosca. (redazione@corrierecal.it)

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