Ciafani: «Sulle rinnovabili la Calabria non faccia come la Regione Sardegna»
Le proposte di Legambiente ai candidati presidenti della Giunta all’incontro svolto alla Biblioteca di Catanzaro

CATANZARO A pochi giorni dalle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre, si è svolto oggi a Catanzaro, nella sala della Biblioteca Comunale “De Nobili” di Villa Margherita, un confronto pubblico promosso da Legambiente Calabria sui temi ambientali e sulla transizione ecologica della regione. A dialogare con i cittadini e con l’associazione sono stati i due principali candidati alla Presidenza della Regione Calabria: Roberto Occhiuto, presidente uscente e candidato del centrodestra, e Pasquale Tridico, candidato del centrosinistra. Il confronto, moderato da Francesco Loiacono, direttore de La Nuova Ecologia, è stato introdotto da Anna Parretta, presidente regionale di Legambiente, e si è concluso con l’intervento di Stefano Ciafani, presidente nazionale dell’associazione. Nel suo intervento introduttivo, Anna Parretta ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di un piano regionale di adattamento e mitigazione degli effetti della crisi climatica, evidenziando che dal 2010 ad agosto 2025 in Calabria si sono verificati ben 114 eventi meteorologici estremi come gravi alluvioni a periodi di siccità prolungata che colpiscono un territorio già fragile. “La Calabria è un cosiddetto hotspot dei cambiamenti climatici: per mettere in sicurezza persone ed infrastrutture evitando ulteriori danni e proteggendo le future generazioni serve una svolta radicale verso la transizione ecologica, basata su rinnovabili, economia circolare, mobilità sostenibile e tutela del territorio. Il futuro della Calabria dipende dalle scelte della prossima legislatura».
Il documento di Legambiente consegnato ai candidati
In occasione del confronto, Legambiente ha presentato ai candidati e alla stampa un documento programmatico pensato come guida per il lavoro con chi governerà la Calabria nei prossimi cinque anni. Il testo evidenzia che la regione si trova oggi a un bivio storico: dalle scelte ambientali dipenderanno la qualità della vita, la tenuta economica e sociale e la capacità di trattenere giovani e competenze. Il documento sottolinea la necessità di mitigare e adattarsi alla crisi climatica, ridurre le emissioni e proteggere i territori vulnerabili. Tra le priorità indicate: accelerare la transizione energetica, puntando sulle rinnovabili, sull’efficienza e sulla giustizia energetica; sviluppare una vera economia circolare, chiudendo la stagione delle discariche e promuovendo impianti di riciclo e innovazione; investire nella mobilità sostenibile con treni, trasporto pubblico e servizi integrati; tutelare il territorio, prevenire l’abusivismo edilizio e promuovere rigenerazione urbana; combattere l’inquinamento di acqua, suolo e aria con bonifiche immediate e proteggere la biodiversità, le aree protette e le foreste. Il documento punta inoltre sull’agroecologia, con un’agricoltura sostenibile e innovativa, filiere corte e pratiche a basso impatto, e sulla transizione industriale pulita con un “Clean Industrial Deal” capace di coniugare competitività, lavoro e tutela ambientale. Infine, Legambiente sottolinea che non può esserci futuro senza legalità, rafforzando la lotta contro le ecomafie e i crimini ambientali.
«La nostra Bussola per il 2030»
Stefano Ciafani ha dichiarato: «La nostra associazione sta organizzando in tutta Italia gli appuntamenti per le elezioni autunnali nelle regioni che andranno al voto. Stiamo presentando la nostra Bussola per il 2030 per la decarbonizzazione dei territori regionali, per la creazione di nuovi posti di lavoro e per una migliore qualità della vita. I documenti che stiamo presentando a partiti e candidati saranno il faro per il nostro lavoro di interlocuzione con chi governerà nei prossimi 5 anni nelle Regioni al voto. Sono proposte concrete, figlie del lavoro quotidiano che ci vede in prima linea in tutta Italia per velocizzare la transizione ecologica nazionale, per liberarci dalla morsa delle fossili e dell’inquinamento». Ciafani nelle sue conclusioni ha poi aggiunto: «Faccio una battuta, speriamo che la Regione Calabria nei prossimi cinque anni faccia l’esatto opposto di quello che si sta facendo la Regione Sardegna (guidata da Alessandra Todde del M5S, il partito di Tridico, ndr). Quella è una regione in cui si produce il 70% di elettricità da carbone. La Sardegna è l’unica regione italiana non metanizzata, non c’è mai arrivato il metano. Oggi ha questa fortuna di passare dall’era del carbone all’era delle rinnovabili, ma la Giunta Todde appena si è insediata ha approvato una legge regionale che rende idoneo il 99% del territorio regionale all’utilizzo delle rinnovabili».
«La Calabria come laboratorio di innovazione verde»
«La Calabria deve trasformarsi in un laboratorio di innovazione verde e sociale – ha affermato Anna Parretta –. Le sfide ambientali non sono solo problemi da risolvere, ma occasioni per creare lavoro, sviluppo e migliorare la qualità della vita. Vogliamo che la regione diventi un modello positivo per l’Italia e il Mediterraneo, capace di attrarre e trattenere giovani, puntando su rinnovabili, economia circolare e tutela del mare e del territorio. Serve un impegno chiaro e coraggioso della politica». (redazione@corrierecal.it)
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