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la premier sul palco

L’annuncio di Meloni: «Abbiamo avviato l’iter per la fine del commissariamento della sanità in Calabria»

La premier a Lamezia Terme chiude la convention del centrodestra. «Siamo orgogliosi di lavorare con Roberto Occhiuto»

Pubblicato il: 30/09/2025 – 18:49
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L’annuncio di Meloni: «Abbiamo avviato l’iter per la fine del commissariamento della sanità in Calabria»

LAMEZIA TERME Arriva il momento della chiusura della convention del centrodestra a Lamezia Terme, Giorgia Meloni guadagna il palco accompagnato da un lungo applauso e dal “Giorgia, Giorgia”. «Una piazza meravigliosa» esordisce la premier, «è molto importante per noi, quando si può tornare in mezzo alla gente a raccogliere un entusiasmo che ci serve per continuare a fare il lavoro che stiamo facendo. Grazie a Roberto Occhiuto per averci voluto qui, ci ha chiamati in anticipo ma è una scelta che io comprendo e condivido e racconta qualcosa di come siamo fatti, del nostro Dna, i cittadini devono dire se si fidano di noi o no. Se abbiamo il sostegno dei cittadini tutto il resto si affronta, siamo orgogliosi di lavorare con Roberto Occhiuto nel solco del lavoro fatto anche da Jole Santelli, che manca a tutti», sostiene la premier. «Ringrazio tutta la squadra del centrodestra, perché qui siamo insieme per una battaglia comune e per vincere insieme come abbiamo fatto nelle Marche, questa piazza lascia ben sperare per il futuro e sono sicura che i calabresi confermeranno il buon lavoro fatto da Roberto Occhiuto», aggiunge Meloni. Che si sofferma sul clima rovente che agita il Paese. «L’odio e la violenza troppo spesso hanno il sopravvento, si moltiplicano coloro che avvelenano il dibattito pubblico. Le parole pesano. Dobbiamo continuare a lavorare con il sorriso sulle labbra per raggiungere i risultati».
«Grazie a Roberto Occhiuto e alla sua squadra si sta costruendo una base solida, la Calabria è stata raccontata con stereotipi, come una terra senza speranza ma negli ultimi 4 anni è tornata ad essere governata con autorevolezza, sa farsi rispettare nei tavoli che contano, la percezione sta cambiando. La Calabria è una realtà nuova fatta di centri di ricerca innovativi e di università, avete riacceso il motore e ripreso a correre e non dovete fermarvi adesso», sostiene Meloni. Il discorso si sposta sulla sanità ed è immediata la stoccata al centrosinistra. «Vedere Schlein fare campagna elettorale in Calabria certificando i fallimenti della sinistra fa sorridere, ma è quasi offensivo vedere Giuseppe Conte che ha nominato commissari imbarazzanti che hanno fatto vergognare l’Italia intera. Dopo i disastri causati da quei commissari, la Calabria ha ritrovato serenità penso ad Azienda Zero, sono stati centralizzati i bilanci mentre prima c’era la contabilità orale, oltre 5.000 medici e infermieri sono entrati in servizio e i medici a gettoni – inventati dalla sinistra – sono stati azzerati». Ed ancora, «i Lea sono in miglioramento, i più alti di Italia. Questa regione ha fatto un lavoro straordinario» e poi l’annuncio «abbiamo avviato l’iter per la fine del commissariamento della sanità in Calabria».

L’orgoglio italiano

«Oggi come ieri la fiducia data non verrà mai tradita. Lo straordinario risultato di Francesco Acquaroli nelle Marche dimostra che i cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra, la gente non è stupida». Sul momento storico, Meloni è netta: «Non siamo stati molto fortunati, il contesto intorno a noi non ci sta facendo mancare niente, ma le grandi crisi portano sempre grandi opportunità. Questa nazione ha una grande occasione, dimostrare al mondo che l’Italia è tornata credibile e non supina». La folla incita la premier che risponde: «Siete voi a darmi la forza e l’orgoglio, la capacità di camminare a testa alta perché rappresento l’Italia. La pace non arriva perché Landini o l’Usb indicono uno sciopero, arriva se qualcuno lavora nei tavoli dove si propongono proposte serie».

Le profezie «non avverate della sinistra»

La premier incalza gli avversari. «Tutte le palle sui rischi che correvate a votare il centrodestra, sono stati frantumati. Non saremmo dovuti arrivare al 5% dei consensi, avevano immaginato una nostra caduta dopo sei mesi, e oggi siamo il quarto governo più longevo della Repubblica Italiana. Non stiamo insieme per sconfiggere gli altri, lavoriamo insieme perché abbiamo la nostra visione comune per costruire la nazione». Una nazione quella raccontata da Meloni che riceve anche apprezzamenti all’estero. «Sulla stampa estera si parla di “miracolo italiano”, abbiamo attratto investimenti esteri per 80 miliardi di euro. Abbiamo smesso di buttare i soldi su idiozie come il “bonus monopattino” o il “Superbonus”, dicevano che avremmo perso i soldi del Pnrr ma invece abbiamo rinegoziato e liberato decine di miliardi di euro su cose più necessarie, come le imprese. Eravamo la nazione fanalino di coda nell’utilizzo dei fondi europei e oggi siamo un modello».

Il Sud dimenticato

La premier parla di un Sud oggi orgoglio di una intera nazione. «La verità è che il Sud è stato negli ultimi due anni la locomotiva di Italia, il Pil e il tasso di occupazione crescono più della media nazionale. Abbiamo lavorato sulla Zes unica del Mezzogiorno, questa è una terra che non chiede di essere mantenuta dalla politica ma di poter competere ad armi pari e dimostrare il suo valore». Ancora un affondo all’opposizione al governo. «La sinistra ha spaccato l’Italia in due, ma avete tirato fuori l’orgoglio e i risultati arrivano». Sul lavoro e sul reddito, Meloni è netta: «senza reddito di cittadinanza non c’è stata nessuna rivolta sociale, abbiamo mantenuto chi non era in condizione di lavorare con un assegno più alto rispetto al passato. Il Governo ha chiesto alle banche fondi per finanziare i salari medio-bassi dei lavoratori, mentre prima si prendevano i soldi dai salari per salvare le banche».

La destra liberale

Meloni rivendica i risultati raggiunti. «Avevano detto che con la destra sarebbe arrivata una deriva illiberale». Il riferimento è al decreto sicurezza. «Prevede pene severe per chi aggredisce le forze dell’ordine, per chi truffa gli anziani, per chi occupa le case, per chi occupa le ferrovie», queste «sono le libertà che vuole difendere la sinistra, non noi». Sull’immigrazione i dati riferiscono di un «meno 60% sugli sbarchi». E poi un messaggio duro. «Non c’è giudice che possa impedirmi di fermare l’immigrazione clandestina». Sul futuro, «andremo avanti su tutte le riforme, quella del premierato, dell’autonomia differenziata, della giustizia. Non va tutto bene, ma la strada è quella giusta e continueremo a lavorare fino a quando voi lo vorrete». (redazione@corrierecal.it)

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