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La rottura

L’effetto Reggio sulle regionali e la vittoria amara del PD

Per il centrodestra si apre una nuova fase di egemonia politica, mentre nel centrosinistra la rottura tra Falcomatà e Irto segna un punto di non ritorno

Pubblicato il: 07/10/2025 – 9:44
di Paola Suraci
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L’effetto Reggio sulle regionali e la vittoria amara del PD

Le elezioni regionali calabresi del 2025 consegnano al centrodestra una vittoria schiacciante e consolidano la leadership di Forza Italia, ma lasciano dietro di sé un campo progressista lacerato, in particolare a Reggio Calabria. Roberto Occhiuto si riconferma alla guida della Regione con un risultato vicino al 60 %, premiando una gestione percepita come stabile e pragmatica. Nel centrosinistra, invece, il Partito Democratico resta la prima forza della coalizione ma ne esce diviso, segnato da contrasti interni che, a Reggio, si sono trasformati in un vero e proprio scontro di potere. Il sindaco Giuseppe Falcomatà è il principale protagonista, e al tempo stesso la principale vittima, di questa fase turbolenta. La rottura con il segretario regionale del PD, Nicola Irto, è ormai esplicita. Irto ha scelto di sostenere il sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, figura in ascesa nel partito ed interprete della linea più ortodossa del gruppo dirigente regionale. Una mossa che ha di fatto isolato Falcomatà, costretto nei mesi scorsi ad accettare la rinuncia alla candidatura alla presidenza della Regione, nonostante le pressioni. Quella rinuncia, imposta dall’alto, oggi appare come il punto di rottura definitivo tra le due anime del PD calabrese.
Il voto ha confermato le difficoltà di un centrosinistra che, pur conservando un nocciolo di consenso urbano, non è riuscito a trasformare la figura di Pasquale Tridico in un’alternativa capace di contendere la Regione al centrodestra. Falcomatà, che aveva sostenuto Tridico con convinzione, esce politicamente indebolito ma non sconfitto. La sfida interna al Partito Democratico si è giocata tutta sul filo di poche centinaia di voti: Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi, con 10.638 preferenze, ha superato di misura Giuseppe Falcomatà, fermatosi a 10.341 voti. Entrambi conquistano un seggio al Consiglio regionale, ma per Falcomatà questo risultato significa anche la fine della sua esperienza da sindaco di Reggio Calabria.

Falcomatà verso le dimissioni: si chiude un decennio di governo cittadino

La proclamazione ufficiale, attesa nei prossimi giorni, Falcomatà sarà infatti obbligato per legge a dimettersi da sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria per assumere l’incarico di consigliere a Palazzo Campanella. I tempi tecnici prevedono che le dimissioni diventino operative entro circa dieci giorni dalla proclamazione, aprendo la strada alla nomina di un commissario prefettizio che traghetterà il Comune fino alle nuove elezioni amministrative, previste probabilmente nella primavera del 2026 salvo anticipi. La sua candidatura, considerata da molti un passaggio politico decisivo dopo oltre dieci anni di guida cittadina, ha spaccato il Pd reggino, mettendolo di fronte ad una competizione interna senza precedenti.

Forza Italia domina: Cannizzaro al centro della strategia del centrodestra

Sul fronte opposto, il centrodestra si presenta più compatto che mai. Forza Italia conferma la propria leadership, dove nella città metropolitana sfiora il 20% e porta a casa il più votato della Circoscrizione, Salvatore Cirillo con 19.108 preferenze, con l’uscente Domenico Giannetta che conferma la sua solida base elettorale a quota diecimila.

La Lega cresce, ma Forza Italia resta il baricentro

La Lega cresce e raggiunge risultati significativi, soprattutto nella provincia reggina. Il partito di Salvini può considerare questo voto un successo parziale, utile a consolidare la propria presenza in vista delle elezioni comunali di primavera. Tuttavia, è Forza Italia a restare il perno dell’intera coalizione, e sarà il partito di Silvio Berlusconi – guidato in Calabria da Francesco “Ciccio” Cannizzaro – a dettare la linea politica nei prossimi mesi.
Cannizzaro esce dalle urne più forte che mai: la sua rete territoriale e la sua influenza a livello nazionale lo rendono il principale regista delle strategie del centrodestra calabrese, in particolare nella corsa verso Palazzo San Giorgio. Francesco Cannizzaro rivendica, infatti, il primato cittadino con il 21% dei consensi e si prepara a giocare un ruolo chiave nella scelta del prossimo candidato a sindaco.
«Siamo il primo partito in Calabria – ha dichiarato – ma il nome del futuro sindaco dovrà nascere dal confronto tra tutte le forze della coalizione». Reggio Calabria si avvia così verso una fase di transizione politica: un commissario guiderà l’amministrazione nei prossimi mesi, mentre i partiti cominciano già a muoversi per definire le alleanze ed i nomi che si contenderanno la guida della città post-Falcomatà.
A rafforzare il quadro del centrodestra contribuisce anche l’appoggio dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, che in questa tornata ha scelto di sostenere il candidato leghista Franco Sarica, medico molto stimato a Reggio. Nonostante l’impegno diretto e la popolarità del candidato, il risultato non è stato quello sperato.
L’uscente Peppe Mattiani lo precede con 12.619 voti, e per ora le oltre settemila preferenze ottenute non saranno sufficienti a garantirgli un seggio a Palazzo Campanella. Tuttavia, la partita di Scopelliti si intreccia con quella della Lega, decisa a giocare un ruolo di peso nella scelta del prossimo candidato alle comunali. In questa strategia, la figura di Scopelliti rappresenta una leva politica importante. Ancora più significativo è però il risultato complessivo del partito, che conferma la scommessa vincente di Durigon: la squadra messa in campo è stata premiata dagli elettori, consentendo alla Lega di raggiungere il 14% in provincia e il 15% nel capoluogo. Un dato significativo che supera il 9,07 % delle preferenze della scorsa tornata elettorale regionale. L’operazione, pensata per rilanciare il ruolo di Scopelliti e dare maggiore peso alla Lega, non ha intaccato la supremazia di Forza Italia, che resta il vero baricentro politico della coalizione.

Fratelli d’Italia in difficoltà nel confronto interno

Nonostante il buon risultato di Giovanni Calabrese, che a Reggio città ottiene 1.763 voti – la metà rispetto a Stefano Princi – e supera gli 11 mila voti complessivi in provincia, Fratelli d’Italia non riesce comunque a imporsi nel quadro del centrodestra. Il partito di Meloni, infatti, resta alle spalle della Lega, sia nel capoluogo sia nell’intero territorio metropolitano. A bordo campo resta Francesco Toscano, il terzo candidato alla presidenza della Regione Calabria con Democrazia Sovrana e Popolare, che ha ottenuto totalmente lo 0,91%, pari a 1982 voti, nella circoscrizione Sud, lui che è di Gioia Tauro, ottiene personalmente 369 voti. Non supera dunque lo sbarramento e non conquista lo scranno a Palazzo Campanella. Reggio Calabria si conferma così il teatro principale delle dinamiche politiche calabresi. Il centrodestra si prepara a capitalizzare la spinta delle regionali per conquistare anche la città, mentre il centrosinistra affronta una crisi identitaria che rischia di dividerlo ulteriormente. (redazione@corrierecal.it)

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