Sette anni senza Francesco Vangeli, il coraggio di una famiglia che continua a chiedere giustizia
Il 9 ottobre 2018 l’omicidio del 26enne di Filandari. Nel giorno della sua scomparsa, l’abbraccio degli studenti a mamma Elsa: «Non starò mai in silenzio»

VIBO VALENTIA Un ritratto di Francesco, tante lettere e dei fiori colorati. Ma soprattutto l’abbraccio a fine incontro, quasi a uno a uno, dei bambini della scuola media Murmura di Vibo Valentia ad una commossa Elsa Tavella, mamma di Francesco Vangeli. Sono passati 7 anni da quando, il 9 ottobre 2018, Elsa diede l’ultimo abbraccio a suo figlio, prima che uscisse di casa per andare in quella di Antonio Prostamo, il “contendente” della ragazza che amava. Da allora di Francesco Vangeli, 26enne di Filandari, si sono perse le tracce, probabilmente ucciso e gettato nel fiume Mesima, come emerso da indagini successive degli investigatori che hanno portato alla condanna definitiva per uno dei due fratelli indiziati, Giuseppe Prostamo, a 17 anni e 6 mesi. Per Antonio Prostamo, invece, questa estate la Cassazione ha annullato la condanna inflitta in appello a 29 anni, disponendo per lui un nuovo processo e, di conseguenza, rimettendolo in libertà data la scadenza dei termini di custodia cautelare.
La lotta di Elsa e della famiglia Vangeli
Una notizia che ha rigettato nello sconforto e nel dolore la famiglia Vangeli. «So che qualcuno vorrebbe che chiudessi la bocca, ma io continuerò sempre a chiedere giustizia per Francesco» si è sfogata oggi mamma Elsa, di fronte agli studenti della scuola Murmura. Insieme a lei, a papà Valerio e al fratello Federico, nel giorno della sua scomparsa, anche Matteo Luzza, fratello di Pino Russo, vittima innocente della ‘ndrangheta, Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera, il sindaco di Jonadi Fabio Signoretta, di Filandari Maria Rita Fuduli e la vicesindaca di Vibo Valentia Loredana Pilegi. «Di lui ricordo che era molto affettuoso, mi abbracciava sempre, mi prendeva anche un po’ in giro» racconta commossa Elsa, rispondendo alle domande dei bambini, coordinati dalla professoressa Marila Vavalà. Un ricordo condiviso dal fatello Federico, che insieme a Matteo Luzza hanno parlato del profondo dolore di perdere un familiare così, senza neanche avere un corpo su cui piangere. Quelli di Francesco Vangeli e Pino Russo sono solo due dei tanti casi di lupara bianca accaduti a Vibo Valentia: omicidi brutali a cui si aggiunge la disumanità della sparizione del corpo. Molte di queste storie sono dimenticate, altre attendono ancora giustizia. Ai bambini, ai giovani e agli adulti la «responsabilità», come sottolineato dal referente Giuseppe Borrello, di custodirne la memoria e trasformarla in impegno. (ma.ru.)
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