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A Caulonia i lavori in chiesa oggetto di una tentata estorsione. Il vescovo Oliva: «Dalla parte di chi denuncia»

Le visite di due uomini sul cantiere della Chiesa del Rosario. Il “rimprovero” al titolare della ditta e la richiesta di 20mila euro. Lo sdegno e la condanna della Diocesi

Pubblicato il: 10/10/2025 – 20:28
di Mariateresa Ripolo
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A Caulonia i lavori in chiesa oggetto di una tentata estorsione. Il vescovo Oliva: «Dalla parte di chi denuncia»

Una richiesta di denaro pretesa sui lavori di ristrutturazione in corso nella Chiesa del Rosario di Caulonia, in provincia di Reggio Calabria. Vittima della tentata estorsione un’impresa di Taurianova il cui titolare è andato immediatamente a denunciare. Prima le visite sul cantiere di due uomini che avevano chiesto agli operai impegnati nei lavori di parlare urgentemente con il titolare. Richieste insistenti poi arrivate al diretto interessato, il rimprovero di aver iniziato i lavori senza «aver bussato da nessuna parte», per chiedere poi una «mano d’aiuto per un paio di famiglie che non se la passano bene», quindi la richiesta esplicita in una somma di denaro pari a 20mila euro. Un tentativo di estorsione in pieno stile mafioso ricostruito dai poliziotti della Squadra Mobile che, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno subito avviato le indagini. Due le persone identificate e arrestate, si tratta di due uomini di Caulonia, Emanuele PezzanoGiuseppe Tuccio.

Il vescovo Oliva: «Dalla parte di chi ha il coraggio di denunciare»

L’episodio ha suscitato la reazione del vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, che in un comunicato stampa ha espresso solidarietà alla ditta vittima della tentata estorsione e profondo sdegno per quanto accaduto: «Nell’esprimere solidarietà e vicinanza, nostra personale e di tutta la Chiesa di Locri-Gerace, all’impresa Saccà vittima della tentata estorsione dei giorni scorsi, condividiamo e sosteniamo la denuncia fatta all’autorità giudiziaria e auspichiamo che tale importante gesto debba essere di esempio per quanti subiscono simili inqualificabili ricatti e monito per chi pensa che sia ancora possibile intimidire chi lavora con serietà e onestà. L’azione criminale di chiedere soldi alle imprese o ai commercianti, oltre che un peccato del quale bisognerà rendere conto a Dio e agli uomini, destabilizza chi la riceve facendo perdere serenità e voglia di investire a chi ogni giorno, con sacrifici e senso del dovere, offre lavoro e dignità alle famiglie di centinaia di operai del territorio. Il fatto in sé è ancor più grave e ci coinvolge maggiormente per il gesto perpetrato ad una ditta che sta operando per restaurare un bene di tutti quale è la chiesa del Rosario di Caulonia, la casa del Signore e di quanti vivono nell’attesa della sua misericordia. Dall’avvio di questa nostra attività di supporto e gestione degli appalti inerenti il PNRR sapevamo che i sette cantieri di restauro e la considerevole somma di denaro impegnata non avrebbe lasciato indifferente i mafiosi. Per questo, sin dall’inizio, ci siamo adoperati in ogni modo per accompagnare, sostenere e seguire le imprese anche con la nostra presenza fisica continua e premurosa in ogni singolo cantiere. La nostra costante interazione, poi, con le forze dell’ordine, che ringraziamo per il proficuo lavoro svolto con professionalità e discrezione, ci ha aiutato a capire che non eravamo soli a sostenere questa battaglia. Per questo, – conclude Oliva – plaudiamo all’iniziativa del titolare dell’impresa che ha denunciato gli autori del vile atto e, con la speranza che il suo gesto sia d’esempio per quanti altri, probabilmente, ancora subiscono l’umiliazione del ricatto, affinché abbiano il coraggio di denunciare per far scomparire questa vergognosa piaga che umilia, sconfigge e offende la Calabria e tutti noi calabresi. Assicuriamo ancor di più la nostra presenza e vicinanza con l’ascolto e la preghiera».

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