Tumore al seno, solo la metà delle donne italiane sceglie la ricostruzione
Nonostante sia garantita dal SSN, la ricostruzione mammaria post-oncologica resta poco conosciuta. Le Breast Unit rappresentano un punto di riferimento fondamentale per migliorare l’accesso alle cure…

In Italia, una donna su otto si ammala di tumore al seno nel corso della vita. Nonostante la ricostruzione mammaria sia garantita dal Servizio Sanitario Nazionale, solo il 50% delle pazienti decide di sottoporsi all’intervento, secondo quanto riferito dalla Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica (Sicpre). Il 15 ottobre, in occasione del Bra Day – la giornata mondiale dedicata alla consapevolezza sulla ricostruzione post-oncologica – la Sicpre rilancia la necessità di sensibilizzare le donne su questa possibilità. Nelle Breast Unit, centri specializzati nella cura del tumore al seno, la percentuale di ricostruzione immediata è significativamente più alta, dimostrando l’importanza di rivolgersi a strutture specializzate. Secondo il Registro Nazionale degli Impianti Protesici Mammari, in Italia vengono impiantate ogni anno circa 59.000 protesi mammarie, di cui il 37% per motivi ricostruttivi, coinvolgendo circa 41.000 pazienti.
Maurizio Ressa, presidente della Sicpre, sottolinea all’Ansa, che molte donne non conoscono ancora questa opzione, nonostante sia coperta dal servizio sanitario. La ricostruzione immediata non solo aiuta a recuperare l’aspetto fisico, ma facilita anche il percorso di cura e il ritorno alla vita sociale e lavorativa, spiega Marzia Salgarello, chirurgo plastico e presidente della Onlus Beautiful After Breast Cancer Italia. Liliana Barone Adesi, medico del Policlinico Gemelli, invita le pazienti a rivolgersi alle Breast Unit per avere accesso a cure più efficaci e multidisciplinari. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ribadito il valore della ricostruzione come parte integrante della terapia oncologica: «Offrire un intervento immediato significa aiutare la donna a superare la malattia e a tornare a una vita normale». Il ministero sta inoltre lavorando per ampliare la rete dei centri di senologia e ridurre le disuguaglianze territoriali. Con oltre 53.000 nuove diagnosi ogni anno, il carcinoma mammario rimane la neoplasia più diffusa tra le donne italiane. Grazie a diagnosi precoci e terapie personalizzate, i tassi di sopravvivenza superano oggi il 90%. Ma come ha precisato Schillaci, la cura non è solo clinica: «È fondamentale anche l’attenzione all’aspetto psicologico e al rispetto dell’identità femminile». (redazione@corrierecal.it)
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