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Wound Care

Crescono i casi di lesioni croniche: esperti a confronto al Congresso ECM di Rende

La prevalenza delle ulcere degli arti inferiori è pari all’1% circa nella popolazione generale, con un picco del 3,6% tra le persone con età superiore ai 65 anni

Pubblicato il: 16/10/2025 – 17:40
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Crescono i casi di lesioni croniche: esperti a confronto al Congresso ECM di Rende

Negli ultimi anni l’aumento dell’età media della popolazione e delle patologie croniche ha reso le Lesioni Cutanee Croniche (LCC) una vera emergenza clinico-assistenziale, con un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti e sull’organizzazione dei servizi sanitari.
Si stima che in Italia due milioni di persone siano affette da lesioni cutanee croniche, con le ulcere da decubito che colpiscono circa l’8% dei pazienti ospedalizzati e tra il 15% e il 25% di quelli ricoverati nelle strutture di lungo degenza.
La prevalenza delle ulcere degli arti inferiori è pari all’1% circa nella popolazione generale, con un picco del 3,6% tra le persone con età superiore ai 65 anni. Numeri che da soli confermano l’entità e l’incidenza di queste patologie, con la gestione delle lesioni cutanee croniche — intese come ulcere di origine vascolare degli arti inferiori, lesioni da pressione e lesioni associate al piede diabetico — che rappresenta una vera e propria sfida da affrontare con una prospettiva multidisciplinare, sia nei contesti ospedalieri che nell’assistenza domiciliare sul territorio. L’ambito di riferimento è quello del cosiddetto Wound Care (“prendersi cura della ferita”), ovvero lo specifico e complessivo tipo di assistenza fornita ai pazienti con lesioni cutanee, anche di entità grave. Un settore che impone oggi alle aziende sanitarie e ai medici un’attenzione crescente, in considerazione dell’aumento della vita media delle persone assistite, spesso con disabilità significative e comorbidità rilevanti. A questi temi sarà dedicato il Congresso ECM “L’Ulcera Cutanea tra Presente e Futuro 2025”, giunto ormai alla nona edizione, che si terrà a Rende il 17 e 18 ottobre. La due giorni, con la partecipazione di esperti di rilievo nazionale, ha come obiettivo quello di promuovere un dialogo costruttivo tra le diverse figure professionali coinvolte — medici, infermieri, fisioterapisti, podologi e operatori sanitari — rappresentando ormai un punto di riferimento per tutti i professionisti del settore. L’evento, sotto la direzione scientifica del dott. Francesco Giacinto, si propone nello specifico di offrire un percorso formativo multidisciplinare, aggiornato e di alto livello, volto a potenziare le competenze degli operatori sanitari nel Wound Care, integrando ricerca, innovazione, pratica clinica e approccio organizzativo.


Molti i temi oggetto di approfondimento: dalle ulcere vascolari, da pressione e autoimmunitarie alla diagnosi e terapia delle LCC, dai nuovi LEA e gestione delle lesioni croniche alle superfici antidecubito e prevenzione, fino alla medicina rigenerativa e alle nuove frontiere terapeutiche.
Senza dimenticare, ovviamente, il capitolo dedicato a “piede diabetico, ulcere croniche e podologia”. Con riferimento a quest’ultimo argomento, giova ricordare che le ulcere diabetiche, frequentemente soggette a infezioni, sono associate a un’elevata morbilità, impattano fortemente sulla qualità della vita e rappresentano una delle principali cause di amputazione degli arti inferiori.
L’associazione più rappresentativa a livello mondiale, l’International Working Group on the Diabetic Foot (IWGDF), stima infatti che ogni 20 secondi nel mondo venga eseguita un’amputazione di un arto inferiore legata al diabete. Inoltre, il rischio di sviluppare un’ulcera al piede nel corso della vita è stato quantificato attorno al 15%.
Ciò che desta maggiore preoccupazione è la mortalità post-amputazione: si attesta tra il 13% e il 40% a un anno, sale al 35–65% a tre anni e raggiunge percentuali comprese tra il 39% e l’80% a cinque anni, superando in molti casi la prognosi di numerose neoplasie maligne. (redazione@corrierecal.it)

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