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dolore e memoria

Dodò Gabriele e le vite negate dei bambini uccisi dalla ‘ndrangheta

Ucciso nel 2009 mentre giocava a calcio, oggi avrebbe compiuto 27 anni. Come Dodò tanti altri bambini calabresi: la violenza della criminalità organizzata che non conosce limiti

Pubblicato il: 17/10/2025 – 7:03
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Dodò Gabriele e le vite negate dei bambini uccisi dalla ‘ndrangheta

CROTONE «Quella sera ho fatto una cosa semplicissima che tutti i papà fanno. Ho portato mio figlio a giocare». Un gesto quotidiano e paterno che si trasforma in un incubo, in una lunga storia di dolore e rabbia: era il 25 giugno 2009 nel campetto sportivo di Crotone un gruppo di bambini, ragazzi e adulti stavano giocando a calcetto. All’improvviso si sente una serie di colpi: sembrano “mortaretti”, ma passano pochi istanti e seguono urla e persone ferite. Nove in tutto quelli colpiti dai proiettili, tra loro Domenico Gabriele, chiamato da tutti Dodò: aveva solo 11 anni quando, dopo tre mesi di agonia, muore in ospedale il 20 settembre. Ricorda sempre con dolore quel giorno Giovanni, papà di Dodò, che insieme a mamma Francesca hanno dato vita all’associazione che prende il nome del figlio brutalmente ucciso dalla ‘ndrangheta.

Ucciso a soli 11 anni

Dodò oggi, 17 ottobre, avrebbe compiuto 27 anni. Una giovane vita spezzata da due killer di ‘ndrangheta, Vincenzo Dattolo e Andrea Tornicchio, condannati all’ergastolo in via definitiva. Non fu un errore, nonostante l’obiettivo del raid fosse un altro esponente della malavita crotonese. Perché sparare a raffica in un campetto pieno di bambini e ragazzi, estranei al mondo della criminalità, non può essere considerato un errore. Lo hanno ripetuto negli anni i genitori, che non perdono la forza e la voglia di raccontare la storia di Dodò nelle scuole di tutta Italia. A insegnare, soprattutto, che la ‘ndrangheta non ha un codice etico, non ha una morale e non si ferma davanti a donne e bambini, oltre il falso mito dell’onorata società.

Stragi e sparatorie: i bambini uccisi dalla ‘ndrangheta

Oltre Dodò, c’è una lunga lista di bambini uccisi dalla ‘ndrangheta in Calabria. Pochi anni dopo, nel 2014, viene ucciso e bruciato a soli 3 anni Cocò Campolongo, insieme al nonno e alla compagna. Nel 1998 a Oppido Mamertina l’auto su cui viaggiava la piccola Mariangela Ansalone viene raggiunta da una raffica di colpi: morirà a soli 9 anni. Più si torna indietro nel tempo, più la tragica lista si allunga con omicidi ancora più cruenti. Nicholas Green viene ucciso nel 1994 a soli 7 anni mentre viaggiava sulla Salerno-Reggio Calabria, negli anni 1990 due episodi violenti: Michele Arcangelo Tripodi, a 12 anni, viene rapito a Gioia Tauro e ucciso poco dopo, mentre a Vibo Valentia Saverio Purita di soli 11 anni viene rapito, ucciso e ritrovato sulla spiaggia con la testa nascosta e il corpo carbonizzato. Ci sono anche bambini vittime di lupara bianca, come Francesco “Cecchino” Pugliese, ucciso e fatto sparire a 13 anni a Vibo Valentia nel 1984, o altri vittime di stragi: nel 1982 un ordigno a Filandari uccise i fratelli Antonio e Bartolo Pesce, di 10 e 14 anni. Nel 1989 in una sparatoria a Laureana di Borrello viene uccisa la piccola Marcella Tassone. Storie e nomi di bambini, la cui vita, come quella di Dodò, è stata spezzata troppo presto. Non per errore, ma per la disumana violenza della ‘ndrangheta. (ma.ru.)

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