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Doti e brindisi

‘Ndrangheta, bottiglie di Veuve Clicquot e cannoli freschi: la festa per i due nuovi affiliati dei Bellocco

Dal carcere, al telefono, notiziato anche Umberto Bellocco “Chiacchiera”. Poi la festa e il motto: «È cadda, è fridda e cala comu nenti, a saluti nostra e di novi componenti!»

Pubblicato il: 21/10/2025 – 17:44
di Giorgio Curcio
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‘Ndrangheta, bottiglie di Veuve Clicquot e cannoli freschi: la festa per i due nuovi affiliati dei Bellocco

LAMEZIA TERME Un evento da festeggiare in grande stile, tra uomini d’onore, spolverando motti e frasi dal vecchio sapore di ‘ndrangheta. Mai prima di aver “notiziato” l’attuale reggente del clan, nonostante si trovasse in carcere. È successo tra le fila dei Bellocco, potente cosca di ‘ndrangheta di Rosarno, colpita dall’inchiesta “Blu Notte” il cui processo celebrato con rito abbreviato ha prodotto una prima pesante condanna. Tra cui proprio il boss, Umberto Bellocco “Chiacchiera” condannato a vent’anni di reclusione. Quest’ultimo aveva a disposizione nel carcere un telefono cellulare che è poi uno degli aspetti chiave di tutta l’inchiesta. Lo stesso per Francesco Nocera – lui condannato ad oltre 11 anni di carcere – quindi entrambi avevano a disposizione dei telefoni cellulari con i quali «mantenevano i contatti con l’esterno dalle case circondariali in cui erano rispettivamente detenuti».

La dote a Restuccia e Stilo

Tra gli episodi citati nelle centinaia di pagine delle motivazioni, dunque, il conferimento della “dote” ad Antonio Restuccia e Rocco Stilo, rispettivamente condannati a 12 e 5 mesi e 11 anni e 9 mesi. Decretate, appunto, dal carcere. Una vicenda che, secondo il gup, «costituisce un importantissimo indice dell’operatività della cosca nel periodo considerato, dal momento che le affiliazioni costituiscono prova tangibile del patto tra associati, vecchi e nuovi». Il rito formale del “battesimo” non costituisce più un passaggio necessario perché un soggetto possa considerarsi “affiliato”, riconosce il gup, ma è altrettanto vero che coloro che aspirano alle più alte cariche ‘ndranghetistiche, «non possono prescindere dalla “dote”» che li pone in condizione di ambire, attraverso le cosiddette “copiate” ai livelli superiori, «varcando i percorsi tracciati nella “società minore” per poi ambire, eventualmente, ad entrare nella “società maggiore”.

Festa alle 17

In merito a quanto emerso dall’inchiesta e riportato nelle motivazioni, la prima traccia sarebbe è emersa da una conversazione telefonica risalente al 2 maggio 2020 tra Umberto Bellocco e Francesco Benito Palaia, cognato di “Chiacchiera” e anche lui condannato a vent’anni. Quest’ultimo, infatti, aveva chiesto al primo di richiamarlo intorno alle 17 per fare gli auguri ad altri due che «il cugino Ciccio aveva rovinato». Per i giudici il tenore della conversazione lasciava intendere che Palaia, con una battuta, stesse notiziando il cognato del fatto che il cugino Francesco Nocera aveva conferito la dote a due soggetti. Dalla conversazione, inoltre, si ricava con chiarezza anche l’identità dei due nuovi affiliati: “Rocco del ponte” e il “fratello Mezzanotte”, i quali, seguendo il protocollo del caso, avevano informato Palaia in quanto reggente della cosca in assenza del cognato detenuto.
«Allora, alle cinque vengono qua per bere una bottiglia di champagne» «e gli devi dare gli auguri».
E ancora: «Io gli avevo detto che ne poteva fare a meno comunque. A Rocco a Rocco si, però a quell’altro no». Nel corso della conversazione, dunque, Palaia informa Umberto Bellocco dell’avvenuta affiliazione, lasciandosi andare anche ad una considerazione: a suo parere Rocco fosse pronto, mentre Restuccia no. Dopo l’affiliazione e “l’annuncio”, Palaia aveva invitato i due nuovi affiliati a casa per festeggiare, invitando Umberto Bellocco a rispettare le formalità che gli spettavano in ragione del suo ruolo.

«Una bella bottiglia di Clicquot fresca, e cannoli con la ricotta»

Seguirà poi un’altra conversazione tra Palaia e Rocco Stilo, quest’ultimo invitato casa propria, insieme ad Antonio Restuccia, per festeggiare e per fare in modo che anche un soggetto indicato come “piange il telefono” facesse loro gli auguri. Per gli inquirenti e per i giudici il riferimento è proprio ad Umberto Bellocco. «Comunque, una bella bottiglia di Clicquot fresca, e cannoli con la ricotta fresca (…) vai e digli di chiamare a suo cugino che glieli prepari a Mezzanotte (…) co “piange pure il telefono” vi fa gli auguri…». Come ricostruito dagli inquirenti e confermato nel dibattimento processuale, effettivamente si era tenuto l’incontro organizzato nel pomeriggio del 2 maggio 2020 a casa di Francesco Benito Palaia. All’orario pattuito, infatti, era stato ripreso l’arrivo in sequenza di Giovanni Nocera, Antonio Restuccia con un vassoio e Rocco Stilo con una bottiglia. Poi gli inquirenti riescono a captare due lunghe conversazioni telefoniche con Umberto Bellocco.

Gli screzi con “Penna Bianca”

Quest’ultimo, dopo aver espresso i propri auguri ad Antonio Restuccia “Mezzanotte”, aveva raccomandato loro il massimo riserbo, evocando da subito uno dei princìpi cardine dell’associazione nella quale i due erano formalmente entrati. «(…) mi raccomando eh, bocca chiusa…». Successivamente Francesco Benito Palaia aveva riferito al cognato Bellocco di aver informato Vincenzo Lombardo – indicato con il soprannome “Penna Bianca” – della nuova affiliazione. Lombardo – condannato a 8 anni – era considerato l’esponente di vertice reggente del ramo “Testazza” dei Bellocco, i cui originari componenti di spicco erano detenuti. Circostanza che non rendeva Bellocco particolarmente felice. Quest’ultimo, infatti, pur riconoscendo l’opportunità di informare anche il ramo della famiglia rappresentato temporaneamente da Lombardo, «aveva sottolineato che comunque questi non aveva alcun potere decisionale in merito, rimarcando la prevalenza della propria posizione in seno alla cosca», riportano i giudici nelle motivazioni. «(…) non è che… glielo dici per conoscenza, però puoi fare quello che vuoi, ci mancherebbe… Lo chiami e glielo dici, e ti assumi tu la responsabilità e buona notte…».

«A saluti nostra e di novi componenti!»

A proposito della doppia affiliazione, c’è un altro aspetto sottolineato dai giudici. Oltre alle significative conversazioni telefoniche, infatti, nel festeggiare i nuovi affiliati Palaia aveva tenuto un piccolo discorso e rivolto ai due un monito. «Vedete che da questo momento in poi fino che non esce Ciccio ed esce “Chiacchiera” (ndr Umberto Bellocce) siete sotto la mia responsabilità tutti e due insieme quindi… morale…» a cui risponde, scatenando una fragorosa risata, proprio Rocco Stilo: «Quindi possiamo fare… possiamo fare quello che vogliamo!», «sull’anima di mia mamma che…» risponde Palaia, e la pg annota anche il suono di un ceffone. Tutti ridono e scherzano tra di loro, nel frattempo aprono una bottiglia e versano lo champagne nei calici e si lasciano andare ad un motto: «È cadda, è fridda e cala comu nenti, a saluti nostra e di novi componenti!». Anche stavolta seguono risate e il suono di calici che brindano. (g.curcio@corrierecal.it)

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