Digitale ed energia: le due riforme “in stand by” nell’orizzonte della nuova Regione
Tra i dossier più importanti sul tavolo della prima Giunta dell’Occhiuto bis la concretizzazione delle due società in house – ReDigit e Arec – nate a fine marzo

CATANZARO La loro gestazione nella passata legislatura fu parecchio complicata, ora sono due riforme che verosimilmente dovranno essere concretizzate nella nuova legislatura. Tra le novità sostanziali che il cosiddetto “Occhiuto 1” ha apportato nell’architettura istituzionale della Regione spiccano in particolare la ReDigit, acronimo che sta per la Società del digitale, e l’Arec, acronimo dell’Agenzia per l’energia. ReDigit e Arec dal 31 marzo scorso sono a tutti gli effetti nel “portafoglio” della Cittadella, Lo start di questi due nuove enti regionali, entrati nel sottogoverno e della macchina amministrativa della Regione, avvenne quel giorno in Consiglio regionale con il via libera alle due proposte di legge, quella di Fratelli d’Italia, che prevedeva l’istituzione del Sistema informativo integrato regionale della Calabria (Siir), e quella, bipartisan ma sostanzialmente riconducibile ad Azione, che introduceva l’Arec. Il via libera arrivò dopo diversi rinvii, determinati soprattutto dal fatto che trattandosi di nuovi enti del perimetro regionale la loro istituzione aveva bisogno del voto di una maggioranza qualificata (i due terzi del Consiglio regionale), ma alla fine arrivò.
Cosa sono ReDigit e Arec
La nuova società in house ReDigit – si legge nel testo istitutivo – avrà il compito di «supportare il sistema regionale nel garantire un approccio sinergico agli investimenti nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, continuando – e accelerando ulteriormente – il percorso già intrapreso dalla Regione». Al Siir aderiscono la Regione Calabria, gli enti del sistema regionale come le aziende sanitarie e le società regionali a totale partecipazione pubblica. La legge prevede, con riferimento agli organi societari, che «l’amministrazione della società all’atto della sua costituzione è affidata a un amministratore unico nominato dal presidente della Giunta regionale con proprio decreto; lo statuto può prevedere che l’organo di amministrazione della società sia composto in forma collegiale da un consiglio di amministrazione di tre membri, nel quale è garantito il rispetto del principio di equilibrio di genere almeno nella misura di un terzo dei suoi componenti». Il capitale sociale della società sarà complessivamente pari a 3 milioni di cui 2,67 milioni a valere sul bilancio della Regione. Quanto all’Agenzia per l’energia tra i suoi compiti ci sono “l’esercizio, controllo, manutenzione ed ispezione degli impianti termici sul territorio regionale; migliorare la gestione della domanda di energia, mediante la promozione dell’efficienza energetica; favorire un miglior utilizzo e la razionale gestione delle risorse locali e rinnovabili”: la legge istitutiva prevede come organi dell’Agenzia per l’energia il direttore generale e il revisore unico, che restano in carica tre anni, con il direttore generale che viene «nominato con decreto del presidente della Giunta regionale previa deliberazione della Giunta stessa, sulla base dell’istruttoria compiuta dal competente dipartimento sull’esame dei curriculum dei candidati».
L’orizzonte
Com’è evidente, le due leggi istitutive, per ovvie ragioni vista la chiusura anticipata della legislatura passata, sono ancora da attuare (anche se per la ReDigit risulta già adottato lo schema di Statuto). Un dato però sembra assodato: si tratta di due società regionali e di due riforme che si configurano anche come altrettante sfide per la Regione che verrà, posizionandosi in due asset – il digitale e l’energia – che sono in effetti quelli maggiormente strategici per il futuro della Calabria e per la sua capacità di adeguarsi ai cambiamenti in atto e anche di restare al passo con altre Regioni. ReDigit e Arec dunque rappresentano due dossier sicuramente decisivi sul tavolo della prima Giunta del secondo mandato del governatore Roberto Occhiuto, due dossier che dovranno chiaramente avere una concretizzazione anzitutto sul piano dei contenuti. Certo, considerando le ragioni della “realpolitik” si tratta anche di enti che mettono a disposizione caselle interessanti, ma non c’è dubbio che la partita nella quale le due società regionali “giocheranno” è ben più importante delle nomine. (a. c.)
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