Reggio, cinque municipi per un’unica città. Il decentramento entra nelle comunali del 2026
I cittadini eleggeranno anche i rappresentanti dei municipi di quartiere. Cinque nuove circoscrizioni per riportare i servizi e la partecipazione nei territori

REGGIO CALABRIA Alle prossime elezioni comunali di Reggio Calabria, previste per la primavera del 2026, i cittadini troveranno una novità importante: oltre a scegliere il nuovo sindaco e il Consiglio comunale, torneranno a votare anche per i rappresentanti delle circoscrizioni, assenti in città da quasi quindici anni.
La decisione segna un passaggio storico per il capoluogo metropolitano, che si prepara a ricostruire la propria rete di municipi di quartiere dopo un lungo periodo di centralizzazione amministrativa. L’obiettivo è restituire voce e rappresentanza ai territori, soprattutto alle aree periferiche, favorendo un contatto più diretto tra cittadini e istituzioni.
Il nuovo assetto del decentramento
L’istituzione delle circoscrizioni era stata prevista da una norma nazionale approvata nel 2022, ma solo di recente il processo è entrato nella fase operativa. Dopo anni di rinvii, il Comune ha avviato un confronto con la Prefettura e con il Ministero dell’Interno, che ha confermato l’obbligo di procedere all’istituzione delle circoscrizioni e di tenere le relative elezioni in contemporanea con le comunali.
In queste settimane la Commissione consiliare competente sta lavorando alla stesura del regolamento comunale, il documento che definirà la composizione, le funzioni e le aree territoriali di competenza dei nuovi municipi. Una volta approvato in Consiglio, il regolamento consentirà di avviare le procedure elettorali e organizzative necessarie.
Strutture più snelle e avvio graduale
Il nuovo modello prevede la creazione di cinque circoscrizioni, strutture più snelle rispetto alle quindici esistenti in passato. Per Giuseppe Marino, presidente della Seconda Commissione consiliare del Pd, il ritorno delle circoscrizioni rappresenta «una vera riforma» e non un semplice ritorno al passato. Spiega al Corriere della Calabria che il primo passaggio fondamentale è la modifica dello Statuto comunale: «Serve aggiornare le regole per riattualizzare il ruolo delle circoscrizioni nella struttura amministrativa della città. La proposta è già all’esame della Commissione e puntiamo a chiudere entro la fine di novembre, o al massimo nei primi giorni di dicembre». Su questo passaggio, Marino sottolinea come ci sia un clima di collaborazione: «Siamo nelle condizioni di approvarlo con una larga maggioranza, e riteniamo possibile persino arrivare all’unanimità».
La scelta di ridurre il numero delle circoscrizioni a cinque è, secondo Marino, un passaggio logico e soprattutto funzionale. «Non stiamo reintroducendo le vecchie quindici circoscrizioni com’erano prima della Città Metropolitana. Sarebbe improprio e inefficiente. Oggi la città ha un assetto diverso e ha bisogno di un modello moderno». La nuova suddivisione tiene conto della struttura reale del tessuto urbano: «Abbiamo disegnato circoscrizioni da oltre trentamila abitanti ciascuna, considerando identità storiche dei quartieri, direttrici di spostamento e la geografia fisica della città. È un’organizzazione coerente con il Masterplan».
Marino insiste soprattutto sul carattere operativo dei nuovi municipi: «Non saranno organismi simbolici. Le circoscrizioni gestiranno servizi concreti. Avranno sportelli anagrafici per evitare ai cittadini spostamenti inutili, squadre operative per la manutenzione quotidiana dei quartieri, poli di prossimità per i servizi sociali, presenza programmata della Polizia Locale e spazi dedicati alle politiche giovanili. Devono essere luoghi vissuti, non semplici sale riunioni».
Un altro nodo riguarda le sedi. «Non ci sarà una sede unica per ogni circoscrizione. Useremo immobili comunali già esistenti nei diversi quartieri, come gli ex municipi di Gallina e Pellaro o il centro civico di Ravagnese. È una scelta simbolica e pratica insieme: nessuna comunità deve sentirsi periferica rispetto alle altre».
I costi di gestione e il dialogo con i comitati di quartiere
Sul tema dei costi, Marino chiarisce che l’amministrazione ha già definito tre scenari economici, tutti sostenibili: «Il costo maggiore riguarda le indennità di presidenti e consiglieri circoscrizionali. L’ipotesi più contenuta prevede circa 800 mila euro l’anno complessivi. È la base da cui intendiamo partire. Tra il 2027 e il 2028, con l’estinzione di un mutuo molto oneroso, potremo destinare risorse aggiuntive per potenziare i servizi».
Infine, Marino sottolinea il ruolo centrale della partecipazione civica: «Le circoscrizioni dialogheranno con i comitati di quartiere, che continueranno ad esistere e saranno riconosciuti all’interno del regolamento. Nessuna riforma può funzionare senza il coinvolgimento diretto dei cittadini. L’obiettivo non è amministrare dall’alto, ma costruire una città che si riconosce nei suoi quartieri».
Le nuove circoscrizioni: cinque aree per una città più vicina ai quartieri
Secondo la proposta allo studio, Reggio Calabria sarà suddivisa in cinque circoscrizioni, pensate per rispondere a criteri di coerenza territoriale, identità storica e funzionalità dei servizi. Un numero che rispecchia la dimensione di Reggio Calabria, che con una popolazione sotto i 180.000 abitanti, può contare su una distribuzione territoriale capillare ma sostenibile.
Nella bozza di Regolamento si definisce la ripartizione territoriale: centro storico, nord, ovest, sud, est. Una configurazione che mira a garantire equilibrio e rappresentatività su tutto il territorio cittadino, valorizzando le specificità dei diversi contesti urbani, da quelli collinari a quelli costieri, fino al cuore storico della città.
Una città che cambia
Il ritorno delle circoscrizioni si inserisce in una strategia più ampia di riorganizzazione amministrativa e pianificazione urbana, coerente con il nuovo Piano strutturale comunale (Psc) e con il Masterplan metropolitano. La prospettiva è quella di creare municipi efficienti e identitari, capaci di offrire servizi di prossimità e di incidere sulle scelte strategiche per lo sviluppo delle singole aree.
Il Comune sta lavorando per garantire una fase di avvio sostenibile, con costi ridotti e un graduale ampliamento delle funzioni. A regime, tra il 2027 e il 2028, le nuove circoscrizioni diventeranno poli di riferimento amministrativo e civico, con l’obiettivo di avvicinare sempre più il governo della città ai suoi abitanti.
Il valore del decentramento
“Ritengo doveroso intervenire su questo tema, perché l’ho vissuto in prima persona”, è quanto afferma Demetrio Marino, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. “La mia esperienza – spiega Marino – prima come consigliere dal 2002 e poi come presidente di circoscrizione fino al 2011, mi ha permesso di comprendere a fondo il valore autentico del decentramento amministrativo. Non solo come strumento di gestione, ma soprattutto come presidio di partecipazione e di ascolto dei cittadini.
Oggi, guardando alla nuova articolazione territoriale che ridisegna le circoscrizioni in cinque macro-aree, credo sia necessario accompagnare la ridefinizione dei confini con una visione politica e amministrativa chiara. La perimetrazione non può essere una mera operazione cartografica: deve tradursi nella riattivazione dei consigli circoscrizionali con deleghe effettive, che comprendano la manutenzione ordinaria, i servizi di prossimità, le scuole pubbliche e tutte le attività che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini.
Queste nuove circoscrizioni avranno un ruolo significativo e potranno diventare nuovamente luoghi vivi di partecipazione democratica, non semplici organismi consultivi. Quando ricoprivo il ruolo di presidente, seguivo personalmente ogni “fazzoletto di terra” della mia circoscrizione: i consiglieri circoscrizionali sono sentinelle del territorio che garantivano presenza costante, segnalavano criticità e proponevano soluzioni concrete. Nessun ufficio centrale può cogliere le sfumature dei territori meglio di chi li vive ogni giorno.
Il passaggio da quindici circoscrizioni a cinque nuove macro-aree richiede un piano serio di attivazione istituzionale e un regolamento che restituisca dignità e strumenti operativi agli organi circoscrizionali. Attualmente, la modifica dello Statuto e il regolamento sul decentramento, risalente al 2002, sono in fase di revisione per adeguarsi alle nuove necessità e attribuire le deleghe complete ai presidenti e ai consiglieri circoscrizionali.
Nella vecchia configurazione, le circoscrizioni disponevano di deleghe limitate, alcune formalizzate solo dal sindaco dell’epoca. Con le nuove deleghe, i presidenti avranno poteri concreti su anagrafe, certificati, manutenzione, servizi sociali e gestione dei quartieri, assicurando una presenza costante e significativa sul territorio.
Completare l’iter in tempi stretti
I tempi previsti per completare l’iter sono stretti: si punta a concludere il lavoro nei prossimi due mesi, così da evitare ritardi che potrebbero portare a un commissariamento da parte della Prefettura, limitato agli aspetti organizzativi del decentramento amministrativo. Il percorso sarà guidato dalla collaborazione tra maggioranza e opposizione e terrà conto delle proposte dei cittadini e dei comitati di quartiere, assicurando partecipazione attiva e controllo sul territorio.
La mia esperienza personale conferma che questo modello rappresenta una grande opportunità. È una riforma che potrà formare nuove generazioni di amministratori capaci di fare politica con la “P” maiuscola, coinvolgendo davvero i cittadini e valorizzando il territorio. I consigli circoscrizionali non saranno più solo strutture amministrative, ma strumenti concreti di governo partecipato, in grado di intervenire su ogni aspetto della vita quotidiana della comunità”. (redazione@corrierecal.it)
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