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l’opera della discordia

Scontro totale sul Ponte: il Governo pronto ad aggirare la bocciatura della Corte dei Conti

Dopo la riunione d’urgenza, la nota di Palazzo Chigi. Mentre l’attacco ai giudici contabili scatena l’ira delle opposizioni

Pubblicato il: 30/10/2025 – 15:14
di Mariateresa Ripolo
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Scontro totale sul Ponte: il Governo pronto ad aggirare la bocciatura della Corte dei Conti

ROMA Dalle coperture economiche alle conformità del progetto alle normative ambientali. Sotto la lente della Corte dei Conti, che non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la delibera Cipess del Ponte sullo Stretto, sarebbero finiti diversi aspetti di un progetto che non ha convinto i giudici contabili. Tra le eccezioni sollevate ci sarebbe anche quella sulla competenza del Cipess, come spiega il Corriere della Sera, sulla base di indiscrezioni emerse, anche se si dovranno attendere trenta giorni per conoscere le motivazioni di una decisione che ha portato, a partire dalla serata di ieri, dopo la comunicazione all’esito della Camera di Consiglio, a uno scontro a tutto campo e alla convocazione di un vertice d’urgenza.

Il Governo pronto a utilizzare «tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento»

Ma la bocciatura dei giudici contabili a un progetto per la realizzazione di un’opera che da sempre le opposizioni e le associazioni ambientaliste bollano come «inutile e dannosa», sembra non fermare il Governo, che invece si dice invece pronto ad andare avanti: «All’esito della riunione, si è convenuto di attendere la pubblicazione delle motivazioni della delibera adottata ieri dalla Corte dei Conti. Solo dopo averne esaminato nel dettaglio i contenuti, il Governo provvederà a replicare puntualmente a ciascun rilievo, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento», fa sapere Palazzo Chigi in una nota, con riferimento all’incontro che si è tenuto questa mattina tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepresidenti Matteo Salvini e Antonio Tajani e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. «Rimane fermo – spiega ancora la Presidenza del Consiglio – l’obiettivo, pienamente condiviso dall’intero Esecutivo, di procedere con la realizzazione dell’opera».
C’è infatti una via che il Governo può percorrere per aggirare l’ostacolo, il parere della Corte dei Conti infatti non blocca, di fatto, definitivamente l’opera: il Governo può richiedere una deliberazione specifica al Consiglio dei ministri, il CdM ha il potere di stabilire che l’atto in questione risponde a superiori interessi pubblici. Ma «l’atto registrato con riserva ha piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del governo poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l’elenco degli atti registrati con riserva», come si legge sul sito della Corte dei Conti.

Lo scontro tra Governo e la Corte dei Conti

«Ci sto lavorando da 3 anni. Ci lavorerò per 3 anni e 2 mesi, poi gli ingegneri mi dicono che con 7 anni l’Italia avrà un’opera unica al mondo», ha assicurato al termine della riunione il ministro Salvini, che si è detto quindi pronto a proseguire. Il vicepremier e ministro ai Trasporti, poco dopo la comunicazione della Corte dei Conti aveva bollato la decisione come «un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico», andando duramente contro i magistrati contabili. Oggi Salvini si dice pronto ad andare avanti e appare più sereno: «Senza nessuno scontro fra poteri dello Stato, daremo tutte le informazioni che ci vengono richieste». Dura anche la reazione della premier Meloni contro la Corte: «La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento».

Opposizioni all’attacco

Parole che hanno scatenato l’ira delle opposizioni, con Giuseppe Conte in testa, che ha chiesto le dimissioni del ministro dei Trasporti dopo «un progetto miseramente fallito», ed Elly Sclein all’attacco della premier: «Meloni con le sue gravi affermazioni contro la Corte dei Conti chiarisce il vero obiettivo della riforma costituzionale. Non è una riforma che serve a migliorare la giustizia, né serve agli italiani. Serve a questo governo per avere le mani libere e mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione».
Questa mattina la protesta del deputato di Avs Angelo Bonelli, davanti a Palazzo Chigi: «Se il governo pensa di andare avanti a prescindere dal fatto che la delibera del Cipess è illegittima c’è un problema grave nel Paese. L’unica ingerenza è quella che fa Meloni contro la nostra costituzione». «Se perdono e vanno avanti comunque, come cittadino e parlamentare andrò alla Corte di giustizia europea e siamo sicuri che vinceremo – ha aggiunto -. Questo è un magna magna, un regalo ai privati. Anche l’Anac ha detto che questa procedura è un regalo ai privati. Salvini e Meloni non sono i padroni dello Stato, devono rispettare le leggi come tutti i cittadini».

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