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L’inchiesta in Sicilia

Appalti sanità: chiesti i domiciliari per Cuffaro e Romano. Indagato anche Ferdinando Aiello

Richiesta dalla procura di Palermo nei confronti di 18 persone. Coinvolto anche l’ex parlamentare e consigliere regionale calabrese

Pubblicato il: 04/11/2025 – 10:08
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Appalti sanità: chiesti i domiciliari per Cuffaro e Romano. Indagato anche Ferdinando Aiello

La procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone – tra cui l’ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro e il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano – accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. I carabinieri del Ros hanno notificato a tutti l’invito a comparire davanti al gip per l’interrogatorio preventivo. Solo dopo l’interrogatorio il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta di domiciliari avanzata per Cuffaro e per gli altri e se chiedere al Parlamento l’autorizzazione a procedere per Romano. A diversi indagati, tra cui l’ex presidente della Regione, i militari dell’Arma hanno notificato anche un decreto di perquisizione disposto dai pm.

Indagato Ferdinando Aiello

Tra gli indagati figura anche l’ex consigliere regionale ed ex parlamentare calabrese, Ferdinando Aiello. L’ex deputato del Pd ad aprile di quest’anno era stato assolto dalla Corte d’Appello di Catanzaro dall’accusa di peculato nell’ambito del processo sulla presunta distrazione di fondi pubblici in occasione dell’edizione del “Festival dei Due Mondi” di Spoleto svoltosi nel luglio del 2018, insieme all’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. Un paio d’anni prima, invece, la Corte d’Appello di Salerno ha confermato la sentenza di assoluzione di primo grado per Ferdinando Aiello perché «impropriamente e illegittimamente era stato sottoposto ad intercettazioni con il sistema invasivo massimo del cosiddetto Trojan dalla procura Dda di Catanzaro».

L’inchiesta

Cuffaro e Romano sono coinvolti in un’inchiesta della Procura, guidata da Maurizio de Lucia, su appalti pilotati. Coinvolti anche diversi funzionari pubblici e Vito Raso, autista e uomo di fiducia dell’ex governatore. Cuffaro, ora presidente nazionale della Nuova Dc, è stato condannato a 7 anni (il verdetto è diventato definitivo nel 2011) per favoreggiamento alla mafia e ha lasciato il carcere nel 2015 dopo averne scontati 4 e 11 mesi grazie all’indulto di un anno per i reati “non ostativi” e lo sconto previsto dalla liberazione anticipata per buona condotta; Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, fu prosciolto nel 2012 dal gip con la vecchia formula dell’insufficienza di prove.

Romano: «Non so nulla, una cosa abnorme»

«Il danno è fatto. Non so a cosa porterà questa inchiesta. È una inchiesta che vede 18 indagati per i quali hanno chiesto gli arresti domiciliari, tra ci il sottoscritto. Ma ormai il danno è fatto, perché non ho ancora ricevuto assolutamente nessun avviso. Anzi, sono venuto in caserma, a San Lorenzo in Lucina, per chiedere la notifica di atti. Non so assolutamente nulla. Mi sembra una cosa abnorme, sono lontano da queste pratiche. Non so assolutamente come avrei potuto inserirmi in un meccanismo di turbativa o appalti truccati. Adesso chiarirò al gip, visto che dovrò essere ascoltato. Ma potete immaginare, anche se il gip dovesse dire che Romano non c’entra nulla con queste vicende, quello che sta accadendo in questo momento. Mi chiamano i giornalisti di cui una cosa di cui non so parlare». Così il deputato di Noi Moderati Saverio Romano, in un videoselfie dalla caserma dei Carabinieri, dopo la notizia della richiesta di arresto nei suoi confronti- (redazione@corrierecal.it)

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