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Reggina, il momento più buio dell’era Ballarino: nella notte in città striscioni contro il club

Amaranto a -10 dal primo posto in classifica dopo appena dieci giornate di campionato. I tifosi contro la proprietà

Pubblicato il: 04/11/2025 – 10:33
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Reggina, il momento più buio dell’era Ballarino: nella notte in città striscioni contro il club

REGGIO CALABRIA Nonostante negli ultimi anni non siano mancati periodi di difficoltà, è difficile negare che quello attuale rappresenti il momento più critico della Reggina targata Ballarino-Minniti. Dopo le delusioni della passata stagione, l’ambiente amaranto si era ricompattato intorno a un obiettivo chiaro: il ritorno tra i professionisti. Le premesse sembravano favorevoli, la squadra costruita in estate appariva competitiva e le parole della dirigenza lasciavano intendere un campionato di vertice. Tuttavia, la realtà dei fatti racconta tutt’altro.
A dieci giornate dall’inizio del torneo, la Reggina si trova già a dieci punti di distanza dalla vetta occupata dall’Igea Virtus, capace di imporsi proprio al “Granillo” nell’ultimo turno. Un distacco che, più che un semplice dato numerico, fotografa la distanza – tecnica, mentale e identitaria – tra le ambizioni estive e i risultati effettivamente ottenuti sul campo.

Crisi tecnica e identitaria

Uno dei problemi principali, come evidenziano numeri e prestazioni, è una preoccupante sterilità offensiva: appena otto reti realizzate in dieci incontri. Una media troppo bassa per una squadra che ambiva alla promozione diretta. Ma dietro i problemi realizzativi si nasconde una crisi più profonda: quella di un gruppo che non sembra aver mai sviluppato una reale identità di gioco né una solidità emotiva in grado di affrontare le difficoltà.
L’arrivo in panchina di Torrisi, chiamato a sostituire Trocini, non ha ancora prodotto la scossa auspicata. Le sue dichiarazioni di fiducia e combattività, seppur sincere, si scontrano con una tifoseria ormai sfiduciata e con un ambiente che percepisce la stagione come già compromessa.

Il malessere della piazza

La contestazione è ormai tangibile. Gli striscioni comparsi nella notte davanti ad alcune aziende cittadine con la scritta “La Reggina ai reggini” rappresentano molto più di un semplice gesto di protesta: sono il simbolo di un sentimento diffuso, quello di un popolo che non si riconosce più nella propria società.
Il distacco tra la proprietà e la tifoseria, mai del tutto colmato, oggi si è trasformato in una frattura profonda. Alla base c’è la delusione per le promesse mancate: la rinascita del club e il ritorno nel calcio professionistico sembravano obiettivi a portata di mano, ma i risultati hanno raccontato un’altra storia.
La crisi della Reggina, dunque, non è solo sportiva. È anche identitaria e gestionale. L’assenza di un progetto tecnico coerente rischia di rendere sterile ogni tentativo di rilancio. Per restituire credibilità al progetto amaranto servirebbero a questo punto non solo risultati sul campo, ma una rinnovata connessione con la città che ormai appare difficile da trovare. (redazione@corrierecal.it)

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