La provincia di Cosenza si svuota e invecchia, piegata da «glaciazione demografica» e gender gap
La sfida dello spopolamento e della bassa occupazione. «Serve una nuova attrattività per giovani e imprese»

COSENZA I dati restituiscono una fotografia nitida dello spaccato della realtà socio-economica della provincia di Cosenza. Questa mattina, la presentazione del bilancio sociale Inps riferito all’annualità 2024. La tendenza che muove i dati raccolti è simile all’andamento delle altre regioni d’Italia: meno nascite a fronte dei decessi, un saldo migratorio negativo e riferito alla fuga dei giovani e poi salari troppo bassi e l’inesorabile invecchiamento della popolazione. Un quadro a tinte fosche che Giuseppe Greco, direttore regionale Inps Calabria, immagina a colori quando suggerisce alcune leve necessarie per invertire la tendenza. «Si devono creare le condizioni perché la Calabria possa rimanere attrattiva per i giovani e mi rendo conto che la cosa non è semplice, ma il governo regionale ha già dimostrato una certa attenzione nei confronti di queste problematiche. Faccio riferimento, ad esempio, alle iniziative in corso per il ripopolamento dei borghi e delle aree interne».
La «glaciazione demografica»
Di «glaciazione demografica» parla Angelo Maria Manna, direttore provinciale dell’Inps di Cosenza. l numeri, d’altro canto, non lasciano spazio ad alternative interpretazioni. «Il rapporto tra i decessi e le nascite evidenzia una perdita di circa 3.500 persone e la riduzione non viene compensata dal saldo migratorio, cosa che invece avviene nelle altre realtà d’Italia», sostiene ai nostri microfoni. Numeri e dati che aprono a prospettive, nel medio e nel lungo periodo, «di desertificazione e spopolamento delle aree interne». Queste, dunque, le variabili affidate all’attenta analisi dei decisori politici, poi il direttore Manna sposta l’attenzione sul mercato del lavoro. «Registriamo un saldo occupazionale positivo, vuol dire che le assunzioni crescono rispetto alle cessazioni. Tuttavia bisogna saper leggere i dati e capire quali tipi di contratti aumentano. E su questo naturalmente c’è da fare un focus perché aumentano prevalentemente i contratti a tempo determinato, i part-time, e rinveniamo anche una riduzione del tasso di occupazione e una riduzione del tasso di disoccupazione che sembrerebbero dei caratteri contraddittori, quasi un ossimoro. In realtà, tutto questo tema va interpretato anche alla luce di un altro indicatore rilevante che è l’aumento della degli inattivi, che è un altro fenomeno importante sul quale fare ulteriori approfondimenti». L’aumento degli inattivi produce automaticamente una riduzione sia del tasso occupazionale che del tasso di disoccupazione, «ma sarebbe particolarmente interessante capire chi sono questi inattivi e quanti siano i cosiddetti Neet: i giovani tra i 15 e i 29 anni che di fatto si trovano in una posizione di inerzia, palesano una sfiducia verso il futuro, non lavorando, non facendo formazione e neanche studiando».
Il gender gap
Ignazio Ganga, componente Civ Inps, sottolinea un altro dei parametri negativi evidenziati nel rapporto: il gender gap. «C’è un fortissimo gap di genere in questa provincia, come in tutta la Calabria: una forbice ampissima tra i dati delle retribuzioni e delle pensioni delle lavoratrici rispetto ai lavoratori ed è per certi versi anche più basso rispetto al resto della Calabria e ad alcune realtà del Mezzogiorno. C’è davvero tanto da fare, la cosa importante è che il rendiconto sociale dell’Inps inquadri in modo corretto questi dati offrendo anche delle azioni». Ganga intercetta un dato positivo. «Aumenta il lavoro a tempo indeterminato degli extracomunitari, e questo è un dato da analizzare». Tuttavia, «i numeri – continua Ganga – risentono di una condizione socioeconomica che ancora attende di poter ripartire rispetto alle aspettative che questo territorio ha, anche rispetto alle attese sulla messa a terra dei progetti del Pnrr, di cui l’Inps è uno dei massimi fruitori, per adeguare i servizi alle aspettative delle lavoratrici, delle aziende, delle imprese e dei pensionati». (f.benincasa@corrierecal.it)
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