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Cuda: «All’Umg nessuna moschea, solo uno spazio di preghiera per i membri della comunità universitaria»

Il rettore: «Non si tratta assolutamente di un atto politico, bensì di una scelta di civiltà». Sasso (Lega): «Dal rettore un malcelato tentativo di derubricare il fatto»

Pubblicato il: 06/11/2025 – 17:16
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Cuda: «All’Umg nessuna moschea, solo uno spazio di preghiera per i membri della comunità universitaria»

CATANZARO «Per trasparenza e per amore della verità, desidero precisare che all’Università Magna Graecia non è stata mai aperta una moschea. La deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo di Catanzaro ha autorizzato l’apertura di un’area di preghiera destinata ai membri della comunità universitaria di fede musulmana». Così in una nota il rettore dell’Umg Giovanni Cuda, che aggiunge: «L’area di preghiera, realizzata senza alcun carattere confessionale né simbolico, si configura come uno spazio di silenzio e di meditazione, destinato a favorire la serenità e la libertà di espressione spirituale di studenti e personale, nel pieno rispetto dei principi di laicità e pluralismo che ispirano la vita accademica. L’iniziativa, in un’ottica di rispetto e inclusione, non ha mai riguardato in alcun modo la costruzione o l’apertura di una moschea, bensì la realizzazione di un piccolo spazio di raccoglimento, un muṣallā, ossia “una piccola sala di preghiera, uno spazio raccolto dove chi crede può rivolgersi a Dio”, come efficacemente ricordato in una lettera di un architetto che si è occupato per anni di edilizia per il culto che ha voluto esprimere, con parole di sincera gratitudine, il proprio apprezzamento per questa scelta. Tale esigenza – prosegue Cuda – è molto sentita dalle persone di religione islamica che fanno parte dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e nasce da un bisogno reale all’interno del nostro Ateneo che è stato espresso da numerosi studenti e studentesse, nonché da personale sanitario e pazienti ricoverati presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Renato Dulbecco”, che ogni giorno vivono e contribuiscono alla vita della nostra comunità accademica. La cartellonistica che indicava la dicitura “Moschea” nei pressi dello spazio è stata rimossa per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento, ma questa decisione non ha alcun nesso temporale e causale rispetto all’interrogazione parlamentare e la disposizione era stata da me assunta fin dall’inaugurazione, avvenuta qualche giorno fa. A tale proposito, desidero ringraziare la Ministra dell’Università e della Ricerca, l’on. Anna Maria Bernini, per l’intervento efficace con cui ha rappresentato la nostra azione, volta semplicemente al dialogo interculturale e interreligioso, in osservanza della nostra Carta costituzionale, e mi permetto di tranquillizzare chi ritiene che questa decisione possa rappresentare un pericolo. Il nostro Ateneo è fin dalla sua origine un luogo accogliente in cui, per volontà del primo rettore, il Prof. Salvatore Venuta, tutte le indicazioni sono fornite in italiano, in inglese e in lingua araba. Del resto, l’Università è, per sua natura, luogo di dialogo, di incontro e di tolleranza, una comunità che educa non solo alle competenze ma anche al rispetto e alla convivenza civile. In tempi in cui la contrapposizione rischia di prevalere sulla comprensione reciproca, crediamo che l’istituzione di spazi di ascolto e di raccoglimento rappresenti un gesto di autentico dialogo interreligioso, coerente con la nostra missione educativa e con i valori sanciti dalla Costituzione. L’Ateneo “Magna Graecia”, – conclude il rettore – attraverso questa iniziativa, intende semplicemente riconoscere e accogliere la pluralità delle fedi presenti nella propria comunità, promuovendo il rispetto reciproco e la costruzione di ponti culturali. Non si tratta assolutamente di un atto politico, bensì di una scelta di civiltà che restituisce all’Università il suo senso più autentico di luogo che unisce, accoglie e insegna la libertà».

Sasso (Lega): «Dal rettore un malcelato tentativo di derubricare il fatto»

«Quello del Rettore è stato un tentativo – malcelato – di derubricare la moschea appena inaugurata nell’Università di Catanzaro in un luogo di culto. Lui dice che le insegne della moschea erano state tolte prima della mia interrogazione, ma non è così. Il Rettore, anziché pensare a come sollevare le sorti dell’Ateneo da lui guidato – al penultimo posto nella classifica Censis delle università italiane – anziché pensare a come migliorare servizi agli studenti e offerta formativa, negli ultimi giorni ha utilizzato molto del suo prezioso tempo per difendere la moschea interna all’università e per polemizzare col sottoscritto. Se poi nel dibattere arriva a utilizzare Teheran come esempio di tolleranza religiosa da contrapporre ad una mia presunta e sottintesa intolleranza, verrebbe da sorridere se non fosse che in quella città e nell’Iran in generale vengono perpetuati crimini odiosi nel nome della religione. Cita articoli della Costituzione ma dimentica che l’art.8 prevede l’intesa tra culto religioso e Stato e la religione musulmana non l’ha mai firmata, anzi una cortese richiesta: visto che ha legami col mondo islamico, magari potrebbe farsi portavoce di questa “piccola esigenza” costituzionale. E magari poi potrebbe anche prevedere qualche momento di approfondimento per i suoi studenti sull’orrore della sharia islamica, sull’orrore delle discriminazioni religiose islamiche ai danni di donne e omosessuali, soprattutto nella “sua” citata Teheran. Mi auguro per gli studenti di Catanzaro che il Rettore, per attirare maggiori iscrizioni, non pensi solo agli studenti di religione musulmana. Un luogo di formazione e di conoscenza mal si concilia con i sermoni di un Imam». Così il deputato Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, Cultura e Istruzione.

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