Il lato oscuro del gaming, a Cosenza bruciati 100 milioni tra slot e illusioni
«Si gioca tanto» dice il procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla. Per molti giocatori il rischio è scivolare nella dipendenza

COSENZA Circa 100 milioni di euro spesi dai cosentini nel settore gaming. Una cifra enorme quella annunciata dal procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dettagli relativi ad un sequestro operato dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza – guidati dal colonnello Andrea Mommo – ai danni di una società con sede a Luzzi gestita da un imprenditore indagato con l’accusa di peculato in ordine alle somme di denaro relative al prelievo unico erariale sulle somme riscosse per le giocate.
Il modus operandi svelato dal procuratore e dalle indagini – avviate nel 2022 e durate circa tre anni – è simile a quello adottato, già in passato, da alcuni soggetti cosentini coinvolti in altre operazioni. Schede contraffatte e – in alcuni casi – anche l’utilizzo di un telecomando, azionato a distanza, in grado di consentire di switchare dalla scheda contraffatta al circuito legale per sfuggire ed eludere i controlli delle forze dell’ordine. Le macchinette da gioco, infatti, sarebbero state dotate di schede in grado di garantire la sottrazione dell’importo giocato e anche del prelievo unico erariale.
L’operazione congiunta del personale dell’Agenzia dei monopoli e dei militari del Comando provinciale dei Carabinieri di Cosenza, ha permesso di effettuare una serie di verifiche in numerosi esercizi commerciali dove erano collocati gli apparecchi, poi oggetto di sequestro (144, ndr) e per i quali sono state ipotizzate tutta una serie di anomalie nel funzionamento.
Come sottolinea il procuratore Capomolla, «le indagini hanno consentito di riscontrare un numero veramente rilevante di giocate per importi estremamente importanti». L’ipotizzata alterazione «evitava la registrazione delle giocate sulla rete nazionale dell’Agenzia dei monopoli e accanto alla scheda ufficiale vi era anche una scheda clonata che, ovviamente, non era collegata con la rete nazionale».
Le somme giocate, un campanello d’allarme
Calabresi popolo di giocatori. La circostanza è stata cristallizzata in un dettagliato e robusto report diffuso da Federconsumatori Calabria. La nostra regione ha conquistato la maglia nera nel gioco d’azzardo online, in crescita «nei territori più fragili e spesso collegato a flussi opachi e riciclaggio».
Il procuratore di Cosenza si è mostrato preoccupato dinanzi al volume delle giocate e degli importi spesi. «La somma del prelievo unico erariale che sarebbe stato sottratto, oggetto dell’ipotesi di reato contestata, evidenzia quanto fossero rilevanti gli importi delle giocate su questo tipo di apparecchi elettronici che, in qualche modo, confermano le analisi fatte anche da associazioni di consumatori nella provincia bruzia. Si gioca molto, si gioca molto anche su questi apparecchi».
Il fenomeno è complesso, chi gioca rischia di scivolare nel cono d’ombra della dipendenza. E’ facile rintracciare persone che, in preda alla disperazione o alla speranza dell’irreale, scelgono di rifugiarsi nelle stanze scure riempite da slot con gli occhi incollati al monitor e le mani impegnate a premere nervosamente i tasti. Una routine che non garantisce facili guadagni, ma contribuisce a spedire i giocatori accaniti in un baratro di false speranze e sogni infranti. Nel momento di difficoltà, c’è chi è pronto ad approfittare suggerendo prestiti – a tassi usurai – per consentire l’ennesima giocata, quella necessaria a ripianare tutti i debiti. L’appuntamento con la Dea bendata è costantemente rinviato, le giocate aumentano così come le sconfitte. (f.b.)
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