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Tre o cinque municipi? Il decentramento divide la maggioranza a Reggio Calabria

La riforma delle circoscrizioni riaccende il confronto sul modello di governo locale. La decisione su tre o cinque municipi peserà anche sugli equilibri politici in vista delle amministrative

Pubblicato il: 06/11/2025 – 15:24
di Paola Suraci
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Tre o cinque municipi? Il decentramento divide la maggioranza a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA Si torna a parlare di decentramento amministrativo a Reggio Calabria e stavolta il confronto promette scintille. Il tema è quello decisivo: quante circoscrizioni istituire e con quali confini. Dopo incontri riservati, pressioni di partito e compromessi ancora instabili, la situazione è arrivata a un punto di snodo. Nelle ultime ore, diversi consiglieri hanno chiesto la convocazione urgente della conferenza dei capigruppo, con l’obiettivo di definire una linea politica unitaria da portare in Consiglio comunale e impedire che la discussione si trascini ancora.
A sollecitare il chiarimento è stato anche il capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune, Demetrio Marino, che contesta l’ipotesi, circolata nelle ultime riunioni interne alla maggioranza, di ridurre il numero dei Municipi da cinque a tre.
«La cosa urgente adesso è individuare la piattaforma di confronto – ha detto Marino raggiunto dal Corriere della Calabria – abbiamo già discusso in commissione ma adesso serve confrontarci all’interno della conferenza dei capigruppo, così da decidere cosa fare». «Il nostro obiettivo – spiega Demetrio Marino – è mantenere cinque circoscrizioni, lavorando però su una revisione equilibrata dei confini e delle aree di competenza. Ridurle a tre sarebbe un errore: significherebbe creare tre enti troppo vasti, quasi tre comuni a sé stanti, con territori difficili da governare. La direzione, invece, dev’essere quella del vero decentramento. Le circoscrizioni, con i loro presidenti e i loro consiglieri, devono diventare sentinelle del territorio, capaci di intercettare e rappresentare concretamente i bisogni dei cittadini. Su questo, tuttavia, è necessario un confronto serio: occorre definire in modo chiaro quali funzioni e quali strumenti verranno attribuiti ai nuovi organismi».
Nel testo in esame, la nuova I Circoscrizione, chiamata Centro Storico, abbraccerebbe l’area centrale della città, includendo i quartieri del nucleo storico e quelli limitrofi: da Trabocchetto a Sant’Antonio, da Spirito Santo alla Pineta Zerbi, fino a Tremulini, Santa Caterina, San Brunello e Vito. A est si estenderebbe la II Circoscrizione, che comprende Eremo, Condera, San Giorgio, Modena, San Sperato, Cannavò, Mosorrofa, Cataforio e Terreti, delineando così l’asse collinare e periferico orientale.
La III, denominata Nord, interesserebbe tutta la fascia settentrionale, da Catona e Salice fino a Villa San Giuseppe, Gallico, Sambatello e Archi, arrivando a includere anche Ortì e Podargoni. Verso sud, invece, la IV Circoscrizione riunirebbe Ravagnese, Gallina e Pellaro, mentre la V, definita Centro-Sud, si articolerebbe attorno ai quartieri di Sbarre, Ferrovieri e l’area Stadio-Gebbione.
Su questo impianto territoriale, il consigliere Demetrio Marino ha evidenziato la posizione del centrodestra: «Abbiamo stimolato l’accelerazione sul tema affinché si renda finalmente operativo questo strumento. Ora esamineremo gli atti e le informazioni disponibili per valutarli in relazione alla nostra proposta politica. Esiste già una delibera presentata diversi anni fa, quando ero presidente di circoscrizione, che evidenziava la necessità di rivedere la suddivisione territoriale, tenendo conto della storia della vallata di Sant’Agata e di Cataforio. L’obiettivo era quello di prevedere il trasferimento di Gallina a un’altra circoscrizione, anziché mantenerla accorpata a Pellaro. Sto valutando la possibilità di avviare una raccolta firme proprio su questo tema».
Sul tema si stanno muovendo anche comitati di quartiere, che chiedono che la zona Eremo non ricada nella circoscrizione Est, ma passi al Centro.

Il Pd ribadisce la visione della “Città Policentrica”

Intanto, il Partito Democratico cittadino ha riaperto il confronto interno attraverso una riunione partecipata alla presenza del segretario provinciale Giuseppe Panetta, della segretaria cittadina Valeria Bonforte, dei segretari di circolo, consiglieri, assessori ed ex dirigenti delle circoscrizioni.
A introdurre i lavori è stato il presidente della Seconda Commissione consiliare e capogruppo Pd, Giuseppe Marino, che ha richiamato il progetto di riforma elaborato dal consigliere delegato Giuseppe Giordano, in continuità con la visione della “Città Policentrica” avviata dal compianto Italo Falcomatà.
Il Partito Democratico cittadino conferma, quindi, la volontà di sostenere l’istituzione delle nuove cinque circoscrizioni e annuncia la mobilitazione dei circoli per coinvolgere attivamente la cittadinanza in questo percorso di rinnovamento istituzionale.
Per il Pd, il decentramento rappresenta una scelta di qualità amministrativa e non solo un tema di ordinamento. Un modo per rendere l’azione comunale più vicina, più efficiente e più partecipata, restituendo alla politica locale la sua funzione originaria di ascolto e servizio nei confronti delle comunità.
Ma la maggioranza valuta la riduzione: risparmio o strategia?
Secondo quanto trapelato però, nel corso di un recente incontro operativo a Palazzo San Giorgio sarebbe stata avanzata l’ipotesi di ridurre il numero dei Municipi da cinque a tre e per questo sarebbero state fatte anche delle valutazioni economiche.
La riorganizzazione garantirebbe, secondo le prime stime, un risparmio di circa 300 mila euro l’anno, pari a oltre un milione e mezzo nell’arco dell’intera consiliatura. Una valutazione che per alcuni risponde a esigenze di sostenibilità finanziaria, ma che avrebbe invece un chiaro risvolto politico: ridurre la rappresentanza dei territori periferici e contenere i possibili effetti di un risultato elettorale sfavorevole alla maggioranza attuale alle prossime amministrative di primavera. La convocazione della conferenza dei capigruppo sarà decisiva per capire se la maggioranza manterrà la linea delle cinque circoscrizioni o aprirà realmente alla riduzione a tre. Il confronto, però, non è solo tecnico: riguarda identità dei quartieri, pesi politici e strategie in vista delle prossime elezioni amministrative quando si voterà sia per il rinnovo del consiglio comunale che per le circoscrizioni appunto, e il modello stesso di governo della città. La partita è ancora pienamente aperta. (redazione@corrierecal.it)

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