‘Ndrangheta, dall’affare (svanito) sui carburanti coi Casamonica alle false fatture. Il pentito racconta Filippo Crea: «Era un truffaldino»
William “Scarface” Cerbo ai pm di Milano racconta alcuni dettagli sul 50enne calabrese vicino alla cosca Iamonte. «Volevano fare truffe sulle accise»

LAMEZIA TERME «Filippo Crea lo conosco personalmente perché abbiamo un amico, un tale che chiamavamo Romeo, uno dei Casamonica, di Roma. E ho sentito questo nome, stavano parlando, era un discorso dei carburanti…». Filippo Crea, classe 1975 di Melito Porto Salvo, è uno degli imputati nel processo “Hydra” della Distrettuale antimafia di Milano nato dall’omonima inchiesta che – secondo l’accusa – avrebbe svelato l’ormai celeberrimo «sistema mafioso lombardo» composto da esponenti di spicco di ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra. Il 50enne calabrese è considerato «esponente della cosca Iamonte» a Milano e nel suo hinterland.
I verbali del pentito Cerbo
A parlare, dunque, di Filippo Crea è stato il nuovo collaboratore di giustizia William Alfonso Cerbo – 43 anni – appartenente secondo gli inquirenti al clan dei «carcagnusi» di Catania capeggiato da Santo Mazzei, poi avvicinatosi ai Senese (clan di camorra nella capitale) dopo la scomparsa del proprio riferimento catanese Gaetano Cantarella «Tanu U’ curtu» per lupara bianca il 3 febbraio 2020.
Il riferimento del pentito è, in questo frangente, a Filippo Crea e Giancarlo Vestiti e a un incontro alla Starline, società riconducibile a proprio a Vestiti, «in quell’occasione l’ho conosciuto per la prima volta», mentre i due stavano «facendo dei conti». E ancora: «Filippo mi dice “i carburanti come business, qua, là”, io da sempre sono sempre stato interessato a questo discorso dei carburanti, ma non ne capivo nulla. E mi dice ancora “se vuoi entrare stiamo facendo una cosa a Verona, parla con Giancarlo” e io gli dissi “Va be’, poi ne parliamo”. Però poi non si è fatto più niente. Ricordo questo episodio di Crea Filippo».
I carburanti e Romeo dei Casamonica
In merito alla “vicenda carburante” di cui il pentito ha fatto cenno ai pm della Dda di Milano, Cerbo ha chiarito ulteriormente i contorni. «Truffe alle accise, nel particolare nel mio mestiere non lo so, però come che comprano ed evadono le accise e rivendono ai distributori…», e a spiegarglielo sarebbe stato proprio Filippo Crea. Il pentito spiega ancora di averne riparlato con questo «Romeo dei Casamonica» attorno al periodo di Natale, a Roma, «non me lo posso dimenticare mai», riferendosi al periodo tra il 2019 e il 2020. «A questo Romeo gli racconto: “Ho conosciuto ‘sto Filippo che mi ha parlato di te” e mi dice: “È truffaldino”, cioè ne parlava malissimo Romeo, come che gli dovesse forse dei soldi, non lo so. Comunque ne ha parlato malissimo, dice “Non ti ci mettere, zero”».
«Filippo è uno che fa queste cose, false fatture. È un truffaldino»
Interrogato dai pm ancora sulla figura di Filippo Crea, il nuovo collaboratore di giustizi “Scarface” ha raccontato ulteriori dettagli sul business portato avanti dal calabrese. «Filippo Crea operava nell’ambito delle false fatturazioni, somministrazione dipendenti e cambio cash soprattutto… quando l’ho saputo mi hanno detto “È uno che fa queste cose”, me l’ha detto Vestiti», ha spiegato. Insomma «parliamo di prestazioni di manodopera, somministrazione dipendenti. In buona sostanza a un’azienda reale, con delle aziende false, cartiere che aveva lui, somministrava la manodopera per evitare il pagamento degli F24 da un lato», spiega Cerbo. «Da un altro lato fa fatture, un’azienda vera ha bisogno… cioè, più fatture a volte e più scarichi, non so come funziona, e comunque lui gli faceva la fattura, quelli facevano il bonifico e lui glieli dava in nero con un tasso che solitamente è del 7, dell’8%». «Questo è quello che fa Crea Filippo», rimarca “Scarface” ai pm, «raccontato da Vestiti, anche da Romeo… cioè, è truffaldino, un ragazzo che opera nel settore finanziario a livello di cambio money, cambio cash…». (g.curcio@corrierecal.it)
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