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I PROBLEMI NEI QUARTIERI

L’arena Tieri, simbolo decadente di una Cosenza immobile – FOTO

Erbacce e rifiuti deturpano l’auditorium all’aperto a pochi passi dalla rinata piazza Amendola. Dove anche l’ex cineteatro Italia e la Casa della Musica giacciono in uno stato penoso

Pubblicato il: 09/11/2025 – 16:25
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L’arena Tieri, simbolo decadente di una Cosenza immobile – FOTO

COSENZA Sette anziani giocano a carte su un muretto davanti al monumento a Lucio Battisti, tra cumuli di spazzatura, erbaccia e transenne. È la cartolina della domenica mattina in piazza Amendola: doveva essere il polo musicale e culturale simbolo della rinascita del centro storico, nel quartiere “cerniera” con il centro città: per adesso è una sfida persa.

Se il degrado è in pieno centro

È uno di quei casi in cui le immagini parlano molto di più di qualsiasi didascalia, piazza Amendola – zona di scuole, negozi, uffici e ambulatori – è un chiaro simbolo della città “bifronte” dove la (lodevole) trasformazione in meglio dello slargo un tempo occupato da auto – e, immancabilmente, rifiuti – oggi ripavimentato e cinto da una unica grande panca in legno che invita alla socialità, ha come contraltare, a qualche decina di metri, lo scempio dell’Arena Tieri: già criticata per l’impatto brutalista che ne fa una sorta di cimitero militare monumentale per via dei grandi blocchi bianchi ideati per le sedute, l’arena si mostra ricoperta di erbacce e puntellata di rifiuti, anche speciali come pneumatici.
Entrando nell’area di cantiere colpiscono anche i vetri sfondati in quasi tutti i finestroni del piano interrato della Casa della Musica. Un’altra nota dolente del quartiere, giusto per restare in tema.

Servono almeno 150mila euro. E poi?

La Casa della Musica ospita le attività didattiche e la concertistica del conservatorio di “Stanislao Giacomantonio”, riconosciuta eccellenza a livello nazionale che in questo modo viene umiliata e offesa. Ne è proprietaria la Regione Calabria che l’ha data in concessione gratuita al Comune nel 1997 per trent’anni (quindi fino al 2027): meno di un mese fa il sindaco Franz Caruso, dopo un confronto costruttivo proposto dal direttore del conservatorio, Francesco Perri, ha chiesto un incontro urgente sul futuro della struttura «con l’obiettivo di ristrutturare l’immobile per renderlo dignitoso e confortevole. È indubbio – ha commentato Caruso – che l’immobile necessita di interventi consistenti, stimati intorno ai 150mila euro. Una somma, questa, considerevole, soprattutto per un Ente con le problematiche economico/finanziarie come il nostro». Ma «spendere una cifra di tale portata per una struttura di proprietà regionale, data in comodato al Comune per soli altri due anni, non è assolutamente ragionevole né vantaggioso per la collettività. Per tale motivo è necessario capire se la Regione Calabria intende prolungare o meno e per quanto tempo il comodato di concessione al Comune».

Una vicenda, questa, che ha origine addirittura nel 1998 quando fu deciso il recupero funzionale del fabbricato ex Gil (Gioventù italiana del Littorio), tra intoppi burocratici, aggiudicazione dell’appalto dei lavori a un’Ati (Associazione temporanea d’imprese: Edil Galven srl di Rende e Vitaltec srl di Roma) e successivo contenzioso, dopo che la Provincia non era in grado di rilasciare l’edificio oggetto di gara e i lavori non erano stati consegnati nei tempi dovuti.

I simboli dello stallo culturale

In quasi tre decenni la Casa della Musica ha visto la luce, prima del buio di oggi. Parallelamente, anche il cinema Italia “Tieri” è andato avanti tra alti e bassi. Esattamente due anni fa rientrava fra i soggetti destinatari dei fondi Agenda Urbana, ora quel progetto resta solo sulla carta: le transenne cingono l’ex “Gil” raccontano lo stallo ma anche il degrado dei marginali che qui, in cima alla scalinata di marmo, trovano un rifugio notturno in giacigli raffazzonati fatti di cartone, vecchie coperte e materassi sfondati.

Basta rivolgere lo sguardo al di là del Busento ed ecco il Teatro Morelli, altro simbolo di rinascita mancata dopo i fasti della stagione “More” risalente ormai a dieci anni fa. Chiudono il quadro, restando tra le confluenze e corso Telesio, i BocsArt usati raramente (Musica contro le mafie e altre iniziative sporadiche), la Casa delle Culture che proprio ieri ha annunciato un programma e il Rendano in grande (apparente) spolvero. Un po’ poco per la città che si beava di essere l’Atene delle Calabria e dell’unica Accademia a sud di Napoli. (euf)

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