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Un bunker sotto la stalla: scoperta una serra “indoor” di marijuana a Platì. Padre e figlio denunciati – VIDEO

I carabinieri hanno rinvenuto un rifugio sotterraneo con impianti di illuminazione e aerazione alimentati da un allaccio abusivo

Pubblicato il: 13/11/2025 – 7:13
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Un bunker sotto la stalla: scoperta una serra “indoor” di marijuana a Platì. Padre e figlio denunciati – VIDEO

PLATÌ Un bunker nascosto sotto una stalla, in mezzo alla fitta vegetazione dell’Aspromonte, era stato trasformato in una vera e propria serra “indoor” per la coltivazione di marijuana. È questa la sorprendente scoperta fatta dai Carabinieri della Stazione di Platì, insieme ai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e del 14° Battaglione “Calabria”, durante un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato al contrasto della produzione di sostanze stupefacenti.
A finire nei guai sono padre e figlio, entrambi denunciati in stato di libertà, ritenuti responsabili di aver realizzato un sofisticato laboratorio sotterraneo per la coltivazione di cannabis.

L’intuizione che ha svelato il bunker

L’operazione è scattata dopo un’attenta attività di osservazione sul territorio. Durante una perlustrazione in un’area rurale particolarmente impervia, i militari hanno notato un dettaglio anomalo: un cavo elettrico che si perdeva tra gli alberi. Un particolare apparentemente insignificante, ma sufficiente a destare sospetto. Seguendo il tracciato del filo per alcune centinaia di metri, i Carabinieri sono arrivati all’ingresso di un capanno agricolo dall’aspetto dimesso, apparentemente in disuso.
Dietro quell’apparente normalità si celava però un ingegnoso sistema di occultamento. Spingendo un pannello basculante, azionato da un sistema di contrappesi abilmente nascosto alla vista, si apriva infatti l’accesso a un vero e proprio bunker sotterraneo.

Un laboratorio di coltivazione ad alta tecnologia

All’interno del rifugio, i militari si sono trovati di fronte a una piantagione di marijuana con esemplari alti tra i 70 e i 110 centimetri. Le piante erano illuminate e ventilate grazie a un complesso impianto elettrico e di aerazione, alimentato da un allaccio abusivo alla rete pubblica. Ogni dettaglio era stato curato con estrema attenzione per garantire le condizioni ideali di crescita e mantenere l’intera struttura nascosta da sguardi indiscreti. Il bunker, realizzato abusivamente, rappresentava un vero e proprio esempio di coltivazione “indoor” di tipo professionale: all’interno erano presenti trasformatori, ventilatori, lampade e altri dispositivi capaci di riprodurre il ciclo naturale di luce e calore necessario alla crescita delle piante.
L’operazione si inserisce nel più ampio dispositivo di contrasto al narcotraffico portato avanti dai Carabinieri della Compagnia di Locri, costantemente impegnati nel monitoraggio delle zone più remote e difficili dell’Aspromonte. In questi contesti, la profonda conoscenza del territorio e l’esperienza operativa dei militari rappresentano un presidio fondamentale contro l’illegalità e le attività criminali connesse alla produzione di droga.

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