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Verso il Natale

Quest’anno “anche io” sono nel presepe del Papa in Vaticano

Sì, perché per il Natale 2025 il Vaticano ha scelto di portare a Roma un frammento dell’Agro nocerino-sarnese, con i suoi cortili, le sue chiese e la sua ostinata umanità

Pubblicato il: 16/11/2025 – 15:28
di Lucia Serino
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Quest’anno “anche io” sono nel presepe del Papa in Vaticano

C’è una strana, piacevole sensazione nel sapere che, affacciandomi dal balcone della mia casa a Piazza Sant’Alfonso a Pagani, mi ritroverò – in un certo senso – dentro il presepe di Piazza San Pietro.
Sì, perché per il Natale 2025 il Vaticano ha scelto di portare a Roma un frammento dell’Agro nocerino-sarnese, con i suoi cortili, le sue chiese e la sua ostinata umanità. La scena principale è proprio quella del mio affaccio, davanti alla Basilica di Sant’Alfonso Maria dei Liguori. A due passi dai murales che ricordano i nostri morti ammazzati. Il presepe campano, proveniente dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, racconterà il mistero dell’Incarnazione attraverso i simboli del territorio: il Battistero Paleocristiano di Nocera Superiore, la fontana Helvius di Sant’Egidio del Monte Albino, una casa di tufo tipica dei cortili paganesi, e persino la Vergine delle Tre Corone di Sarno, realizzata dai maestri infioratori di Casatori.
Nel cuore della scena ci sarà sant’Alfonso Maria de’ Liguori, seduto al clavicembalo mentre intona “Tu scendi dalle stelle”, la sua canzone più famosa, la canzone natalizia per eccellenza. Sant’Alfonso è sepolto a Pagani. Una delle case del’Ordine – trasformata in accoglienza turistica – è a Tropea. Intorno a lui, nel presepe, volti e simboli di una fede che nasce dalla terra: i pastori in stile napoletano, i prodotti della nostra campagna — carciofi, cipollotti, pomodori San Marzano — e la scala che sale verso Cristo, centro di ogni cammino umano. A vegliare sulla scena, una stella cometa a forma di àncora, segno di speranza e richiamo al Giubileo che si apre.
È un presepe che fa entrare una parte della Campania, meno nota e meno luminosa, nella luce della Natività. E in questa scelta, umile e rivoluzionaria, c’è un gesto di profonda giustizia poetica: portare nel cuore del Vaticano una terra spesso raccontata solo per il Sarno inquinato o le sue ferite civili. L’allestimento del presepe è a cura dell’architetto Angelo Santitoro, direttore dell’Ufficio diocesano Beni culturali ed Edilizia di Culto di Nocera, con la collaborazione della falegnameria Avella Concept di Nocera Superiore, dell’impresa Elettroclima di Nocera Inferiore e della direzione tecnica dell’architetto e scenografo Silvio Di Monaco, mentre il coordinamento della sicurezza è affidato all’architetto Massimo Imbriaco. I pastori, invece, sono realizzati in stile classico del ‘700 napoletano dal maestro Federico Iaccarino di Meta di Sorrento. Per quanto riguarda l’albero, ci sarà un abete rosso di circa 27 metri che sarà collocato nell’emiciclo del Bernini verrà offerto dai comuni di Lagundo e Ultimo della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige.

(Foto InsiemeNews)

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