Modifiche allo Statuto del centrodestra «senza etica né rispetto per la Calabria»
L’affondo di Francesco Pitaro (PD). «Come se la Calabria non aspettasse altro che queste ‘perle’ etiche»

«La Calabria e la Regione sembrano separati in casa. La prima chiede risposte tangibili per la sanità, l’ambiente, lo sviluppo e l’occupazione e invece il presidente Occhiuto e il centrodestra modificano lo Statuto per ampliare le poltrone e distribuirle all’insegna del peggiore manuale Cencelli». Lo scrive in una nota Francesco Pitaro (PD) e già candidato al Consiglio regionale con i Democratici Progressisti.
«Si auspicava un intervento di aggiornamento organico dello Statuto regionale (considerato che il primo risale al 1971 e quello vigente al 2004) – scrive ancora – per imprimere alla Regione una rigenerazione democratica che, prima di tutto, rinforzasse le prerogative del Consiglio da tempo trasformato in buca delle lettere della Giunta e rendesse più efficace la funzione legislativa, impedendo, per esempio, l’obbrobrio delle ‘leggi omnibus’». «Al contrario – osserva ancora Pitaro – arrivano interventi disorganici per istituire i consiglieri regionali supplenti, l’aumento del numero di assessori e, incredibile ma vero, il via libera ai sottosegretari alla Presidenza. Come se la Calabria non aspettasse altro che queste ‘perle’ etiche di revisione statutaria senza alcun beneficio per la collettività e che, mentre aumentano i costi della politica, allargano la separazione fra una comunità alle prese con bisogni primari e una politica arroccata nei palazzi», conclude l’ex candidato al Consiglio regionale.