Un ponte verso la libertà dalle mafie: depositato il ddl che restituisce un futuro (e un nome) a donne e minori
La senatrice Rando al Corriere della Calabria illustra i punti chiave: «E’ un dovere civico. La legge sottoscritta da tutti i gruppi»

ROMA Un lavoro bipartisan e frutto di un lungo lavoro in Commissione Antimafia: il Disegno di Legge che punta a offrire un concreto percorso di autonomia a donne e minori che decidono di rompere con i contesti mafiosi è stato depositato ieri. «Dobbiamo ancora decidere come si chiamerà la legge, ma penso proprio “Liberi di scegliere”», spiega ai nostri microfoni la senatrice Vincenza Rando. Avvocato, che ha avuto tra i suoi assistiti Lea Garofalo, Rando spiega come questo percorso sia stato frutto di un «scelta condivisa» che sfocia in «dovere civile». «È un lavoro fatto da anni all’interno della Commissione Parlamentare Antimafia», spiega la senatrice Rando. «Abbiamo istituito un comitato che ha lavorato intensamente sul progetto di legge, conducendo audizioni e impegnandosi a fondo per far conoscere la problematica a livello nazionale. La proposta di legge è stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari, un percorso fatto con consapevolezza da parte di tutti. Spero che a breve diventi legge, perché è un lavoro che abbiamo sentito come una vera e propria scelta e dovere civico».
Le misure chiave: sicurezza e autonomia economica
Il cuore del Ddl risiede nella tutela delle persone a rischio, offrendo strumenti concreti per spezzare il legame con la criminalità organizzata. Consentirà copertura d’Identità: «La legge permette che, qualora la madre e i figli siano in pericolo e ricevano minacce dalle famiglie mafiose, possano avere un nome di copertura che consenta loro di lavorare in sicurezza”; “reddito di libertà” e formazione: «Possono avere accesso a un reddito di libertà. Queste donne non vogliono soldi, ma chiedono di essere accompagnate verso una vera autonomia economica. Molte di loro non sono professionalizzate, quindi avranno accesso a corsi di formazione mirati»; sostegno per i minori: «Per i minori è fondamentale consentire loro l’accesso a un sostegno economico che li metta in condizione di studiare e costruirsi un futuro diverso».
La senatrice tiene a precisare la specificità del provvedimento: «È un percorso molto diverso rispetto a quello dei testimoni o collaboratori di giustizia, perché l’obiettivo principale è accompagnare queste donne verso l’autonomia». Fondamentale nel meccanismo di protezione anche supporto della rete sociale. «Importante è poi il lavoro del terzo settore che potrà accompagnarle in questo cammino di ricostruzione», aggiunge Rando. Per quanto riguarda la tempistica, l’iter è ormai avviato: «Dobbiamo capire se verrà calendarizzato prima alla Camera o al Senato. La cosa importante è che, nel momento in cui è stato sottoscritto da tutti i gruppi parlamentari, abbiamo l’opportunità di proporre emendamenti per migliorarla. Ma è stata costruita fin dall’inizio con le idee e il contributo di tutti».
L’eredità di Lea Garofalo
Il progetto “Liberi di Scegliere” raccoglie e rende concreto il coraggio di chi ha pagato con la vita la volontà di riscatto. «L’esempio di Lea Garofalo ha lasciato una scia importante», conclude la senatrice. «Molte donne, ispirate dal suo sacrificio, hanno deciso di intraprendere il percorso per uscire definitivamente da questi contesti mafiosi».
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