Programma di governo approvato con 21 voti. Occhiuto all’opposizione: «Non avete imparato dalla sconfitta»
Dibattito serrato in Consiglio: opposizione unita nel definire la linea del governatore «ottimistica e scollegata dalla realtà», maggioranza compatta nel difendere numeri e riforme

REGGIO CALABRIA Il dibattito in Aula “Fortugno” sull’approvazione del Programma di governo, dopo la presentazione del presidente Roberto Occhiuto, si è trasformato in un confronto lungo, denso e spesso acceso, nel quale maggioranza e opposizione hanno utilizzato per intero – e talvolta superato – i quindici minuti concessi a ciascun intervento. A dare il via alla discussione è stato Pasquale Tridico, capogruppo della minoranza. Il suo intervento è immediato e diretto: la narrazione di Occhiuto è «eccessivamente ottimistica», mentre i numeri, sostiene, «raccontano un’altra Calabria, una regione ancora povera, in difficoltà e con servizi tutt’altro che efficienti».
Tridico richiama innanzitutto il nuovo indicatore sulla cosiddetta trappola dello sviluppo, secondo cui la Calabria risulta ultima in Italia e ultima persino all’interno del Mezzogiorno. «Un dato che dovrebbe far riflettere – afferma – perché indica che non solo non stiamo crescendo, ma siamo intrappolati in un modello che non genera opportunità e non migliora la vita dei cittadini».
Turismo in calo: «Nel 2019 il picco, poi il crollo. Lamezia Terme la più colpita»
Il capogruppo cita poi il settore turistico, ricordando che il 2019 aveva segnato un picco di presenze e arrivi, seguito da un calo significativo negli anni successivi. «Il calo più marcato – sottolinea – riguarda proprio Lamezia Terme, uno snodo fondamentale per l’intera regione. Se arretra quella città, arretra tutta la Calabria».
Sanità ancora in emergenza: «Solo nel 2025 se ne sono andate settemila persone»
Ma è sulla sanità che Tridico concentra le critiche più dure. Parla di un sistema «ancora in emergenza strutturale», afflitto da ritardi, carenze e fughe massicce verso altre regioni. «Solo nel 2025 – afferma – sono partite settemila persone per farsi curare altrove». Un fenomeno, quello della mobilità passiva, che non solo impoverisce il bilancio regionale, ma rappresenta «la fotografia più drammatica della sfiducia dei calabresi nella loro stessa sanità».
Tridico conclude con un auspicio rivolto alla maggioranza e al presidente: «Vi auguriamo buon lavoro, perché la Calabria ha bisogno davvero di risultati, non di annunci. Ma per ottenere risultati servono realismo, responsabilità e la capacità di guardare in faccia i problemi».
L’opposizione compatta: un «programma lontano dalla realtà»
Gran parte dell’opposizione ha dato continuità a questa lettura. Filomena Greco (Casa riformista- Italia Viva) ha parlato di una narrazione surreale e di una Calabria che non corre come viene raccontato; Ernesto Alecci (Pd) ha ricordato che il governo regionale rappresenta una minoranza dei votanti e ha elencato insufficienze su sanità, depurazione, incendi, diritto allo studio e infrastrutture; Vincenzo Bruno (Tridico Presidente) ha denunciato l’assenza di interventi strutturali e la fragilità dei comuni; Giuseppe Falcomatà (Pd) ha contestato le ricostruzioni ottimistiche su turismo, infrastrutture e bonifiche, mettendo in evidenza la crisi delle aree interne e la debolezza dei servizi. Ha detto Falcomatà: «Leggendo le linee programmatiche del presidente Occhiuto, ci chiediamo se si è voluto scientemente chiudere in anticipo il mandato della passata legislatura, visto che molte delle linee programmatiche del 2021, allora declinate al futuro, non sono state attuate».
«Ad esempio – ha aggiunto, sulla realizzazione del nuovo ospedale di Reggio Calabria per il quale si parla di completamento nel 2029, non ho notizie di progetti esecutivi e nulla c’è sulla istituzione della facoltà di medicina a Reggio Calabria». «Stessa situazione ed assenza nel programma relativamente al passaggio di funzioni delle deleghe alla Città metropolitana di Reggio Calabria non c’era scritto nulla nel 2021 e – ha concluso Falcomatà – non abbiamo letto nulla in queste del 2025″ Giuseppe Ranuccio (Pd) ha definito il programma un “libro dei sogni», pieno di incongruenze e privo di un vero impianto tecnico, sulla stessa linea anche Rosellina Madeo (Pd).
Va giù dura Elisa Scutella, del Movimento Cinque Stelle: «Il vostro obiettivo stasera è fare tanto dibattito e far passare in sordina il punto per voi fondamentale, portare le poltrone da sette a nove e poi la riforma del Regolamento». Poi aggiunge: «Che Calabria straordinaria è quella che parla del Ponte sullo Stretto senza dare il giusto risalto alle infrastrutture a fare in modo che i calabresi non lascino la Calabria». Ancora interviene Ferdinando Laghi (Tridico presidente) sulla depurazione

La maggioranza difende il programma: «Numeri positivi e riforme in corso»
Dalla maggioranza è arrivata una risposta compatta: Giacomo Crinò (Occhiuto presidente) ha accusato Tridico di fare campagna elettorale e di dipingere una Calabria che non esiste, ricordando che gli elettori hanno confermato Occhiuto. Marco Polimeni (Forza Italia) ha invitato l’opposizione a collaborare invece di chiudersi nella contestazione, mentre Vito Pitaro (Noi moderati) ha parlato di un approccio populista, sostenendo che alcuni dati – come quelli sul turismo – parlano invece di una crescita. Riccardo Rosa (Noi moderati) ha invitato a superare la logica della negatività e a lavorare su percorsi condivisi. Angelo Brutto ha difeso con forza la visione della maggioranza, parlando di una «reingegnerizzazione» del sistema Calabria grazie a digitalizzazione, legalità e investimenti mirati, e indicato la sanità come la “madre di tutte le battaglie”, così come Giuseppe Mattiani (Lega Salvini) e Domenico Giannetta (Forza Italia) che ricorda che “essere protagonisti del nostro futuro, insieme per tutta la Calabria” e ancora Orlandino Greco (Lega Salvini) ha detto: «Ho assistito ad un dibattito lungo e per alcuni versi noioso considerato che pochi hanno capito quale sia il punto all’ordine del giorno confondendolo con il consuntivo. Il dibattito non ha portato un valore aggiunto» e Sergio Ferrari (Forza Italia).
Il confronto ha evidenziato, dunque, due narrazioni diametralmente opposte: da una parte, quella della maggioranza, che rivendica risultati e vede nella continuità l’unica strada per completare la trasformazione della Calabria; dall’altra, quella dell’opposizione, che considera il programma privo di aderenza alla realtà e denuncia emergenze irrisolte che continuano a frenare la regione. Un dibattito lungo, vivace e politicamente molto netto, che mostra quanto sia ancora profondo il divario sulla lettura dello stato attuale della Calabria e sulle priorità per il futuro.
La replica di Occhiuto
A replicare agli interventi della minoranza lo stesso Occhiuto: «Non voglio una opposizione accondiscendente ma non avete ancora capito perché i calabresi non vi hanno votato. Perché proponete un’idea della Calabria antica, superata. Ho una grande stima di Pasquale Tridico, ma – ha rilevato il presidente della Regione – nel suo intervento è come se avesse scoperto solo oggi la questione meridionale. Avete pensato che i calabresi avessero l’anello al naso e potessero pensare che i ritardi, come voi dicevate, fossero dovuti al sottoscritto e a questa maggioranza. Che ci siano dei ritardi – ha detto ancora il governatore – noi lo sappiamo bene. Siamo stanchi di vivere con il pregiudizio del resto del Paese verso la Calabria che si parla male addosso da sé. Il dibattito di oggi è stato un dibattito paradossale», ha aggiunto Occhiuto accusando la minoranza di essersi persino compiaciuta quando elencavano i dati negativi della Regione: «Dovete imparare dalle sconfitte – ha concluso occhiuto – e vedo che ancora non lo avete fatto». Sono da poco passate le 22 quando il presidente Cirillo comunica l’esito del voto: il programma è stato approvato con 21 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto.
Rendiconti regionali: numeri e trasparenza
L’Aula è poi passata all’esame dei rendiconti delle principali agenzie e aziende regionali. Si è iniziato con l’Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA, proposta n.5/13^), seguito dall’Azienda Calabria Verde (n.6/13^) e dall’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro (ARPAL, n.7/13^). Ancora sui rendiconti dei parchi e delle aziende territoriali, con l’Ente Parchi Marini (n.9/13^), l’Ente Parco Naturale Regionale delle Serre (n.10/13^), l’ARSAC, Azienda regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (n.11/13^), e l’ATERP Calabria, Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica (n.12/13^). Luciana De Francesco ha illustrato numeri e prospettive, sottolineando l’attenzione al rispetto delle norme contabili e alla destinazione delle risorse, temi centrali in un momento di revisione complessiva della gestione regionale.
A chiudere il capitolo finanziario sono stati il Rendiconto Generale e il Rendiconto Consolidato della Regione Calabria per l’esercizio 2024 (n.1/13^) e il bilancio consolidato regionale ai sensi dell’articolo 68 del D.Lgs. 23 giugno 2011, n.118 (n.13/13^). Documenti fondamentali per fotografare la situazione economica, patrimoniale e finanziaria della Regione, con numeri che serviranno da base per le decisioni dei prossimi mesi.
Il Consiglio approva i rendiconti regionali con autorizzazione al coordinamento formale. La modifica dello Statuto
A nome della minoranza la consigliera Filomena Greco, di Italia Viva, chiede il rinvio della discussione sulla modifiche allo Statuto regionale, ma viene respinta. Così è il consigliere Giannetta ad illustrare il provvedimento a forte valenza politica: la Proposta di Legge Statutaria n.1/13^, presentata dai consiglieri Giannetta, Caputo, Pitaro, Mattiani e Brutto, che propone modifiche allo Statuto regionale con l’obiettivo di allargare la Giunta da 7 a 9 assessori e reintrodurre i due sottosegretari alla Presidenza. Domenico Giannetta, relatore designato, ha spiegato le ragioni politiche del provvedimento, sottolineando come la riforma miri a rafforzare l’operatività dell’esecutivo e a ridisegnare i ruoli nell’assetto della Regione.
Accanto a questa, la Proposta di Legge n.4/13^, sempre a firma Giannetta e Caputo, disciplina il referendum popolare per l’approvazione dello Statuto regionale. La norma stabilisce che il voto dei cittadini si applica esclusivamente in caso di approvazione totale o sostituzione integrale dello Statuto, escludendo modifiche parziali come quella dell’allargamento della Giunta. La legge definisce l’intero percorso: dalla raccolta e autenticazione delle firme, alla verifica della regolarità, fino all’indizione e allo svolgimento del referendum, con procedure chiare per garantire trasparenza, pluralismo e tutela delle minoranze consiliari. Il Segretario generale del Consiglio regionale è chiamato a garantire accesso agli atti e possibilità di ricorso, mentre le operazioni di voto prevedono uffici elettorali centrali e provinciali, schede uniformi, voto segreto e diritto di voto esteso anche ai cittadini temporaneamente all’estero.
Il provvedimento rappresenta, sul piano politico, un intervento di consolidamento istituzionale: chiarisce ruoli e procedure, rafforza la partecipazione popolare e previene contenziosi derivanti da modifiche parziali dello Statuto, consolidando al contempo la strategia della maggioranza di governo. La proposta, recante “Disciplina del referendum popolare per l’approvazione dello statuto regionale”, porta le firme dei consiglieri Domenico Giannetta e Pierluigi Caputo, confermando il loro ruolo centrale nel definire regole e strumenti di partecipazione democratica.
Sarà lunga la notte in Aula per la discussione della modifica. (redazione@corrierecal.it)
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