Teatri all’aperto, l’appello dei sindaci del Cosentino alla Regione: «Servono fondi»
In quattordici chiedono sostegno per la gestione e la messa in sicurezza delle strutture. «Anche così salviamo i borghi dallo spopolamento»

RENDE Una rete dei teatri per fare rinascere i paesi dell’entroterra a rischio spopolamento. È la proposta che arriva dai sindaci di 14 comuni del Cosentino (Castiglione capofila, poi Acri, Altomonte, Belmonte, Castrolibero, Diamante, Corigliano-Rossano, Frascineto, Luzzi, Mendicino, Oriolo, San Fili, Spezzano Sila e Villapiana).
Si tratta quasi in tutti i casi di piccoli centri che ospitano un teatro o anfiteatro all’aperto costruito relativamente di recente – la media è di 20/30 anni – con risorse statali, pochi con fondi di bilancio.
I sindaci, alcuni dei quali si sono riuniti nei giorni scorsi al Museo del Presente di Rende (foto), lamentano «difficoltà nella programmazione estiva che grava sui bilanci comunali» (in pochi casi si paga il biglietti ingresso) ma anche l’onerosità di eventuali spese per ristrutturazione e adeguamento delle misure di sicurezza oltre che per il recupero degli spazi in disuso. «Non abbiamo abbastanza fondi» taglia corto Salvatore Magarò, primo cittadino di Castiglione Cosentino, facendo notare che neanche i fondi Pnrr sono riusciti ad accorrere in soccorso dal momento che i teatri non erano compresi tra i 7 asset del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di strutture che per la loro stessa natura vanno incontro a un deterioramento legato agli eventi climatici eppure «rappresentano un patrimonio culturale e sociale unico – aggiunge Magarò –, capaci di favorire la partecipazione dei cittadini, promuovere il turismo culturale e sostenere lo sviluppo artistico locale» (nelle foto in basso i teatri all’aperto di Villapiana e Castiglione).


Sono lontani i tempi gloriosi delle stagioni teatrali pubbliche ai tempi, solo per fare un esempio, del sindaco Belluscio ad Altomonte, dove l’anfiteatro oggi porta il suo nome. È per questo che i sindaci e i loro delegati riuniti a Rende hanno invocato una premialità nei bandi – simile a quella di cui beneficiano gli eventi storicizzati e i teatri di tradizione – da parte della Giunta regionale, come già accade in altre regioni; la speranza è di fare leva tanto sui neoeletti consiglieri della provincia quanto su un tema a cui il presidente Roberto Occhiuto è da sempre sensibile (la legge regionale sui teatri 19/2017 è opera della giunta Oliverio ma il testo del 2003 porta la sua firma): i 15 sindaci intendono sensibilizzare i consiglieri regionali non solo del Cosentino vagliandone una eventuale disponibilità a redigere una proposta di legge magari dopo una audizione in Commissione.
Le adesioni
Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero fino al voto della prossima primavera, è stato già informato, mentre il fronte si compatta in vista di una seconda riunione: a Rende si sono registrate le delegazioni di Oriolo, da Villapiana il sindaco Vincenzo Ventimiglia, da Acri il vicesindaco Luigi Maiorano e proprio in rappresentanza del comune di Castrolibero Nicoletta Perrotti, individuata come coordinatrice del gruppo di lavoro di cui fa parte anche Attilio Palermo, regista e autore teatrale oltre che organizzatore di eventi.
Hanno risposto all’appello anche San Fili e Luzzi, assenti giustificati alla riunione, mentre gli altri hanno aderito o lo stanno facendo: da Diamante il sì del sindaco Ordine (da anni l’Anfiteatro dei Ruderi di Cirella ospita eventi di successo) mentre Stasi e Capalbo (Corigliano-Rossano e Acri) hanno già comunicato di essere favorevoli all’iniziativa: il primo obiettivo è una delibera da far recepire ai Consigli comunali, mentre non viene esclusa l’ipotesi di costituire una Ats (Associazione temporanea di scopo) a fini culturali.
La rete dei teatri all’aperto è una potenzialità non sfruttata al meglio: i bandi per gli affidamenti vanno puntualmente deserti (a Castrolibero ben tre negli ultimi anni) più per l’onerosità delle spese di ristrutturazione, servizi e messa in sicurezza che per la difficoltà nella sostenibilità di gestione.
Il progetto di rete – hanno ribadito i sindaci nel corso della prima riunione operativa – avrà anche delle «ricadute economiche e sociali tanto nel turismo culturale quanto nella valorizzazione dei borghi sempre più minacciati dallo spopolamento». (euf)
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