Crisi e ritardi paralizzano il Comune di Reggio Calabria
Falcomatà cerca l’accordo, ma sette consiglieri insistono per l’azzeramento della Giunta. Il tempo scorre e la città resta sospesa

REGGIO CALABRIA La crisi politica che attraversa il Comune di Reggio Calabria avanza più rapidamente dei tentativi di mediazione. Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha aperto un varco al dialogo con il Partito Democratico e con Rinascita Comune, ma il tavolo di confronto non è stato ancora convocato, mentre il tempo istituzionale scorre verso scenari sempre più definiti: la decadenza del sindaco, il subentro del suo vice Paolo Brunetti oppure lo scioglimento del Consiglio e l’arrivo dei commissari. Secondo indiscrezioni, una mediazione potrebbe passare dall’allargamento della giunta, facilitato dal possibile passaggio di Brunetti alla guida della città e dalla redistribuzione di un assessorato, così come dalla partita delle presidenze delle future circoscrizioni. Anche per questo si sta tentando di accelerare sulla modifica del regolamento e sulla possibile riduzione delle nuove circoscrizioni da cinque a tre.
Falcomatà prova a ricucire: «Pronto a una nuova fase»
Falcomatà ha richiamato la necessità di responsabilità in un contesto politico nazionale complesso. «Sono pronto a incontrare le forze politiche di maggioranza per aprire una nuova fase», ha dichiarato, cogliendo l’appello arrivato dal gruppo Pd e Rinascita Comune nell’ultimo Consiglio comunale. Ma le forze che hanno aperto la crisi ribadiscono che la loro posizione non è cambiata: «Senza azzeramento totale della giunta – ribadisce Giuseppe Marino al Corriere della Calabria – non ci sarà alcuna ricostruzione politica. La richiesta non è una questione di nomi, ma di metodo. Serve un nuovo equilibrio, fondato sulla collegialità e sulla condivisione delle responsabilità, e serve aprire la maggioranza anche a quelle realtà politiche – come AVS – che sono parte di un percorso più ampio di centrosinistra e che nelle ultime settimane hanno richiamato con forza la necessità di tornare a una dimensione davvero politica dell’azione amministrativa». L’obiettivo dichiarato è ricostruire una squadra vera, e non una somma di fedeltà personali, in vista del nuovo ciclo elettorale.
Commissione Affari Istituzionali paralizzata: ritardi tecnici e polemiche
Intanto la Commissione Affari Istituzionali, riunitasi questa mattina, non ha potuto deliberare per l’assenza di alcuni documenti tecnici. Il presidente Giuseppe Marino ha definito «incomprensibile» la lentezza degli uffici, avvertendo che senza una maggioranza operativa il Consiglio potrebbe non essere più in grado di votare la riforma. La Commissione è stata aggiornata a mercoledì, con la convocazione del segretario generale e del dirigente di settore.
Il caso Castore pesa sulla crisi
Ad aggravare ulteriormente il quadro c’è anche il caso Castore: le dimissioni lampo dell’ingegnere Costantino, a sole 24 ore dalla nomina, hanno fatto scattare l’allarme tra lavoratori e sindacati: si teme per stipendi e tredicesime del personale.
L’attesa della minoranza pronta a dare le dimissioni
Il quadro politico si è ulteriormente infiammato nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, quando la minoranza di centrodestra ha preso la parola rivolgendosi direttamente ai sette consiglieri della maggioranza che hanno minacciato le dimissioni in caso di mancato azzeramento della giunta. Dagli scranni dell’opposizione è arrivata una posizione netta: qualora i sette decidessero di dimettersi, il centrodestra è pronto a firmare insieme a loro. Un messaggio chiaro, pronunciato in Aula, che trasforma la battaglia interna alla maggioranza in una possibile leva per arrivare allo scioglimento del Consiglio. Il centrodestra sceglie così di non rimanere spettatore, ma di inserirsi con forza nella crisi, pronto a trasformare le minacce di dimissioni in un atto politico irreversibile.
Tensioni crescenti e accuse sui ritardi. Sinistra Italiana AVS attacca: «Il centrosinistra è dissolto»
Sul piano politico generale arriva anche la critica durissima di Sinistra Italiana AVS, che parla di un centrosinistra reggino «di fatto inesistente». Il partito propone una giunta ponte realmente politica, rappresentativa dei partiti e capace di ricostruire un campo progressista credibile, rimandando la scelta del candidato sindaco a un secondo momento, idealmente attraverso primarie aperte.
Una città sospesa, un tempo che si assottiglia
La domanda resta aperta: la maggioranza troverà un compromesso in extremis o Reggio Calabria è già avviata verso un nuovo commissariamento? (redazione@corrierecal.it)
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